Bellinzonese

L’Alta Valle di Blenio per mesi senza medico

Dopo la partenza della figura di riferimento del Centro di Aquila non si è trovato un sostituto. L'Ordine dei medici rassicura: ‘Soluzione in arrivo’

In sintesi:
  • Da settimane ormai diversi pazienti sono costretti ad affrontare lunghe trasferte per le visite
  • A breve il posto sarà coperto dal dottor José Joel Caballero Requeira, medico di esperienza che negli scorsi anni ha lavorato per l’Ente ospedaliero cantonale
(Ti-Press)
7 marzo 2024
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Nell’Alta Valle di Blenio chi si ammala fatica in questo periodo a farsi visitare. Da quando, alla fine dello scorso anno, il titolare del Centro medico di Aquila si è trasferito Oltralpe, tra gli abitanti ha iniziato a serpeggiare il malcontento. Senso di vuoto e smarrimento perché la figura del medico di famiglia è un punto di riferimento cui affidarsi in caso di bisogno. Un professionista in grado di curare, fare prevenzione e seguire i propri pazienti per occuparsi del loro bene più prezioso: la salute. Da settimane ormai diversi fra loro sono costretti ad affrontare lunghe trasferte per le visite. Alcuni invece si rivolgono al Pronto soccorso dell’ospedale di Acquarossa, soluzione d’emergenza tuttavia non ottimale, soprattutto a lungo termine. Al dottore che ha lasciato il centro bleniese non è finora subentrato un nuovo titolare, lasciando così l’alta valle sprovvista di un importante servizio. Che viene per il momento coperto, col massimo impegno e nel limite del possibile, dal dottor Brenno Ambrosetti che ha superato la settantina.

Ora però la situazione sembra essere giunta a una svolta: «È questione di settimane, ma finalmente possiamo dire che arriverà un medico ad Aquila», rassicura interpellato dalla ‘Regione’ Franco Denti, presidente dell’Ordine ticinese dei medici. Si tratta del dottor José Joel Caballero Requeira, medico di esperienza che negli scorsi anni ha lavorato per l’Ente ospedaliero cantonale. «È stata una ricerca difficile durata diversi mesi, ma alla fine giunta a buon fine», osserva Denti specificando che «non è evidente trovare una persona con i requisiti giusti, ma soprattutto trovare medici in generale». Soprattutto interessati a stabilirsi a esercitare nelle zone più discoste. Una domanda sorge spontanea: come mai non è stato possibile prepararsi per tempo a questa partenza e trovare qualcuno disposto a subentrare e rilevare i pazienti evitando così di lasciare scoperta la zona per mesi? Franco Denti risponde che l’Ordine dei medici era stato allertato ma la ricerca è stata complessa: «Ci siamo subito attivati, ci è voluto parecchio tempo, ma alla fine grazie alla visione completa che abbiamo sulla realtà ticinese siamo riusciti a individuare la soluzione adatta».

‘Le zone periferiche siano proattive’

Denti ricorda che in passato nelle zone periferiche e nelle valli c’era la figura del medico condotto che si spostava regolarmente sul territorio per visitare i pazienti al loro domicilio. «Per queste zone sprovviste di centri medici, bisognerebbe recuperare la funzione del medico condotto in versione moderna. Molto spesso i Comuni e i Patriziati sono proprietari di spazi che potrebbero essere messi a disposizione per degli studi medici dove un professionista potrebbe stabilirsi per esercitare».

Medicina di prossimità

‘Un assaggio di quanto accadrà in futuro’

Per gli abitanti dell’Alta Valle di Blenio i disagi vissuti in questi ultimi mesi, anche soltanto per curare un semplice malanno di stagione, hanno lasciato il segno. «Purtroppo – evidenzia il presidente dell'Ordine cantonale – la popolazione ha avuto un assaggio di come sarà, nei prossimi anni, il futuro della medicina di prossimità». Un futuro molto incerto e anche poco rassicurante, soprattutto alla luce dell’invecchiamento della popolazione. «Attualmente abbiamo una medicina sul territorio ancora abbastanza capillare. Ma se questa professione continuerà a essere poco attrattiva per i giovani, questi si orienteranno verso altri ambiti più sicuri: quello del medico è e rimane un bel mestiere, ma le condizioni continuano a peggiorare, mentre il carico di lavoro e la burocrazia aumentano», sottolinea Franco Denti riferendosi alla decisione del Consiglio di Stato di ridurre – da 0,93 franchi a 0,91 – il valore del punto Tarmed per le prestazioni ambulatoriali negli studi medici; decisione contro cui lo scorso autunno l’Ordine ha inoltrato ricorso al Tribunale amministrativo federale (Taf). Questa misura, ricordiamo, è stata introdotta a seguito della revisione della Legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal) che attribuisce ai Cantoni, tra le altre cose, il compito di contenere il numero di nuovi medici autorizzati a fornire prestazioni nel settore ambulatoriale.