Bellinzonese

‘Atteggiamento mafioso’, Pronzini querelato dal Municipio

Bellinzona: il consigliere Mps indagato per diffamazione, calunnia e ingiuria. All’origine un suo intervento in Cc sulla casa anziani di Sementina

Matteo Pronzini e Mario Branda
(Ti-Press)
27 maggio 2022
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Una legislatura iniziata in un clima di tensione, con un pressing politico esercitato da più fronti politici, di sinistra e di destra, sul Municipio nell’ambito di più temi sensibili. Uno di questi in particolare – i 22 decessi per Covid alla Casa anziani di Sementina con tanto di inchiesta penale ora sfociata in tre proposte di pena contestate dai vertici della struttura – a più riprese ha surriscaldato il clima nella sala del Consiglio comunale. Ed è proprio durante uno di questi confronti diretti che dai banchi del Legislativo è partita all’indirizzo dell’Esecutivo un’accusa che quest’ultimo ha poi unanimemente ritenuto di dover sottoporre al giudizio dell’autorità penale tramite una querela presentata contro il consigliere del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini. Denuncia sulla base della quale il procuratore pubblico Roberto Ruggieri ha aperto un’inchiesta per le ipotesi di reato di diffamazione, calunnia e ingiuria.

La frase criticata

È la sera del 20 settembre 2021 quando Pronzini prende la parola per circostanziare la risoluzione Mps critica sul ricorso interposto dal Municipio al Tribunale federale contro i servizi mandati in onda dalla ‘Rsi’ relativi a Sementina. Servizi che settimane dopo i primi approfondimenti pubblicati da vari media, hanno aggiunto ulteriori elementi dando voce in particolare ad alcuni familiari. I parenti degli ospiti deceduti, afferma a un certo punto Pronzini, "hanno il diritto di elaborare il loro lutto e non di dover venire a conoscenza che il Municipio usa in modo abusivo i soldi pubblici per azioni temerarie d’intimidazioni di stampo mafioso. Con questo ricorso i sette municipali si assumono la responsabilità politica e morale dei morti; il problema è che la fanno assumere alla cittadinanza". Una frase – come emerge dal verbale della seduta – pronunciata all’interno di un lungo intervento, cui il sindaco replica dopo alcuni minuti: "Abbiamo sentito le disquisizioni del consigliere Pronzini sul tema", attacca Mario Branda: "Come sempre un linguaggio ingiurioso e insultante, come se non fosse possibile discutere anche di questioni politiche, magari anche delicate, con toni che siano minimamente adeguati a quest’aula. È questa la grammatica ed è questa la cultura politica che esprime Pronzini. Non mi sento e non ci sentiamo di condividerla, anche se è più o meno libero di dire ciò che vuole nei limiti che sono dettati dalla legge e dal Codice penale. Accusare qualcuno di comportamenti di stampo mafioso, evidentemente lo capisce anche chi magari non ha studiato Diritto per troppi semestri, va oltre questo limite. Ma tant’è, ognuno utilizza il vocabolario e la grammatica che gli sono più consoni". Pronzini sarà sentito prossimamente dagli inquirenti in veste di imputato. «Ancora una volta – commenta il capogruppo Verdi/Mps/Fa – l’Esecutivo dimostra di agire senza dover rendere conto a nessuno e, proprio come nel caso dei servizi giornalistici su Sementina, di non saper accettare le critiche». No comment invece dal sindaco.