Dopo la crepa dello scorso settembre, Ustra ha preventivamente consolidato il soffitto vicino allo scavo del secondo tubo in presenza di roccia friabile
Sebbene lo scorso autunno le perizie tecniche non abbiamo stabilito una correlazione diretta fra i brillamenti effettuati nelle fasi preliminari della realizzazione del secondo tubo e la crepa longitudinale lunga 25 metri formatasi il 10 settembre nella soletta intermedia vicino al portale nord della galleria del Gottardo, l’Ufficio federale delle strade (Ustra) responsabile dell’opera autostradale ha deciso di rinforzare il soffitto in due punti. Un intervento, viene specificato, di carattere preventivo. Come riportato stamane dalla Rsi, le chiusure notturne delle ultime due settimane sono appunto servite all’esecuzione di tali opere. Costato un milione di franchi, il rinforzo segue di sette mesi la riparazione (demolizione del tratto di controsoffitto, rimozione e sostituzione) effettuata in tempi record subito dopo il cedimento di calcinacci che aveva comportato lo stop alla circolazione per cinque giorni.
In rosso le due zone di disturbo geologico
I due punti interessati dal recente consolidamento tramite aggiunta di ancoraggi, secondo Ustra potrebbero venir messi alla prova dall’avanzamento del cantiere del secondo tubo. Si tratta dei due punti di disturbo geologico, caratterizzato da pietra friabile e quindi meno stabile di granito o gneiss, che verranno scavati nel corso di quest’anno. Entrambi sono noti sin dalla realizzazione della prima canna risalente agli anni 70 e ancora meglio dalla successiva realizzazione della galleria ferroviaria di base. Proprio per questo motivo, a inizio 2022 erano cominciati ai due lati del massiccio gli scavi dei cunicoli laterali, della lunghezza di alcuni chilometri, necessari a raggiungere le rispettive zone di disturbo. Quella sud, detta anche ‘zona Guspis’, è situata a 4,9 km dal portale di Airolo ed è caratterizzata da una sedimentazione rocciosa spessa circa 300 metri e sfaldabile qualora si crei un vuoto, essendo composta da scisti sericitici e argillosi finemente stratificati oltre a rocce calcaree, gesso e dolomia. La stessa situazione si presenta per 270 metri a 4,1 km dal portale nord di Göschenen nella cosiddetta ‘zona del Mesozoico’. Volendo tracciare un paragone, appunto, con la realizzazione della galleria di AlpTransit, la situazione appare abbastanza simile alla cosiddetta ‘Sacca di Piora’ la cui dolomia saccaroide, particolarmente friabile, aveva comportato il rallentamento del cantiere ferroviario del secolo.
Fonte GdP
Un articolo del 1985
Quanto alla soletta intermedia, essa rappresenta uno dei molti elementi del tunnel che dovranno essere completamente risanati e/o rifatti una volta entrata in esercizio la seconda galleria (nel 2029/30). Già nel 2010 il Consiglio federale nel proprio rapporto alle Camere federali indicava la controsoletta come parzialmente difettosa, specialmente in prossimità dei due portali, dove emergeva uno stato di avanzata corrosione dell'armatura, con l'impossibilità di garantire la sicurezza strutturale a medio termine. Indicando la soletta come “l’elemento costruttivo più fragile”, il governo sottolineava la necessità di dotarla di ancoraggi provvisori lungo i tratti critici. A questo sono appunto serviti i recenti lavori notturni di manutenzione eseguiti senza blocco totale della circolazione. Quanto alla causa del danneggiamento subito lo scorso settembre, Ustra sin dall’inizio ha parlato di ridistribuzione delle tensioni nell'ammasso roccioso, che ha provocato variazioni di spinta a livello locale e sollecitato la galleria nel tratto interessato, causando spostamenti e appunto la crepa nella soletta. Da notare che cedimenti simili nella controsoletta si erano presentati una prima volta già nel 1985, soltanto cinque anni dopo l’inaugurazione del traforo.