Bellinzonese

Crescita di Bellinzona: ‘Priorità all’infrastruttura scolastica’

Per il sindaco Mario Branda il costante incremento demografico è in linea con la visione relativa allo sviluppo della Città

‘Non c’è un limite oltre al quale non si può andare’
(Ti-Press)
24 gennaio 2024
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«Non c’è un limite oltre al quale non si può andare, ma in ogni caso la costante crescita demografica di Bellinzona è in linea con la visione relativa allo sviluppo della Città». Per il sindaco Mario Branda i quasi 400 abitanti in più – incremento in linea con quello del 2021 (+474) e minore rispetto al 2022 (+974), quando sono arrivati numerosi cittadini ucraini in fuga dalla guerra – rappresentano una tendenza positiva, ma significa anche consolidare l’offerta di servizi. In quest’ambito «la priorità è lo sviluppo dell'infrastruttura scolastica e, di pari passo, della conciliabilità lavoro-famiglia».

Più residenti in centro, in linea con la strategia della Confederazione

Nel 2023 la popolazione di Bellinzona è aumentata per il quinto anno consecutivo: al 31 dicembre gli abitanti erano 393 in più rispetto al 2022, per un totale di 45’897 persone (22’373 uomini e 23’524 donne). Tra il 2019 e lo scorso anno l’incremento complessivo è stato di 2’021 persone residenti nel comprensorio comunale, e risalendo fino all’anno dell’aggregazione (2017) la cifra sale a 2’469, corrispondente a un +5,7%. L’unico anno con un saldo negativo è stato il 2018. «Questi dati sono coerenti con la strategia promossa dalla Confederazione: la Legge sulla pianificazione del territorio prevede infatti, fra l’altro, che le persone si insedino in zone centrali, dove concentrare e sviluppare i servizi, consumando meno territorio possibile», sottolinea Branda. E i dati pubblicati oggi, 24 gennaio, vanno proprio in questa direzione. Infatti, la crescita numericamente maggiore è stata registrata nel quartiere di Bellinzona: 218 residenti in più (+1,11% rispetto al 2022) per un totale di 19'610. La diminuzione più consistente è invece emersa a Sementina (-49). In termini percentuali, l’aumento più ampio è stato registrato a Pianezzo (+3,14%, corrispondente a 21 residenti in più rispetto a fine 2022), mentre a perdere maggiormente è stato Moleno (-2,36%, corrispondente però a una decrescita di appena tre unità).

Lugano si conferma in vetta alle località di provenienza

Nel corso del 2023 si sono registrati 2’810 arrivi e 2’267 partenze, con un saldo quindi positivo. A essere negativo è invece il saldo naturale, con 332 nascite e 410 decessi. Per quanto riguarda gli arrivi, la metà provengono dal Ticino (50,4%). Di questa fetta, la parte preponderante arriva dal Luganese (28,2%) seguito da Locarnese e valli (25,5%), resto del Bellinzonese (23,2%), Tre Valli (14,6%) e Mendrisiotto (8,6%). Analizzando il dato Comune per Comune, in vetta alla classifica si confermano gli arrivi dalla Città di Lugano (11,8% del totale degli arrivi dal Ticino) seguiti da Arbedo-Castione (10,5%) e Cadenazzo (5,5%). Lugano che, lo ricordiamo, è pure in crescita (+578 abitanti nel 2023). Rispetto allo scorso anno, sono aumentati anche gli arrivi dall’estero, risultati il 34,2% del totale (+12%). In merito alle partenze si osserva un incremento dei movimenti con l’estero (dal 22,8% del 2022 al 28,7 del 2023). Come per gli arrivi, la parte preponderante è il resto del Ticino (51,4%); la parte restante verso altri cantoni svizzeri o verso destinazioni sconosciute. Guardando alle regioni, in testa ci sono le partenze verso il resto del Bellinzonese (30,1%), Locarnese e valli (23,8%), Luganese (22,6%), Tre Valli (16,9%) e Mendrisiotto (6,6%). Analizzando le partenze, la destinazione maggiore è Arbedo-Castione (14,2%), seguito da Lugano (8,6%) e Riviera (6,1%).

