Gli aventi diritto di voto di Bellinzona riceveranno un rapporto stilato da 20 cittadini ‘comuni’ con argomenti a favore e contro la legge sul clima
Un ulteriore strumento per aiutare i cittadini a formarsi un’opinione in merito a un tema in votazione federale. In questi giorni gli aventi diritto di voto di Bellinzona riceveranno a casa – oltre alle ‘classiche’ informazioni di voto da parte della Confederazione – un rapporto di due pagine redatto da 20 persone estratte a sorte che hanno passato quattro giorni a informarsi e discutere della cosiddetta legge sul clima, uno degli oggetti in votazione il prossimo 18 giugno. Uno degli obiettivi principali del forum cittadino ‘demoscan’ – un progetto pilota di democrazia partecipativa svoltosi per la prima volta in Ticino – è quello di incrementare l’affluenza alle urne, grazie a un’informazione oggettiva, risultante da una discussione tra persone ‘comuni’ che non appartengono a nessun partito o movimento politico. E i risultati di un primo sondaggio, mostrano in effetti che chi ha consultato il rapporto sembrerebbe più incline a partecipare alla votazione.
«Parlare di democrazia è come parlare dell’aria che respiriamo», ha esordito durante una conferenza stampa odierna il sindaco di Bellinzona Mario Branda. Si tratta quindi di qualcosa «di acquisito, di scontato». Tuttavia, «la democrazia oggi è sollecitata in mille modi: demagoghi, populisti, regimi dittatoriali mettono in discussione le nostre convinzioni radicate». Una delle conseguenze è che «solo la metà della popolazione (a volte anche meno) si reca alle urne». Il Comune ha quindi aderito a questo progetto – realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università di Ginevra con il sostegno del Fondo nazionale svizzero e della Città – con l’obiettivo di «tornare a coinvolgere persone che magari non vanno a votare, ma che fanno parte della nostra comunità civile». E questo perché «la democrazia non è scontata, né eterna», ha sottolineato Branda, aggiungendo che si valuterà se riproporre in futuro un altro forum cittadino.
Ricordiamo che poco più di un anno fa 2’000 residenti (stranieri compresi) con più di 16 anni avevano ricevuto una lettera con la quale si chiedeva di partecipare a demoscan. In seguito, dalle circa 140 persone che si erano messe a disposizione, ne sono state sorteggiate 22, tenendo conto di età, sesso, livello di istruzione, posizionamento sull’asse sinistra-destra e frequenza di voto, così da avere un gruppo il più rappresentativo possibile della cittadinanza. Gruppo che si è poi riunito durante due fine settimana tra fine marzo e inizio aprile scorsi: durante la prima riunione sono stati ascoltati politici favorevoli e contrari alla legge sul clima, così come esperti che hanno risposto a domande poste dai 20 membri (due si sono ritirati) del forum cittadino. Il secondo weekend è poi stato dedicato all’analisi delle informazioni ricevute e alla discussione. Discussione sfociata infine in un rapporto di due pagine: nella prima vi sono informazioni generali sul tema, mentre nella seconda vengono elencati gli argomenti ritenuti particolarmente pertinenti a favore e contro la legge sul clima. A differenza del libretto della Confederazione, non viene data alcuna raccomandazione di voto. Il rapporto fornisce infatti una visione d’insieme, presentando le possibili conseguenze sia in caso di accettazione, sia di rifiuto della legge.
Lo scopo è innanzitutto di aiutare gli aventi diritto di voto a formarsi un’opinione, facendo sì che chi parteciperà alla votazione sia anche «adeguatamente informato», ha precisato Nenad Stojanovic, politologo dell’Università di Ginevra e responsabile del progetto. La speranza è poi anche che aumenti l’affluenza. In questo senso un primo sondaggio (così come altri progetti di questo tipo), mostra come «coloro che hanno ricevuto il rapporto siano più inclini a recarsi alle urne rispetto a chi non ha potuto consultarlo». Non da ultimo il forum rappresenta anche per chi ha partecipato, «una sorta di scuola di democrazia», durante la quale si imparano importanti nozioni di civica.
In questo senso Nicole Calzascia, membro del forum cittadino, ha valutato positivamente la partecipazione al progetto: «È stata un’esperienza che mi ha permesso di comprendere meglio le idee degli altri, anche se diverse dalle mie», ha sottolineato. In particolare la discussione «con persone che provengono da contesti sociali e professionali differenti ha contribuito a rendere l’esperienza unica e positiva». Le abbiamo poi chiesto se, a seguito dei confronti avuti, ha cambiato opinione sul tema: «Le mie idee hanno oscillato», ammette, anche se alla fine non ha cambiato opinione. In ogni caso «ascoltare altre idee ha contribuito alla riflessione».
Riflessione che è anche al centro di uno dei primi risultati scientifici emersi dall’esperienza demoscan: «Grazie al processo deliberativo si è notato un miglioramento significativo per quanto riguarda i ragionamenti a sostegno della propria opinione», ha affermato Francesco Veri, collaboratore scientifico all’Università di Ginevra. In altre parole, dopo la discussione i partecipanti riuscivano a sostenere in modo più razionale le proprie idee. E questo proprio grazie «all’ascolto delle opinioni degli altri», compresi politici ed esperti. Un processo che solitamente in un parlamento non avviene, vista la pressione del partito o di gruppi di interesse a portare avanti un’idea ben precisa, in pratica senza avere la possibilità di cambiare opinione in base alle discussioni avvenute.