Appuntamento sabato 7 ottobre dalle 9.30
Human Library al Centro di socializzazione interculturale delle Scuole di Daro (via centrale 2 a Bellinzona). Sabato 7 ottobre dalle 9.30 alle 11.30 appuntamento in cui le storie prenderanno vita, al fine di promuovere la comprensione reciproca e l'inclusione attraverso i racconti di persone che hanno vissuto esperienze di migrazione e di coloro che si dedicano all'integrazione nelle loro attività quotidiane. Questa iniziativa è ispirata alla metodologia dell'organizzazione The Human Library, nata a Copenaghen nel 2000. Ogni "libro" è una persona con una storia da condividere. Nello specifico, i libri viventi sono individui provenienti da comunità, enti o associazioni che si occupano di integrazione e persone che hanno un passato migratorio. La Biblioteca Umana si presenta come una vera e propria biblioteca dove vi è un catalogo di titoli dei libri, dei bibliotecari, ma soprattutto delle persone che si mettono a disposizione dei lettori per raccontare. Il libro può raccontare di sé, della propria vita, delle proprie esperienze dentro e fuori l'associazione, l'ente o la comunità di cui fa parte. Come funziona? I lettori hanno a disposizione un catalogo di libri viventi da cui possono scegliere e prendere in prestito un libro alla volta. Ogni libro è identificato da un titolo e da una quarta di copertina che ne anticipa sommariamente il contenuto, così che i lettori possano scegliere quali prendere in prestito. Scelta la storia, il bibliotecario farà da tramite tra il lettore e il narratore. Il prestito dura all'incirca 15 minuti, durante i quali il lettore può fare domande, chiarirsi le idee, togliersi curiosità. Chi sono i libri viventi? Sono persone che si rendono disponibili a condividere le proprie storie e le proprie esperienze. Nello specifico, sono persone con un passato migratorio che lavorano presso comunità, enti e associazioni che si occupano a vario titolo di integrazione. I libri della biblioteca vivente mettono a disposizione la propria esperienza di vita offrendo un’occasione di abbattimento dei pregiudizi basati anche, e soprattutto, sulla non conoscenza dell’altro.