Sì del Gran Consiglio alla partecipazione da parte del Cantone alla spesa di 6,15 milioni per bonificare il terreno inquinato da una lavanderia chimica
Il Cantone partecipa con 2 milioni di franchi al risanamento del terreno tra vicolo Cusa e via alla Cervia a Bellinzona contaminato da percloroetilene (Per) a seguito dell’attività durata decenni della Tintoria Caviezel. Oggi il Gran Consiglio ha infatti accolto con 66 voti favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti la richiesta di credito formulata dal governo. Le Ffs, proprietarie del fondo, hanno già iniziato i lavori di bonifica che sono necessari in vista della realizzazione del terzo binario fino a Giubiasco e della nuova fermata di piazza Indipendenza. La spesa totale prevista dell’operazione, che sarà anticipata dalle Ffs, ammonta a 6,15 milioni di franchi: i costi saranno assunti per metà dall’Ufficio federale dei trasporti (Uft) e per metà dal Cantone, che potrà inoltre contare su sussidi pari al 40% (1,33 milioni) garantiti dalla Confederazione. Con questo intervento "si potrà porre rimedio a una situazione di grave inquinamento e scongiurare il conseguente rischio di contaminazione delle acque di falda sottostanti", si legge nel relativo messaggio governativo.
«L’obiettivo è quello di risanare il sito contaminato», ha affermato Eolo Alberti (Lega), relatore per la Commissione ambiente, territorio ed energia che nel suo rapporto invitava il parlamento cantonale ad approvare la richiesta di credito. Più precisamente la bonifica permetterà di ridurre la concentrazione di Per nelle acque di falda, declassando il comparto a «sito inquinato da sorvegliare». Al contrario della situazione attuale, questa categoria definita dalla legge non prevede più per forza il risanamento del sito. Quasi tutti i granconsiglieri intervenuti durante il breve dibattito hanno appoggiato il credito, malgrado i costi siano a carico della collettività. Contro si è invece espressa Simona Arigoni Zürcher (Mps) che ha affermato di non approvare i due milioni di franchi proprio per quest’ultimo motivo. Da parte sua Giancarlo Seitz (Lega) ha ricordato che già alla fine degli anni 80 aveva denunciato le attività inquinanti delle lavanderie chimiche «che buttavano il Per nel lavandino». Danilo Forini (Ps) ha poi auspicato «dei controlli» in queste aziende, augurandosi che attualmente vengano fatti.
La Tintoria Caviezel è stata attiva quale lavanderia chimica dal 1927 al 1988. Nel 1991 le Ffs hanno acquistato il terreno e nel 1999 hanno demolito i quattro stabili dell’azienda. Proprio durante questi lavori di demolizione è emersa una contaminazione del suolo causata da idrocarburi clorurati ed è quindi stata svolta una prima decontaminazione. Tra il 2003 e il 2007 sono così state svolte delle indagini preliminari dalle quali sono emerse forti contaminazioni, in particolare di percloroetilene (Per), nelle acque sotterranee. Le indagini di dettaglio, terminate nel 2015, hanno poi confermato l’inquinamento ed è così stata avviata la procedura di risanamento. Concretamente sono state rilevate concentrazioni di Per – nelle acque sotterranee fino a 150 metri di distanza dal sito, per una superficie di circa 1’500 metri quadrati, anche a 15 metri di profondità – superiori ai limiti definiti nell’Ordinanza federale sui siti inquinati (OSiti) che indica quando è necessario procedere al risanamento di un terreno contaminato. Nel messaggio governativo si stima infatti che sia presente una quantità di Per compresa tra i 70 e i 200 chilogrammi. In ogni caso, nel 2020 le Ffs avevano indicato che nel corso degli anni non è "mai esistito un pericolo immediato per l’approvvigionamento idrico né per la salute della popolazione, poiché le sostanze inquinanti sono presenti in profondità".
Come detto, nel comparto le Ffs prevedono di realizzare il terzo binario e la nuova fermata di piazza Indipendenza. Stando all’OSiti, queste opere possono però essere portate a termine solamente se il suolo viene risanato. Il progetto ferroviario tocca circa la metà del sito contaminato, mentre l’altra metà è iscritta nel catasto cantonale dei siti inquinati che il Cantone ha l’obbligo di risanare per legge. I costi per la bonifica avrebbero dovuto essere sostenuti da chi ha inquinato, ovvero dalla lavanderia chimica. Tuttavia, la Tintoria Caviezel è stata radiata dal Registro di commercio nel 1994 e non è quindi possibile addossarle le spese di risanamento. Spese che si divideranno dunque il Cantone e l’Uft nella misura del 50%. È pure stato stabilito che le Ffs anticipano i costi di risanamento ed eseguono i lavori, già iniziati.
Gli interventi di bonifica prevedono un «confinamento idraulico e un risanamento termico», ha spiegato Alberti. Nel primo caso si "crea un abbassamento locale della falda nella zona contaminata, per evitare fughe incontrollate di contaminante a valle del sito durante gli interventi di risanamento", si sottolinea nel messaggio governativo. Nel secondo caso, invece, si prevede la posa nel terreno di 61 pozzi di riscaldamento e di 47 pozzi per l’aspirazione dei vapori di Per. "L’aria aspirata dai pozzi, prima dell’immissione in atmosfera, sarà trattata tramite il raffreddamento della temperatura sotto i 35 °C e la riduzione dell’umidità relativa sotto il 50% mediante una macchina frigorifera e anche con uno scambiatore di calore ad acqua, e tramite il passaggio attraverso due filtri a carbone attivo in serie. L’acqua di condensazione sarà pure trattata attraverso un filtro a carbone attivo e poi immessa in canalizzazione". L’impianto di trattamento delle acque resterà in funzione per almeno sei mesi dopo la conclusione del risanamento termico (stimato a 20 mesi), mentre il confinamento idraulico durerà 26 mesi con la possibilità di continuare anche successivamente "con costi relativamente contenuti".