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Nuova sede Ior a Bellinzona, dalle parole ai fatti

Studio di fattibilità con fondi privati: il Consiglio di fondazione ha incaricato l’architetto vodese Papadaniel, già membro della giuria per l’Irb

La nuova sede Irb, inaugurata lo scorso novembre, e a destra il terreno della Città a disposizione per la nuova sede Ior
(laRegione)
9 marzo 2022
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L’Istituto oncologico di ricerca (Ior) ha sete di spazio e non perde tempo. Nell’ottica di realizzare una propria nuova sede a Bellinzona, prevista in via Chiesa accanto a quella dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) inaugurata lo scorso novembre all’ex Campo militare dove lavorano 250 persone, ha trovato i fondi necessari a eseguire uno studio di fattibilità. Fondi privati. Lo conferma alla ‘Regione’ l’oncologo Franco Cavalli, padre dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi) e da alcuni anni presidente del Consiglio di fondazione dello Ior. I cui membri riuniti ieri in città sono stati aggiornati sull’avanzamento dell’iter. «Che è solo alle prime battute – ammette Cavalli – ma con una progressione che fa ben sperare per le fasi successive. In questo momento è importante verificare nel dettaglio, coinvolgendo uno specialista del ramo, lo stato pianificatorio del comparto e la relativa possibilità edificatoria considerando anche gli indici già utilizzati e sfruttati per il nuovo Irb e quelli rimanenti nel terreno accanto che pure appartiene alla Città» ed è già debitamente iscritto a Piano regolatore quale riserva per poter accogliere un secondo stabile da destinare alla ricerca medica. «Questa valutazione permetterà di farci un’idea chiara di quanto ammonterà l’investimento complessivo correlato allo spazio necessario per far crescere l’attività dello Ior come finora previsto».


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Franco Cavalli

L’aiuto privato e quello pubblico

L’aiuto privato viene assicurato da una donna, conoscente di Franco Cavalli e residente in Ticino, che ha già sostenuto nel recente passato diverse attività svolte dallo Ior. E che si è già detta disposta, nella fase successiva, a co-finanziare in modo importante la costruzione dell’edificio. «Determinante sarà il sostegno pubblico della Confederazione e del Cantone», annota il presidente Ior: «Da una prima stima dell’onere complessivo, risulta che questi tre attori insieme potrebbero raggiungere un livello tale di copertura da contenere al minimo l’esposizione ipotecaria dello Ior, a tutto vantaggio delle risorse da destinare alla ricerca. Così facendo intendiamo inoltre gravare il meno possibile sulla Città di Bellinzona. Il cui contributo di parecchi milioni a favore dell’Irb durante i suoi primi vent’anni di attività è stato fondamentale, mentre risulta per noi d’importanza vitale la disponibilità del Comune nel mettere a disposizione il terreno».


L’architetto vodese Dimitri Papadaniel

Professionista noto in Ticino

Per lo studio di fattibilità il Consiglio direttivo dello Ior ha deciso lunedì sera d’incaricare Dimitri Papadaniel, architetto di fama internazionale attivo a Morges nel Canton Vaud e in Grecia. Un volto noto alle nostre latitudini avendo fatto parte nel 2015 della giuria che scelse il progetto architettonico del nuovo Irb all’ex Campo militare (scelta caduta sulla proposta ‘Nel Parco’ elaborata dal compianto architetto Aurelio Galfetti) e avendo progettato nel 2002 insieme al pure compianto architetto Luigi Snozzi l’edificio di via Vela 6 a Bellinzona occupato per un ventennio proprio dall’Irb fino al recente trasloco. Palazzo vetrato di via Vela, ricordiamo, che a fine 2021 la Città ha acquistato per 6 milioni di franchi dalla società immobiliare allora proprietaria con l’obiettivo di continuare a inserirvi ricerca medica e scientifica. Lo studio Papadaniel è anche noto – e molti bleniesi se lo ricorderanno – per aver ricevuto l’incarico a metà anni 70 di pianificare l’inserimento di una grande stazione sciistica a Dötra dotata di impianti di risalita, duemila posti letto fra hotel, residenze collettive e individuali, strutture commerciali e culturali; un villaggio turistico car-free con collegamenti interni garantiti da furgoni e piccoli veicoli elettrici. Progetto faraonico mai decollato. Per fortuna, secondo molti amanti della montagna e della natura.

Un auditorium, pochi posteggi

Tornando con i piedi per terra, Dimitri Papadaniel dovrà consegnare il proprio studio preliminare entro sei/otto mesi. «Uno dei punti fermi – annota Cavalli – è che attualmente a Bellinzona manca un auditorium in grado di accogliere 200/250 persone. Verrebbe utile a noi ma potrebbe benissimo essere messo a disposizione di altri enti o eventi, come per esempio la Città, per conferenze e concerti, a dipendenza dal tipo di sala che verrebbe realizzata. Ma lo studio preliminare dovrà soprattutto dimostrare che l’esigenza di una nuova sede poggia su un concreto bisogno scientifico di spazi adeguati». A questo riguardo a tracciare la via è lo sviluppo conosciuto negli ultimi anni dallo Ior e da quello previsto a medio e lungo termine, che lo avvicinerà ai tredici gruppi dell’Irb: «Eravamo partiti da tre, oggi ne contiamo sette, dal primo luglio comincerà l’ottavo, nel 2023 dovrebbe aggiungersi il nono e fra due anni il decimo. Questo per dire che nella nuova sede Irb in via Chiesa, dove da quattro mesi operiamo a stretto contatto anche con i ricercatori dell’Ente ospedaliero cantonale, lo spazio non abbonda. Perciò abbiamo deciso di continuare a occupare in affitto, per il momento, anche la sede ‘storica’ di via Pometta. Ambire a una logistica nuova e unica ci sembra dunque una strada logica e sostenibile, considerando anche che Irb e Ior sono affiliati alla Facoltà di scienze biomediche dell’Usi e che insieme hanno costituito l’anno scorso l’associazione Bios+ con l’obiettivo anche di sviluppare gruppi di lavoro comuni. In questo contesto, dotarci di una nuova sede permetterebbe all’Irb a sua volta di crescere ulteriormente». Il tutto, conclude Franco Cavalli, riservando un occhio attento all’ambiente: «Considerata la migliorata raggiungibilità di Bellinzona con i mezzi pubblici in costante potenziamento, miriamo a contenere il più possibile il numero di posti auto». Peraltro, essendo totalmente finanziato da un privato, lo studio di fattibilità non ha richiesto in questa fase la procedura di concorso pubblico che interesserà invece le successive tappe progettuali e realizzative.

Precisione in oncologia: parla il prof. Dalla Favera

Lo Ior si distingue anche per le iniziative di divulgazione aperte al pubblico. La terza edizione della ‘Castelgrande Lecture’, in agenda domani, giovedì 10 marzo, porterà nuovamente in Ticino in modalità telematica un ricercatore di fama internazionale. Il professor Riccardo Dalla Favera, direttore dell’Institute for Cancer Genetics alla Columbia University di New York e membro del Comitato consultivo scientifico dello Ior, parlerà del tema "La nuova medicina di precisione in oncologia: l’esempio del linfoma". La conferenza online, in lingua italiana, si terrà alle 17 per la durata di circa un’ora. La presentazione verrà introdotta da Franco Cavalli e dal professor Andrea Alimonti, Group Leader dello Ior. Collegamento streaming all’indirizzo www.usi.ch/it/feeds/17896

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