Sopperiscono al taglio di alcuni gruppi di piante deciso per favorire il ripristino di prati secchi e relativi habitat
Qualcuno a Campo Blenio, alzando lo sguardo verso i pendii innevati, nei giorni scorsi se n’è accorto: a monte di una porzione di piste dedicate allo sci alpino, e più precisamente sopra lo skilift principale, è spuntata una serie di nuovi ripari valangari artificiali al posto di alcuni gruppi di piante che in passato, per diverso tempo, hanno assicurato un’adeguata protezione naturale contro le slavine. La posa dei cavalletti treppiedi, avviata nei mesi scorsi, è stata in gran parte completata prima delle recenti nevicate e sarà ultimata la prossima primavera. Una posa resasi necessaria a seguito di un esbosco deciso dai servizi cantonali non per sopperire a una presenza di alberi malati (erano in effetti sani), bensì alla volontà di ripristinare alcune zone naturalistiche e adibirle a prati secchi. Habitat caratterizzati da grande biodiversità e ritenuti fondamentali per l’approvvigionamento di alcune specie indigene quali farfalle, cavallette, api selvatiche e uccelli.
Un’esigenza che è andata però a cozzare con quella antivalangaria, un tempo come detto assicurata in modo spontaneo dai gruppi di alberi. Dopo l’intervento della cooperativa che gestisce la stazione invernale – società che ha preteso il ripristino del grado di sicurezza delle piste antecedente l’esbosco – oggi questa è nuovamente garantita. La pendenza del versante, superiore ai 40 gradi, implica il rischio di scivolamento durante l’inverno. In questo contesto l’effetto protettivo del bosco è molto importante grazie alla sua capacità non solo di resistere all’impatto della massa nevosa in caduta, ma anche di stabilizzare il manto impedendo alle valanghe di formarsi o riducendo la superficie di frattura. Non da ultimo la chioma trattenendo importanti quantitativi di neve ne modifica la struttura rispetto a un campo aperto.