Il vicesindaco Simone Gianini: ‘Sono cresciute le procedure per la riattazione di edifici esistenti, non le domande di costruzione per nuovi edifici’
Nel 2022 le istanze edilizie inoltrate al Comune di Bellinzona sono risultate essere “quasi del 50% superiore alla media annuale precedente”, afferma il Municipio nel messaggio sul Consuntivo. Una crescita «non dovuta a domande di costruzione per nuovi edifici (che invece sono in riduzione), ma al forte aumento delle procedure per la riattazione di edifici esistenti», spiega a ‘laRegione’ Simone Gianini, capodicastero Territorio e mobilità. Si tratta in particolare di risanamenti e miglioramenti energetici: ad essere praticamente triplicato è il numero degli Annunci, cioè l’iter particolare previsto per gli impianti fotovoltaici che, nella maggioranza dei casi, sono esentati dalla procedura di licenza edilizia, ma devono comunque essere seguiti con il relativo impegno amministrativo. Più istanze non significa dunque più appartamenti con il rischio che restino sfitti. Anzi, «potrebbe proprio essere lo sfitto, che da un paio di anni è comunque in diminuzione, ad aver incentivato i proprietari di edifici datati a investire», sottolinea il vicesindaco.
Concretamente, tra il 2017 e il 2020, sono state inoltrate in media 1’000 istanze all’anno. Un numero poi salito a circa 1’300 nel 2021 (+30% rispetto alla media) e a circa 1’500 nel 2022 (+50%). «Ben 300 di queste ultime riguardavano la posa di pannelli solari», precisa Gianini. «Si tratta di una tendenza interessante, visto che denota un miglior utilizzo del parco immobiliare esistente anche nell’ottica di un sviluppo sostenibile a livello territoriale. Inoltre, mostra come vi sia la volontà di fare capo a fonti di energia rinnovabile, grazie anche agli importanti sussidi di cui si può attualmente beneficiare».
In ambito di contenzioso le cifre annuali risultano invece le più basse dal 2017, con 22 ricorsi in totale, di cui 18 inoltrati al Consiglio di Stato, 3 al Tribunale amministrativo e 1 al Tribunale federale. Segno che «la trattazione approfondita degli incarti (con anche il coinvolgimento delle parti ed eventuali tentativi di conciliazione), portano a decisioni solide in prima istanza che vengono quindi sempre meno impugnate», rileva il capodicastero Territorio e mobilità.
La crescita delle istanze porta di conseguenza anche a un aumento della mole di lavoro. Visto che le risorse umane sono però rimaste le stesse, è stato riscontrato un “bilancio negativo tra gli incarti evasi e quelli inoltrati”, si legge nel messaggio sul Consuntivo. La sfida – conclude Gianini – è quindi quella di «rafforzare il servizio, tenendo conto dei limiti finanziari», in modo da riuscire perlomeno a mantenere, se non migliorare, «il ritmo di evasione delle pratiche ed avere nel contempo la necessaria disponibilità per la consulenza e i controlli, anche in ottica preventiva».