Per far fronte alle necessità dettate dalla sua tossicodipendenza aveva partecipato come ‘autista’ a un sequestro di persona tra Locarno e Sementina
È una storia di droga e di espedienti delinquenti, anche maldestri, per cercare di far fronte alle necessità dettate dalla sua tossicodipendenza e guadagnarsi da vivere. Nel febbraio 2021, un 33enne del bellinzonese ha partecipato come ‘autista’ al rapimento di un uomo a Locarno. Tre uomini a bordo della vettura guidata dall'imputato hanno preso la vittima con la forza, caricata in auto e portata a Giubiasco dove si sono fatti consegnare le chiavi del suo appartamento e hanno rubato una cassaforte con gioielli e indumenti di marca. Hanno poi caricato la refurtiva nel baule dell’auto e l’hanno scaricata a Sementina. Il ruolo dell’imputato è stato marginale e ha partecipato alla ‘spedizione’ per un compenso di 100 franchi.
L'imputato è stato accusato anche di ripetuta truffa perché per procacciarsi denaro, su piattaforme online come tutti.ch, offriva cellulari e scarpe di marca, si faceva pagare in anticipo la merce che però non possedeva e che non avrebbe mai recapitato agli acquirenti. Per farsi versare il denaro, il 33enne forniva il numero di conto a lui intestato. La somma guadagnata nel 2020 da 16 persone truffate è stata di circa 3’500 franchi. L’uomo è stato ritenuto colpevole anche di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti per aver venduto 87,31 grammi di cocaina e consumati 34 grammi tra maggio e giugno 2022 a Camorino, Bellinzona, Sant’Antonino e in altre località del cantone.
Il 33enne è stato ritenuto colpevole anche di incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegale di due cittadini stranieri tra il maggio e il 15 giugno 2022, ovvero la sua compagna venezuelana e suo figlio, sprovvisti di documenti validi, ospitandoli al suo domicilio. Per questi reati, la Corte delle Assise criminali di Bellinzona riunite a Lugano, presiedute da Siro Quadri, giudici a latere Monica Sartori-Lombardi e Aurelio Facchi, lo ha condannato oggi a una pena detentiva di 3 anni e 6 mesi e a una multa di 300 franchi. L’uomo, reo confesso e recidivo specifico per quanto riguarda l’infrazione aggravata alla Legge sugli stupefacenti, è stato invece prosciolto dall’accusa di ripetuta truffa poiché nella maggior parte dei casi l’importo pagato dalle persone era di piccola entità. Confermati invece gli altri reati. Nonostante il 33enne avesse negato di sapere l’intento della ‘spedizione’ in auto per rubare la cassaforte, per la Corte non ci sono dubbi: «Aveva capito che non si trattava di un trasporto normale, aveva anche visto la cassaforte e aveva incassato un compenso di 100 franchi», ha fatto notare il giudice Quadri.
Il procuratore pubblico supplente Luca Guastalla (atto d’accusa firmato da Petra Canonica Alexakis) ha chiesto una pena detentiva di 4 anni, da dedursi il carcere preventivo già scontato, più il pagamento di una multa. Il Pp ha ritenuto grave la colpa dell’uomo che «invece che cercare una fonte di reddito onesta si è attaccato a piccoli espedienti per finanziare il suo consumo di droga». Come fare da autista alla “spedizione” di cui era «perfettamente cosciente che le persone in auto con lui avrebbero commesso qualcosa di illecito, ma nonostante ciò non si è fermato». Come non si «è fatto problemi a riprendere la via della droga, nonostante fosse in pieno periodo di prova a seguito della condanna del 2019 a 24 mesi sospesi per infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, e a truffare sedici persone». Un comportamento che l’accusa ha definito «sconsiderato» e una «colpa grave», quella dell’imputato che «non ha capito la gravità degli atti commessi ma che ha banalizzato le sue colpe».
Dal canto suo, la difesa, rappresentata dal difensore d’ufficio Mario Bazzi, si è battuta per una pena detentiva di massimo 3 anni, parzialmente sospesi, dalla quale dedurre la carcerazione preventiva di 8 mesi già scontata. Il patrocinatore ha chiesto l’assoluzione dai reati di dodici casi di truffa su sedici perché l’importo era di piccola entità, inferiore a 300 franchi. Come anche l’assoluzione dall’accusa di complicità di sequestro di persona e rapina. La difesa ha invitato a considerare come un caso di lieve entità, che dovrebbe essere sanzionato al massimo con una multa, anche l’incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegale della compagna dell’imputato e di suo figlio, trattandosi di un periodo breve. Quanto all’infrazione aggravata alla Lf sugli stupefacenti la difesa ha fatto presente come il suo assistito abbia sempre collaborato con gli inquirenti, indicando nomi degli acquirenti, da chi lui stesso si riforniva e tenendo conto del relativo contenuto quantitativo di droga venduta e consumata.