I granconsiglieri Tiziano Zanetti, Bixio Caprara e Omar Terraneo ritengono che l'analisi possa favorire il completamento di AlpTransit a sud di Pollegio
“Uno studio aggiornato sull’impatto fonico e sui rischi in caso di incidenti lungo tutta la tratta di AlpTransit a cielo aperto fra Pollegio e Chiasso”. I granconsiglieri Plr Tiziano Zanetti (primo firmatario), Bixio Caprara e Omar Terraneo con una mozione chiedono al parlamento d’incaricare il Consiglio di Stato di eseguire tale analisi così da avere “gli argomenti necessari e indispensabili” per poter “spingere la politica federale a chinarsi immediatamente sul completamento” della linea ferroviaria a sud della galleria di base del San Gottardo “con le opere previste a progetto e non realizzate”. Opere quali il binario di sorpasso in direzione sud all’uscita del tunnel, il cosiddetto ‘salto del montone’ (incrocio non a livello) in zona Giustizia a Biasca, l’aggiramento della Riviera, la circonvallazione di Bellinzona sul Piano di Magadino e il completamento a sud di Lugano “per il prosieguo del traffico merci verso l’Italia in sicurezza per i centri urbani, limitando al massimo gli influssi negativi del rumore e delle vibrazioni provocati dai convogli merci”.
“Il Ticino non può certamente attendere fino al 2050, come affermato dalle Ffs, per tornare a discutere di questo tema fondamentale per la qualità di vita e la sicurezza dei cittadini del nostro Cantone”. Infatti le autorità federali hanno rinviato per l’ennesima volta a dopo il 2050 nuovi investimenti nel cantone per il completamento della rete ferroviaria a sud di Pollegio. Anche se – sottolineano i mozionanti – le opere citate “non erano una mera promessa al momento della proposta di esecuzione di AlpTransit al sud delle Alpi, bensì parti integranti del progetto e dell’investimento approvati”. Progetto che di conseguenza “si presenta evidentemente monco, con tutta una serie di aspetti molto problematici che sono semplicemente inaccettabili”. Lo studio richiesto al governo cantonale permetterà quindi “di raccogliere i dati necessari per rivedere la situazione con una tempistica diversa da quella prevista attualmente”.
La mozione fa seguito a un’interrogazione presentata dagli stessi granconsiglieri – due testi molto simili erano stati inoltrati anche ai Municipi di Bellinzona (da parte di Zanetti) e di Riviera (da parte del consigliere comunale Enea Rossetti) – nel settembre 2023 con la quale chiedevano innanzitutto al CdS se condivideva i risultati emersi dall’indagine commissionata dal Municipio di Riviera e affidata allo studio d’ingegneria Bonalumi Ferrari Partner Sa: ovvero che a Osogna (dove si sono svolte le misurazioni) “il rumore generato dal transito dei treni può provocare degli effetti negativi sul sonno e sulla salute di una buona parte della popolazione che risiede nelle vicinanze della ferrovia”. In secondo luogo domandavano una presa di posizione relativa alla gestione dei pericoli correlati al passaggio di un numero sempre più importanti di treni merci sul territorio ticinese, in particolare a seguito del deragliamento avvenuto lo scorso 10 agosto nel tunnel di base del San Gottardo “che porta a riflettere sulle eventuali conseguenze di un simile incidente in una zona residenziale con la presenza di sostanze pericolose nei vagoni deragliati”. Ebbene le risposte all’atto parlamentare sono state “poco convincenti e i toni per nulla rassicuranti”.
Per quanto concerne rumori e vibrazioni, il governo ha indicato di non avere “sufficienti elementi per poter confermare che l’impatto dovuto ai rumori e alle vibrazioni misurato a Osogna si può riscontrare anche sul resto della tratta ferroviaria a cielo aperto a sud del portale”. Inoltre “in prossimità della stazione di Bellinzona, nell’ambito del progetto risanamento fonico e del successivo progetto ferroviario del terzo binario e fermata Indipendenza, vi è stata la possibilità di realizzare delle protezioni foniche solo parziali ad altezze piuttosto limitate, che non hanno permesso di ridurre le immissioni foniche al di sotto dei valori limite d’esposizione al rumore”. E proprio per quanto riguarda la stazione della capitale Zanetti, Caprara e Terraneo fanno notare che “praticamente tutte le stazioni ferroviarie delle maggiori città svizzere sono non a caso coperte e praticamente completamente chiuse”, così da “contenere le emissioni foniche verso l’esterno della struttura e quindi verso le zone residenziali”. In ogni caso il CdS ha confermato di volersi impegnare per diminuire l’impatto fonico, in particolare dove la situazione è tuttora insoddisfacente. Tuttavia, ha messo “i piedi avanti” precisando che il risanamento fonico compete essenzialmente alle autorità federali e che quindi il margine di manovra del Cantone è molto limitato se non nullo.
Per quanto concerne invece il rischio di incidenti le risposte del governo hanno lasciato “molto perplessi” i granconsiglieri, in particolare per la seguente affermazione: “Per la tratta ferroviaria in Ticino, il rischio per la popolazione è generalmente sopportabile. Unicamente presso la stazione di Bellinzona vi è un segmento che presenta un rischio”. Dove esattamente non è però dato a sapere. Il CdS ha quindi ribadito che “l’autorità responsabile della gestione dei rischi è l’Ufficio federale dei trasporti ammettendo che lo stesso Uft sembrerebbe essere poco ricettivo alle richieste del Cantone”.
Risposte che dunque non soddisfano i granconsiglieri che chiedono quindi di eseguire analisi che rappresentano “la premessa imprescindibile per avere gli argomenti necessari e indispensabili nelle trattative con l’autorità federale” al fine di migliorare la situazione a breve termine.