Nell’arco di decenni ha pubblicato diversi libri privilegiando il dialetto. L’ultima fatica ‘Haiku’, uscito un anno fa
Una buona penna che ci sapeva fare con la poesia e all'occorrenza anche con la cronaca dei giornali, con i quali in passato ha collaborato nella stesura di articoli. Un repentino peggioramento dello stato di salute si è portato via all'età di 84 anni quasi compiuti Gian Paolo Lavelli, il poeta di Giubiasco che vanta una ricca serie di libri pubblicati nell'arco di più decenni specialmente in dialetto, ma anche in italiano. L'ultima fatica risale a un anno fa e il titolo ‘Il sapore del vuoto’ sembra un po' voler anticipare il distacco forzato dalle passioni e dagli interessi di tutti i giorni. Uno dei massimi interpreti della poesia dialettale ticinese, Fernando Grignola, ebbe a dire di lui che “attingendo largamente al linguaggio della comunicazione quotidiana, forgiato e frammisto a dialetto e italianismi, arriva a una propria lingua letteraria”. Un marchio personale cui molti scrittori ambiscono, senza mai riuscire. «Tutte le mattine – ci raccontava un anno fa – spulcio attentamente i giornali o accendo la televisione in cerca di qualche illuminazione: da una semplice pubblicità, ad esempio, talvolta si accende quella lampadina da cui prendono spunto queste poesie. A volte raccontano della luna, altre di quello che sta succedendo in Ucraina… L’ispirazione nasce giorno dopo giorno dai temi di attualità più disparati». Un'attenzione lucida che mancherà nel microcosmo dialettale contemporaneo. Il funerale si svolgerà sabato 16 settembre alle 14 nella chiesa San Giobbe di Giubiasco.