Tragedia alla Scaletta: per Maurizio Montalbetti, legale della polisportiva, non è stata una scelta incosciente la discesa dal sentiero non ufficiale
«I responsabili sono tutti giovani che hanno deciso d’investire il loro tempo a favore di coetanei e ragazzi di minore età. Dopo questa tragedia sono spaesati, scioccati e secondo me, al di là della ricerca di un colpevole vero e proprio, sono loro stessi vittime. È un momento difficile per tutti». Si esprime così Maurizio Montalbetti, avvocato varesino che fornisce assistenza legale alla società polisportiva Virtus Bisuschio in seguito all’incidente mortale avvenuto domenica a mezzogiorno appena sotto la capanna Scaletta nell’Alta Val di Blenio. «Non era la prima volta che la società organizzava una gita in quel posto, conosciuto bene dai responsabili del soggiorno – spiega subito Montalbetti sollecitato dalla ‘Regione’ –. Tra parrocchia e gruppo sportivo, la comunità di Bisuschio è infatti legata a Campo Blenio».
Arrivati in capanna dopo aver camminato in salita lungo il sentiero ufficiale, una volta lasciato il rifugio la comitiva formata da una ventina di persone (composta per la maggior parte da atleti maggiorenni) si è divisa: una parte ha scelto di scendere dal percorso intrapreso in precedenza, mentre un gruppo più minuto – accompagnato da alcuni responsabili – si è incamminato lungo la traccia non ufficiale, più impervia e che permette di accorciare di circa mezz’ora il percorso che porta al Pian Geirèt. Un percorso che il presidente del Club alpino svizzero sezione Ticino, Giovanni Galli, ha definito ieri pericoloso pur non essendo particolarmente tecnico. Poco dopo aver iniziato la discesa, un 14enne di Bisuschio è inciampato, perdendo la vita sul colpo dopo essere precipitato per un centinaio di metri. Cadendo ha travolto un altro 14enne che lo precedeva, anch’egli della polisportiva e pure residente in provincia di Varese. Un terzo coetaneo del Mendrisiotto, non facente parte della comitiva lombarda e presente sul posto con la madre, ha quindi cercato di soccorrere i due ragazzi, ma è a sua volta precipitato. Stando alle ultime informazioni, i due giovani feriti sono ancora ricoverati all’Ospedale Civico di Lugano in gravi condizioni.
A due giorni dalla tragedia ancora si riflette sull’adeguata valutazione dei rischi da parte dei responsabili della gita prima di incamminarsi lungo la via dove si è verificata la disgrazia. Un percorso sul quale negli ultimi decenni sono avvenuti altri decessi, ma che ancora oggi – essendo un collegamento più rapido da e per la capanna – viene scelto da più escursionisti. «Non è forse una via ufficiale, ma sicuramente non è un percorso che si sono inventati quelli della Virtus Bisuschio – afferma Montalbetti –. Quello che ho avuto modo di dire in questi giorni ai ragazzi della polisportiva è che la pericolosità non va valutata sull’esito dell’evento nefasto che c’è stato, ma a priori. Ripeto: era un percorso noto ai responsabili del gruppo, e non sono partiti all’avventura. Credo che questo sia un punto centrale». Nessun particolare motivo (per esempio un gesto di goliardia o la fretta di scendere a valle per tornare alla Casa Cristallina dov’erano alloggiati) avrebbe inoltre incentivato la scelta. «E tutti i presenti – spiega ancora il legale – erano fisicamente idonei per svolgere attività sportiva» e quindi anche un’escursione di quel tipo.
In questi giorni gli inquirenti della Polizia cantonale hanno raccolto le testimonianze delle persone presenti all’escursione, effettuata durante il secondo giorno del campo d’allenamento organizzato a Campo Blenio. Dato il delicato e triste momento, la polisportiva ha deciso di sospendere tutte le attività.