Prevista un'analisi approfondita per valutare l'impatto ambientale del vasto e prolungato rogo
In attesa che le cause vengano chiarite dall'inchiesta avviata dalla polizia, ci si interroga anche sull'impatto ambientale dell'incendio che tra sabato pomeriggio e domenica mattina ha ridotto in macerie uno stabile della zona industriale di Lumino. Fiamme imponenti e ardue da spegnere, che hanno mandato in fumo materiale di vario tipo (automobili e moto comprese) depositato nei box dati in affitto a privati. Come da prassi, una volta informato del rogo, sabato è giunto sul posto per un primo monitoraggio il nucleo operativo della Sezione cantonale della protezione dell'aria dell'acqua e del suolo (Spaas). «In questi casi andiamo subito sul posto per verificare la presenza di inquinanti e il loro potenziale impatto negativo sull'ambiente, tra cui il rilascio nell'aria di sostanze particolarmente tossiche – indica Michele Fasciana, a capo dell'Ufficio cantonale dell'aria, del clima e delle energie rinnovabili –. Fermo restando che ancora non conosciamo la tipologia di tutto il materiale bruciato, dai primi rilievi effettuati con gli strumenti a nostra disposizione non sono emersi elementi allarmanti. Nell'immediato, quando l'incendio era ancora in corso, non sono state rilevate ricadute pericolose sulla qualità dell'aria che imponessero ad esempio misure più importanti rispetto alla raccomandazione di tenere chiuse le finestre e di evitare di avvicinarsi all'area delle fiamme, ciò che rappresenta una misura standard in presenza di un rogo che sprigiona parecchio fumo».
Un'analisi approfondita per valutare l'impatto ambientale dell'incendio sarà eseguita in concomitanza con le operazioni di smaltimento dei detriti e di verifica del materiale bruciato. I rilievi si concentreranno sulle possibili conseguenze per il suolo, tenuto conto della vasta e prolungata operazione di spegnimento. «Di acqua e schiuma ne sono state utilizzate in grandi quantità. Fermo restando che la priorità di fronte a un'emergenza simile è spegnere l'incendio, bisogna capire dove è andata a finire l'acqua, quanto si è riusciti a gestire uno smaltimento adeguato per evitare problemi per i pozzi e la falda. L'analisi richiederà non poco tempo e servirà anche a valutare correttivi per risolvere eventuali inquinamenti delle acque o del suolo».
Sulla qualità dell'aria, stando ai valori registrati dalla stazione di monitoraggio di San Vittore, «al momento non si vede un impatto del rogo tangibile e misurabile. La stazione di San Vittore indica dei picchi per le polveri fini e diossido di azoto, ma che sono tuttavia più bassi dei picchi dei giorni precedenti al rogo. Probabilmente anche grazie al vento che ha diluito bene le polveri sprigionate».