‘Stiamo riflettendo sulla realizzazione di nuove scuole’

Il saldo positivo tra partenze e arrivi viene spiegato dal sindaco nel modo seguente: «Bellinzona ha il vantaggio di beneficiare di collegamenti, in particolare ferroviari, molto apprezzati, sia verso nord, sia verso sud. Offre inoltre una qualità di vita e servizi interessanti, con terreni edificabili a buon mercato, che permette di attrarre in particolare famiglie». Famiglie e quindi anche bambini «ai quali bisogna offrire spazi adeguati per la formazione». Di conseguenza attualmente una delle priorità è di «rinnovare il parco immobiliare scolastico della Città, così come realizzare nuove sedi, una questione sulla quale stiamo seriamente riflettendo». Ad esempio alla Gerretta (zona Vallone) è già prevista una nuova scuola. In questo contesto vanno poi «ulteriormente sviluppati i servizi che permettono di conciliare lavoro e famiglia, ovvero asili nido e centri extrascolastici che vanno seguiti da politiche adeguate». Tuttavia, l’ostacolo in quest’ambito è rappresentato dalla riforma della Legge tributaria cantonale che ridurrebbe le risorse a disposizione dei Comuni «con il rischio di provocare ripercussioni sulle politiche locali, rendendo più difficile lo sviluppo di tali servizi». In ogni caso «più abitanti significa anche più entrate derivanti dalle imposte: negli ultimi anni abbiamo registrato un interessante sviluppo del gettito fiscale della Città».

Studio sulla struttura socio-economica della popolazione ‘poco utile’

Il tema dei servizi può anche essere collegato alla mozione (all’ordine del giorno della seduta di Consiglio comunale del 29 gennaio) con la quale l’Mps (Matteo Pronzini, Angelica Lepori e Giuseppe Sergi) chiede al Municipio di svolgere un studio, da ripetere a cadenza regolare (indicativamente ogni 3-4 anni), volto ad analizzare la struttura socio-economica della popolazione, individuando così anche i cittadini esposti al rischio di povertà reddituale. Al contrario della Commissione della gestione – secondo cui tale studio consentirà di prendere decisioni con cognizione di causa –, l’esecutivo preavvisa negativamente l’atto parlamentare: la Città prevede un costo di almeno 140mila franchi (e non di 35mila come preventivato dai mozionanti) che mal si concilia con il momento attuale in cui è confrontata con la necessità del contenimento della spesa. Inoltre, «esperienze analoghe effettuate nella Confederazione e anche in Ticino, non sono risultate essere particolarmente utili per poi sviluppare delle politiche sociali mirate ed efficienti», afferma Branda. A ciò va poi aggiunto che, secondo il Municipio, le categorie a rischio povertà sono note: come confermano anche altri studi simili si tratta ad esempio di famiglie monoparentali, persone sole o sprovviste di formazione post obbligatoria.

115 nazionalità differenti

Tornando alla statistica relativa alla popolazione di Bellinzona, i matrimoni sono stati 334, i divorzi 206; le naturalizzazioni 82. Complessivamente sono 115 le nazionalità differenti che convivono nel comune. I Paesi più rappresentati, oltre alla Svizzera con 33’335 residenti, sono l’Italia (7'665), il Portogallo (846), la Bosnia ed Erzegovina (304), l’Eritrea (289), il Kosovo (265), l’Ucraina (265), la Turchia (229), la Spagna (221), la Croazia (211) e la Romania (202).

Fusione con i Comuni limitrofi? ‘Disposti a discuterne’

Visto che la crescita dei residenti riscontrata dopo il 2017 viene valutata in modo positivo, è pensabile rilanciare il discorso aggregativo con i Comuni limitrofi? «Se dovesse arrivare una sollecitazione in questo senso, saremmo disposti a discuterne», rileva il sindaco. «Al momento siamo in ogni caso ancora molto impegnati a consolidare l’aggregazione del 2017: le nostre risorse sono al momento concentrate in particolare sui grandi progetti strategici quali lo sviluppo del polo di ricerca biomedico, la realizzazione del quartiere Officine o il nuovo ospedale regionale alla Saleggina, e sulla mobilità in generale».

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