Primo agosto – La manager Beatrice Fasana si è rivolta a una gremita Piazza del Sole sposando la strategia turrita in ambito biomedico
«Dove ci sono visione e volontà, c’è anche una via… E con i mezzi appropriati tutto sarà possibile. Avanti Bellinzona! Secondo me quella imboccata è la giusta via». L’incarico di rivolgersi ai bellinzonesi in occasione della festa della patria è stato affidato quest’anno a Beatrice Fasana: direttrice della Sandro Vanini Sa di Rivera, vanta una laurea in scienze dell’alimentazione al Politecnico di Zurigo e una ricca esperienza professionale in varie industrie alimentari; inoltre è vicepresidente della Supsi e membro del Consiglio dei politecnici federali svizzeri. Ed è presente nella classifica della rivista elvetica ‘Women in Business’ per il secondo anno consecutivo, tra le cento donne più influenti in Svizzera nella categoria ‘Industrie und Handel’, dove si contano solo tre ticinesi. Non da ultimo è citata nel libro "101 donne di successo in Ticino".
Rivolgendosi a una gremita Piazza del Sole dopo il saluto iniziale del sindaco Mario Branda, Beatrice Fasana ha posto l’accento sul tema dell’innovazione su cui stanno spingendo il Cantone e la Città di Bellinzona. Innovazione che «se crea valore nelle aziende, crea anche benessere e indotto per il paese». L’edizione 2021 dell’European Innovation Scoreboard, statistica pubblicata dalla Commissione europea, «ha decretato la Svizzera quale Paese più innovativo d’Europa. A livello regionale (Regional Innovation Scoreboard), il Canton Ticino è stato catalogato a sua volta quale ‘Innovation leader’ classificandosi al secondo posto in Svizzera alle spalle di Zurigo che figura al quinto posto tra le regioni più innovative d’Europa. Il Ticino risulta dunque all’avanguardia a livello europeo». E Bellinzona? «La vostra Città nell’ambito dell’innovazione si sta sempre più profilando e mostrando la volontà concreta di voler giocare un ruolo propulsivo gettando le basi per il polo tecnologico del futuro in Ticino attorno alle scienze della vita costruito a partire da due pietre miliari come l’Irb e Iosi». Secondo Beatrice Fasana si tratta di un progetto «visionario e a lungo respiro che secondo me va sostenuto con forza e mezzi cantonali, oltre che comunali. Quanto a me, negli ambiti in cui sono attiva cercherò di far convergere tutta l’attenzione qui ma anche d’Oltralpe».
Da qui il suo auspicio «a vivere e a rappresentare con maggiore consapevolezza i valori scritti nella Costituzione federale. Valori che abbiamo ‘ereditato’ da chi, prima di noi, molto si è impegnato e ha combattuto per acquisirli. Ciò ci permette di essere un paese che, seppur piccolo, svetta nelle classifiche dell’innovazione mondiale e permette a tutti un accesso a una formazione di qualità. Un Paese il cui livello di benessere, grazie soprattutto a tutte le operose piccole e medie imprese e ai loro posti di lavoro, è davvero invidiabile». Proprio in ambito formativo, Beatrice Fasana ha sottolineato che in Svizzera «disponiamo di un sistema formativo di prim’ordine. E siccome nulla viene regalato, a chi s’impegna e investe energie nella propria formazione si aprono innumerevoli strade e autostrade per realizzare il proprio sogno lavorativo, sia partendo da un apprendistato, sia optando per la via accademica». In questo ambito ha rimarcato che «ogni studente svizzero meritevole pagando una tassa scolastica annuale di 1’600 franchi, poco più di 4 franchi al giorno, può accedere al Politecnico di Zurigo, l’ottava migliore università mondiale, mentre in certi atenei americani sborserebbe annualmente più di 50’000 dollari. Negli Stati Uniti e in molti altri Paesi accedono alle migliori scuole non i più meritevoli, ma quelli con le maggiori disponibilità finanziarie».