Bellinzonese

Dopo la querela la guggen spiega: ‘Due membri si sono dimessi’

Bellinzona, gli Amici della Fenice si sono riuniti in assemblea per discutere dell’aggressione denunciata da una giovane. La Procura tenta di conciliare

(Ti-Press)
14 febbraio 2024
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Due giorni dopo la querela sporta in Procura da una 21enne di Lugano che agli inquirenti, e anche al nostro giornale, ha spiegato di aver subito un'aggressione fisica sabato sera durante il Rabadan di Bellinzona, il comitato della guggen Amici della Fenice di Ponte Capriasca, additata dalla giovane, ha inviato oggi alla redazione un comunicato stampa dopo averne discusso durante un'assemblea straordinaria e a seguito di “accanimenti social”. Lo fa mentre la procedura giudiziaria, gestita dal sostituto procuratore generale Moreno Capella, ha imboccato la strada della conciliazione penale, strumento in vigore in Ticino dal 2018 e che il Ministero pubblico propone alle parti laddove ne vede l'opportunità per una risoluzione non giudiziaria della vertenza. Parti che, assistite dai rispettivi legali, sono state convocate per un primo incontro nei prossimi giorni.

‘Siamo dispiaciuti’

Nel comunicato stampa il Gruppo Amici della Fenice spiega che “sin dalla sua costituzione nell’estate 2006, attraverso i propri membri, si è sempre adoperato per trasmettere uno spirito sano, rispettoso ed educato del carnevale instaurando al proprio interno un ambiente famigliare e di amicizia. Prova ne è che nelle nostre fila si contano diversi bambini, giovani e adulti di ogni età. Tutte persone che trovano nell’attività della guggen un momento di spensieratezza in musica, preparando con passione per mesi la propria attività. Siamo ora dispiaciuti che a causa dell’atteggiamento assunto da un paio di persone, ci siamo trovati al centro dell’attenzione mediatica, che rischia di ledere la credibilità del nostro gruppo e delle persone che ne fanno parte, e confidiamo che il buon senso dell’opinione pubblica e le competenze delle autorità preposte potranno fare chiarezza sugli episodi avvenuti sabato scorso”.

‘Dispiaciuti, faranno chiarezza’

Riguardo a quanto accaduto, prosegue il comunicato, “le persone del nostro gruppo coinvolte nella fattispecie, di loro iniziativa hanno da subito rassegnato le dimissioni dicendosi dispiaciute per la reazione avuta e hanno già intrapreso le procedure necessarie per far chiarezza nelle sedi opportune. I fatti avvenuti sabato sera, da entrambe le parti, non sono accettabili in qualsiasi ambito della vita e pertanto condanniamo gli episodi di violenza (fisica e verbale), dispiacendoci di esserne in questo caso parte in causa”.

Corteo domenicale scortato dalla polizia

La nota stampa diventa quindi anche l'occasione “per ringraziare i responsabili del carnevale Rabadan e dei servizi di sicurezza pubblica e privata, i quali si sono da subito adoperati per permetterci di concludere nel modo più sicuro la nostra partecipazione alla manifestazione”. Durante il corteo della domenica, infatti, il gruppo è stato sorvegliato/scortato da quattro agenti di polizia alla luce di quanto successo nottetempo e di alcuni post nel frattempo pubblicati sui social.

La rinuncia a Tesserete

Il gruppo conclude il comunicato affermando che “il nostro stato d’animo non ci permette di proseguire l’attuale stagione carnascialesca, essendosi per ora spenta la magia del carnevale; perciò non prenderemo parte al Carnevale Or Penagin di Tesserete e non verrà organizzato il consueto Carnevale Stravecchio. Tale avvenimento non potrà altro che rafforzare il nostro spirito di gruppo e l’impegno nel proseguimento del lavoro di sensibilizzazione per un carnevale sano nei confronti dei propri affiliati”.

Cos'ha raccontato la 21enne

La giovane querelante, ricordiamo, ha raccontato di aver ricevuto dapprima un pugno e poi, una volta caduta a terra, di essere stata presa a calci senza tuttavia subire conseguenze fisiche. Tutto questo, specifica, solo per aver chiesto spazio per passare in una strettoia del centro città dov'era appunto presente la guggen. Le immagini della videosorveglianza potrebbero essere d'aiuto per ricostruire la dinamica. Dopo essere stata visitata nella tendina sanitaria, insieme alla sicurezza privata la giovane ha intercettato alcuni membri del gruppo insistendo sulla necessità d'individuare gli aggressori per metterli di fronte alle loro responsabilità. Attimi di tensione dunque, sfociati in una denuncia penale. Interpellato dalla redazione già nella serata di lunedì, il responsabile del gruppo ha preferito non esporre la propria versione dei fatti, riservandola appunto alla Procura.

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