Bellinzonese

Dallo Ior una speranza in più contro il cancro alla prostata

Oggetto dello studio specifici globuli bianchi che bloccano le difese del corpo favorendo la crescita del tumore e la resistenza alle cure farmacologiche

In sintesi:
  • Da Bellinzona una svolta per combattere questa tipologia di tumore 
  • Con questa importante scoperta si potrà in futuro prevenire o ritardare altre malattie legate all’età
3 marzo 2023
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Apre nuove prospettive terapeutiche contro il cancro alla prostata l’ultima importante scoperta fatta dall’Istituto oncologico di ricerca (Ior) di Bellinzona sotto la guida di Andrea Alimonti e Arianna Calcinotto e in collaborazione con l’Università di Padova. La novità concerne i neutrofili che rappresentano il 50-70% dei globuli bianchi circolanti nel sangue umano e costituiscono una barriera immunitaria innata contro gli agenti patogeni. Grazie alla produzione di sostanze specifiche i tumori sono generalmente in grado di attirare un tipo particolare di neutrofili detti ‘immunosoppressivi’, essendo in grado di bloccare le difese immunitarie favorendo la crescita del tumore e aumentando la resistenza alle terapie farmacologiche. Questo meccanismo era già stato dimostrato, in buona parte dagli stessi ricercatori dello Ior, nei tumori della prostata in fase avanzata, dove l’aumento dei neutrofili circolanti è correlato a una minore sensibilità alle terapie convenzionali e quindi a una sopravvivenza più corta dei pazienti. Nell’intento di trovare nuove vie terapeutiche volte a bloccare il reclutamento di queste cellule immunosoppressive da parte del tumore, i ricercatori hanno identificato un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia che coinvolge i neutrofili.

La scoperta

Normalmente i neutrofili hanno una vita molto breve. Ora i ricercatori ticinesi e padovani hanno identificato un sottogruppo di neutrofili capaci di persistere più a lungo nel microambiente tumorale rispetto agli altri. Questi neutrofili ‘invecchiati’ sono quindi in grado di potenziare lo sviluppo del tumore e di aumentare la resistenza alle terapie. Scovato dunque un nuovo meccanismo che permette al tumore di sottrarsi alle difese immunitarie. Una scoperta che fa dunque intravedere la possibilità di sviluppare nuove terapie antitumorali basate su farmaci senolitici che colpirebbero i neutrofili senescenti.

Prospettive

«I nostri risultati rappresentano una scoperta significativa, che fa luce su come le cellule tumorali interagiscono col sistema immunitario a livello molecolare», dichiara Nicolò Bancaro, primo autore della pubblicazione. «Prendendo di mira specifici meccanismi d’invecchiamento del sistema immunitario con gli immuno-senolitici, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare le malattie legate all’età come l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro», sottolinea Alimonti.