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‘Su quel campo forse anche calciatori professionisti tibetani’

Giada Frigerio di Castione si trova in India per contribuire alla realizzazione di una scuola calcio a beneficio della comunità tibetana

22 settembre 2023
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Passa anche dall’impegno di una ragazza di Castione, e dal suo appello alla solidarietà del Ticino, la realizzazione di una scuola calcio a beneficio delle comunità tibetane in India. «È un progetto che vuole promuovere partecipazione, integrazione, uno stile di vita sano, e che per alcuni bambini tibetani potrebbe significare una futura carriera professionistica nel mondo del calcio». Per la prima volta in India nel 2019, Giada Frigerio ha deciso di tornarci lo scorso agosto per affinare ulteriormente la sua formazione quale insegnante di yoga, e allo stesso tempo scoprire di più di quel Paese che tanto le era piaciuto. A inizio settembre si ritrova a Leh, capitale del Ladakh, nell’estremo Nord dell’India dove proprio in quei giorni c’è fermento per la Climate Cup, torneo di calcio che vede al via squadre indiane ma soprattutto la Nazionale tibetana, non riconosciuta dalla Fifa e quindi esclusa dalle sue competizioni ufficiali. Si gioca nell’insolita cornice, e allo stesso affascinante, dell’Nds Stadium, impianto situato a 3’500 metri tra le vette dell’Himalaya.

L’incontro con l’unico professionista

Incuriosita dall’entusiasmo presente in città, in particolare della popolosa comunità di tibetani, Giada va allo stadio e al termine delle partite incontra il portiere Tenzin Samdup, unico calciatore di origini tibetane riuscito a passare al professionismo (oggi gioca nel massimo campionato indiano). «Mi ha parlato della volontà di creare una scuola calcio per dare la possibilità ai bambini delle comunità tibetane di crescere a livello sportivo ma anche in termini di formazione, visto che sarebbe una struttura dove poter coniugare calcio e studio».

Per maggiori opportunità di eccellere

Il progetto si chiama The Seed Project: è promosso da Samdup e, ci dice Giada, sarà lui stesso a occuparsi di gestire la scuola calcio. Inizialmente mette in conto di realizzare un campo sintetico a Mundgod (località chiamata anche Little Tibet), uno dei più antichi e grandi insediamenti di rifugiati fuggiti dal Tibet verso la fine degli anni Sessanta dopo l’inizio della fase più cruenta degli scontri tra le milizie locali e l’esercito della Repubblica popolare cinese, che dal 1950 è sovrana sui tibetani. Samdup è cresciuto proprio a Mundgod, dove ha iniziato la carriera giocando per l’insediamento tibetano della Doeguling youth sports association. Con questa iniziativa intende dare supporto alla sicuramente non florida, soprattutto in termini finanziari, Associazione sportiva nazionale tibetana, affinché il movimento calcistico possa essere strutturato in maniera più seria e metodica. E questo anche sostenendo finanziariamente la partecipazione a corsi per diventare allenatori, incoraggiando così appassionati di calcio della comunità tibetana a considerare il ‘coaching’ come opportunità lavorativa. Sul percorso che ha visto Tenzin Samdup riuscire, nonostante le difficoltà, a diventare un professionista (oltre che idolo di tanti giovani tibetani) è stato realizzato un documentario intitolato ‘A Dream to Keep’. Essendo esclusa dalle competizioni Fifa, la Nazionale tibetana partecipa ai tornei organizzati dalla Confederation of independent football associations, fondata nel 2013 alla quale sono affiliate squadre che rappresentano nazioni e Stati senza un riconoscimento internazionale, minoranze etniche e micronazioni non affiliate alla Fifa.

Per inseguire il sogno del professionismo

«Con grande sorpresa – prosegue Giada –, ho scoperto che il calcio è tra gli sport più popolari tra i tibetani. Ogni anno l’Associazione sportiva nazionale organizza un campionato con 20-25 squadre provenienti da diversi insediamenti di comunità. Nessuno dei giocatori ha però avuto la possibilità di seguire una specifica formazione calcistica che lo abbia aiutato a esaudire il sogno di diventare professionista. È dunque necessario creare una struttura in grado di dare l’opportunità ai giovani amanti del calcio di imparare, crescere e prosperare».

Un appello al Ticino per la raccolta fondi

Dopo aver conosciuto Samdup e sentito i dettagli della sua iniziativa, Giada si è subito messa in mente di voler contribuire, spinta dall’amore per la cultura locale e dalla volontà di voler in un qualche modo sostenere un popolo che tanto ha patito la violazione dei diritti umani e la discriminazione razziale. Ha parlato del progetto ai suoi amici ticinesi e sulla piattaforma Gofundme.com ha avviato la raccolta fondi (per trovare la pagina digitare Giada Frigerio nella barra di ricerca) affinché benefattori alle nostre latitudini possano aiutare con delle donazioni. Grazie alla sua formazione di grafica e designer, la giovane di Castione ha inoltre allestito un sito web di presentazione del progetto. «L’investimento è piuttosto importante e il mio obiettivo è raccogliere 15mila franchi. Sto pensando di rivolgermi anche alle società sportive in Ticino per capire se qualcuna abbia volontà e disponibilità di dare una mano. Già da parecchi mesi Samdup si sta impegnando per questa causa. Ma non è facile trovare e ricevere finanziamenti. Ha comunque già raccolto una discreta cifra. Io vorrei contribuire per poter velocizzare l’inizio dei lavori». Su quest’iniziativa Giada vorrebbe anche realizzare un piccolo documentario recandosi sul posto per seguire la prima fase dei lavori.