Il governo invita il Gran Consiglio a bocciare la mozione Ay: ‘Soluzione non sostenibile per diversi motivi’
“Pur senza studi approfonditi, proporre un investimento stimato in alcune decine di milioni di franchi per il trasporto su rotaia solo della metà dei rifiuti solidi urbani prodotti in Ticino, non appare sostenibile a fronte di un impatto ambientale non irrilevante, notevoli difficoltà procedurali e tempi di realizzazione più che decennali”. Pollice verso dal Consiglio di Stato alla mozione del granconsigliere comunista Massimiliano Ay depositata lo scorso marzo. Riprendendo una vecchia proposta mai concretizzata, il deputato è tornato alla carica chiedendo di effettuare uno studio approfondito e completo, dal profilo tecnico, economico e ambientale, per trasferire su rotaia il trasporto dei rifiuti dal Sottoceneri al termovalorizzatore di Giubiasco e in futuro, quando la capacità della discarica di Lostallo/Sorte sarà esaurita, anche delle scorie prodotte a Giubiasco verso un’altra discarica.
Il governo afferma di condividere i contenuti della mozione e in particolare l’auspicio di una riduzione sia dei viaggi sull'asse nord-sud sia delle emissioni a essi collegate: tuttavia l'evoluzione dei viaggi su camion registrati dall'accensione del termovalorizzatore di Giubiasco a oggi “dimostra che la riduzione è costantemente in atto. Le condizioni si sono quindi evolute in modo che la sostenibilità dello spostamento del parziale trasporto su ferrovia, che già non era data nel 2012, sia ancora più sfavorita”. Nel 2010 i viaggi annui dal Sottoceneri a Giubiasco erano 4’111 e l’anno scorso sono stati 1’382. Sia perché i camion sono più capienti, sia perché le tonnellate da bruciare sono diminuite passando dalle 91’416 alle attuali 71’631, ossia non più 265 chilogrammi all’anno per persona ma 199. Mentre è parallelamente cresciuto in tutto il Ticino il riciclaggio. Questo sebbene poi una parte significativa degli ingombranti finisca a sua volta nell’inceneritore poiché non riciclabile: si è passati dalle 63’188 tonnellate del 2011 alle attuali 80mila.
“Al momento – scrive a ogni modo il governo – gli unici scenari nell’ambito dei quali una valutazione del trasferimento su rotaia sarebbe opportuna e necessaria, sono legati alla chiusura della discarica di Lostallo”, dove vengono depositate le ceneri del termovalorizzatore una volta demetallizzate. Quando la capienza massima sarà raggiunta verso il 2030/31, “qualora le scorie venissero indirizzate verso Valle della Motta o verso un altro cantone, il loro trasporto su ferrovia presenterebbe delle possibili sinergie, ad esempio per il trasporto di rifiuti solidi urbani da Coldrerio a Giubiasco e/o per il trasporto di inerti da Uri al Ticino”. Ciò che a mente del CdS potrebbe giustificarne la realizzazione: “Si riconosce tuttavia che la situazione della discarica di Lostallo, le evoluzioni tecniche di recupero delle materie secondarie, i cambiamenti dei mezzi di trasporto e, non da ultimo, l'aggiornamento della strategia della gestione dei rifiuti, porteranno a nuove valutazioni e alla ricerca di un continuo e sostenibile miglioramento”.
Per tutti questi motivi, come detto, il governo reputa “attualmente non giustificato uno studio come quello proposto dal mozionante”. Piuttosto, una valutazione specifica verrà integrata negli approfondimenti previsti per verificare le diverse soluzioni di smaltimento delle scorie e delle ceneri lavate dopo il 2030/31. Semmai, vengono ritenute efficaci altre misure: “La continua riduzione alla fonte di rifiuti grazie a un incremento del riciclaggio; la riduzione degli impatti atmosferici con progressivi aggiornamenti della flotta e il suo assaggio alla mobilità elettrica o a idrogeno; l’incremento e valorizzazione della separazione di materie secondarie dalle scorie e ceneri da incenerimento dei rifiuti grazie all'evolvere della tecnica”. In ogni caso “si proseguirà ad attuare misure di miglioramento che, negli ultimi anni, hanno già dato prova di efficacia”. Su questo punto il CdS si farà promotore presso gli appaltatori dei trasporti dei rifiuti “per far sì che si adoperino per dei trasporti con minori emissioni attraverso un graduale cambiamento della loro flotta a favore della mobilità elettrica e/o a idrogeno”.