Bellinzonese

‘Il Doni era unico, ad Arbedo è stato il parroco di tutti’

Nelle commosse parole del sindaco Luigi Decarli il ricordo di don Italo Meroni deceduto all’età di 93 anni, di cui 54 vissuti da parroco in paese

In sintesi:
  • Originario del Mendrisiotto, don Meroni nel Bellinzonese aveva assunto nel tempo alcune cariche sul piano regionale
  • Il sindaco DeCarli: «Sono cresciuto con lui come persona di riferimento per bambini e adulti»
24 aprile 2023
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«Il Doni, così lo chiamavamo con affetto in paese, è stato il prete di tutti, senza distinzione alcuna. Umile, carismatico, amato dai suoi parrocchiani e dalla comunità cattolica di Arbedo», di cui è stato guida spirituale per oltre mezzo secolo fra il 1963 e il 2016. Due generazioni, quasi tre. All'età di 93 anni, di cui gli ultimi trascorsi nella casa di riposo Paganini Rè di Bellinzona, è deceduto don Italo Meroni e il sindaco Luigi Decarli ne ricorda la figura con affetto: «Sono cresciuto con lui parroco. È stato una persona di riferimento per bambini e adulti; credo non ci fosse una parrocchia nella regione con un numero così nutrito di chierichetti alle messe». Nella ‘sua’ chiesa di San Giuseppe ad Arbedo, da lui tanto voluta come simbolo moderno nel quale proiettare il senso di comunità, si svolgerà mercoledì 26 alle 15 il funerale celebrato da monsignor Alain de Raemy, amministratore apostolico della Diocesi di Lugano.

Originario del Mendrisiotto, don Meroni nel Bellinzonese aveva assunto nel tempo alcune cariche sul piano regionale: vicario foraneo per tre decenni fino al 2000, nonché canonico onorario della Cattedrale di Lugano e anche delegato curiale per l’amministrazione della cresima. L'autorità comunale non ha avuto dubbi quando nel 2016 il Municipio ha proposto di conferirgli la cittadinanza onoraria: «Una procedura per tutti noi scontata – rammenta il sindaco – e che è sfociata in una votazione del Consiglio comunale per acclamazione. Proprio questo fatto la dice lunga sull'importanza del suo operato, che andava di pari passo con la grande capacità di accogliere e ascoltare chiunque, cercando di essere d'aiuto nelle belle come nelle brutte occasioni che la vita ti presenta».

Un aneddoto Luigi Decarli lo riserva infine alla costruzione della chiesa dedicata a San Giuseppe, monumento protetto d'interesse cantonale: «La nostra casa confinava con l'area della Parrocchia e il Doni era molto attento al cantiere. Con regolarità si presentava sul posto per verificare l'avanzamento dei lavori. Io ero molto giovane a quell'epoca e avevo capito subito che lui non voleva una chiesa per sé ma per la comunità. Ed è in quest'ottica che lui si è speso sin da subito: quand'era giunto ad Arbedo, aveva impostato la propria opera pastorale dandole una concreta impronta di apertura e coinvolgimento».