Bellinzonese

‘Il treno non parte se non scendete’: bellinzonesi arrabbiati

Disavventura ferroviaria sabato mattina per alcune decine di passeggeri rimasti a terra perché i vagoni erano stracolmi di turisti di ritorno Oltralpe

Impossibile salire sul treno già affollato delle 10.18 diretto a Basilea
30 ottobre 2022
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Saliti e fatti subito scendere, pena l’impossibilità di far transitare – per motivi di sicurezza – il treno troppo pieno nel tunnel di AlpTransit sotto il San Gottardo. Disavventura ferroviaria quella vissuta sabato mattina a Bellinzona dai passeggeri, diverse decine, intenzionati a raggiungere Oltralpe a bordo del treno diretto delle 10.18 con fermate ad Arth-Goldau, Lucerna, Olten e meta Basilea. Alcuni utenti si sono rivolti alla nostra redazione segnalando «l’assurdità di quanto vissuto». Il convoglio giunto dal Sottoceneri straripava di gente ammassata che occupava anche in piedi ogni spazio a disposizione, compreso quello tra un vagone e l’altro. «Finiamo per riempire anche gran parte dei corridoi», spiega una viaggiatrice diretta a Basilea: «Tutto ciò mentre l’app delle Ffs sia la sera prima, sia la mattina stessa e ancora al momento di acquistare il biglietto indicava ‘occupazione alta’ ma non ‘molto alta’. Già in passato mi è capitato che vi fossero posti a sedere pur segnalando l’app ‘occupazione alta’. Ma non questa volta… Salire a bordo è stato un’impresa – prosegue la testimonianza – e la prospettiva di proseguire il lungo viaggio in quel modo non era allettante».

‘Malamente esortati e l’app in ritardo’

Passa qualche istante, il treno non parte all’orario indicato e viene fatto l’annuncio che chi è salito a Bellinzona senza prenotare un posto, deve scendere per poter far transitare il treno, con gli altri passeggeri a bordo, sotto il Gottardo: «Niente del genere era stato detto prima dell’arrivo del treno. Il messaggio viene ripetuto più volte e veniamo malamente esortati anche dal personale a prendere il treno dopo delle 10.47 con cambio a Zurigo. A quel punto, insieme a pochi altri passeggeri, obbedisco e scendo, col rischio però di perdere la coincidenza a Zurigo, arrivando così in ritardo all’impegno da tempo fissato a Basilea». E in effetti «il treno successivo giunge a Zurigo in ritardo e per poter prendere la coincidenza devo correre per un lungo tratto. Idem gli altri passeggeri diretti altrove». La nostra interlocutrice aggiunge peraltro che l’app delle Ffs ha solo successivamente aggiornato come ‘occupazione molto alta’ il treno diretto delle 10.18: «Una vera beffa, non da ultimo considerando che il convoglio in questione era monopiano, non troppo lungo e che il vagone ristorante era inaccessibile perché chiuso».

Al rientro treno a due piani, più lungo e semivuoto

Tutto questo in un fine settimana durante il quale era facile immaginare, specie per le Ffs, un massiccio ritorno di turisti da sud verso la Svizzera interna, visto che in cinque cantoni romandi finivano le vacanze autunnali: «E che si trattasse per la maggior parte di turisti non c’è dubbio, visto che quasi tutti viaggiavano con bagagli voluminosi». Peraltro… beffa nella beffa, «il convoglio serale in partenza da Basilea alle 19.03 e diretto a Lugano era semivuoto, molto lungo e a due piani». Un’altra donna salita e subito scesa dal treno delle 10.18 ha inoltre raccontato agli altri malcapitati di aver preventivamente telefonato alle Ffs chiedendo se prevedessero quella mattina forte affluenza e se dunque avrebbe dovuto prenotare un posto (costo 5 franchi non rimborsabili in nessun caso). Le è stato risposto che non era necessario farlo; la stessa cosa le sarebbe stata ripetuta al momento di acquistare il biglietto in stazione.

Sceso anche chi aveva riservato il posto

Un altro utente rincara la dose delle critiche: «Posti tutti occupati, gente in piedi, molti di coloro che avevano riservato il posto (non solo turisti ma anche gente che viaggiava per lavoro), hanno dovuto rassegnarsi e attendere a Bellinzona un altro treno. Il personale Ffs se n’è lavato le mani e il capotreno ha asserito che chi si fosse diretto in prima classe senza tessera del metà prezzo avrebbe dovuto pagare prezzo pieno: peccato che anche la prima classe fosse al completo». A questo punto «viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di sopprimere il detto ‘Viaggio in treno viaggio sereno’ o di smetterla d’incentivare l’uso della ferrovia al posto dell’auto».

‘Come piccioni ad attendere il cibo’

L’invito, va da sé, riguarda le previsioni di traffico: «Le Ffs considerino con più attenzione i periodi di forte affluenza generata dalle vacanze nei vari cantoni o Paesi limitrofi. Anziché ‘lavarsene le mani’ mostrando il massimo disinteresse, assicurino una capienza sufficiente aggiungendo carrozze supplementari», prosegue il nostro interlocutore. Dettaglio non trascurabile: «Abbiamo fatto una figuraccia con la responsabile dell’attività con la quale mia moglie aveva un appuntamento a Basilea. Contrariamente a quanto accaduto, ci saremmo aspettati informazioni supplementari dal personale ferroviario. Invece siamo rimasti sul marciapiede della stazione come dei piccioni ad attendere il cibo».

La redazione ha interpellato questa mattina il servizio stampa delle Ffs, senza finora ricevere risposta.