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Un grande Comune con al centro Biasca? ‘Pronti a discuterne’

Per il sindaco Loris Galbusera una fusione con i Comuni limitrofi non è la priorità, ma se si presentasse questa possibilità ‘non ci tireremo indietro’

‘Se un progetto viene costruito assieme è più facile realizzarlo’
(Ti-Press)
16 febbraio 2022
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«La priorità di Biasca al momento non è quella di avviare un’aggregazione con Comuni limitrofi come Pollegio, Serravalle o Riviera, ma se in futuro si presentasse questa possibilità non ci tireremo indietro». Il sindaco Loris Galbusera tiene quindi aperta la porta per un’eventuale fusione, anche se attualmente «le collaborazioni con gli altri Comuni funzionano bene», afferma sollecitato dalla ‘Regione’.

Già durante le serate pubbliche dedicate al progetto aggregativo in Bassa Leventina, così come dopo la votazione di domenica scorsa – che ha visto Pollegio e Personico dire di no, mentre Bodio e Giornico di sì – è più volte stata nominata Biasca che con i suoi circa 6’000 abitanti svolge un ruolo di un certo peso nella regione. Più precisamente il sindaco di Pollegio Igor Righini ha più volte ribadito come il Comune ‘Sassi Grossi’ fosse un progetto troppo piccolo per fare gli interessi della regione, auspicando invece un’aggregazione volta a generare un Comune unico per le Tre Valli oppure con almeno 10mila abitanti. Per raggiungere questa massa critica è quindi quasi inevitabile il coinvolgimento di Biasca.

Loris Galbusera, è immaginabile in futuro un progetto aggregativo nella regione che contempli anche l’inclusione di Biasca?

Siamo sicuramente pronti e aperti a discuterne. Tuttavia, è necessario avere dapprima l’appoggio di tutti gli attori coinvolti, partendo dagli eventuali Comuni oggetto della fusione fino al Cantone. Ricordo che un tentativo era già stato fatto in passato con Pollegio e Iragna. E nella votazione consultiva del 2011 Biasca aveva detto di sì con il 77%, mentre Iragna e Pollegio avevano respinto il progetto con rispettivamente il 60% e il 61% dei voti. Inoltre, a differenza della votazione avvenuta pochi giorni fa, a Pollegio la popolazione aveva detto di no, malgrado Municipio e Consiglio comunale avessero appoggiato l’aggregazione. Insomma, se si vuole portare avanti un progetto simile bisogna prima costruire un certo consenso. In questo senso a Biasca abbiamo in previsione diversi progetti importanti che riguardano ad esempio le scuole o le strutture per anziani. Magari grazie alla realizzazione di queste opere, può darsi che sarà più facile avvicinare i cittadini di altri Comuni a Biasca, che comunque è già riconosciuta come polo delle Tre Valli, sia per la sua posizione geografica, sia per i servizi che è in grado di fornire. Manca ancora qualcosa dal punto di vista del gettito fiscale, visto che non abbiamo contribuenti con alti redditi. Ma anche in questo caso stiamo cercando di rafforzare la zona industriale, così da riuscire ad attrarre aziende e di conseguenza posti di lavoro. In ogni caso un Comune unico per le Tre Valli al momento è difficilmente immaginabile, vista l’ampiezza del territorio che vi sarebbe da gestire.

Quali sarebbero i vantaggi di un’eventuale aggregazione?

Un Comune più grande avrebbe un peso specifico maggiore a livello cantonale. Non soltanto per il fatto di avere una popolazione più numerosa, ma perché così facendo vi sarebbe un solo Municipio che rappresenterebbe il territorio nelle discussioni con altri Enti locali o con le autorità cantonali. Insomma, diminuirebbero gli interlocutori e questo porterebbe a discussioni più chiare e meno complicate, favorendo la ricerca di soluzioni condivise. Un Comune più grande porterebbe anche a un miglioramento ulteriore dei servizi, di cui potrebbe beneficiare tutta la popolazione. Inoltre vi sarebbe anche un’ottimizzazione delle risorse che permetterebbe di portare avanti progetti importanti per tutta la regione. Progetti che attualmente un Comune piccolo non è in grado di realizzare da solo. Va comunque detto che in questo contesto già oggi vi è un’ottima collaborazione con gli altri Comuni: penso ad esempio alla Polizia 3 Valli o alla collaborazione proprio con Pollegio nell’ambito della scuola.

Quali sarebbero invece gli svantaggi?

Evidentemente un’aggregazione ha pro e contro. È però più costruttivo mettere l’accento sui vantaggi e in seguito risolvere quelli che sono i problemi. In ogni caso una sfida è sicuramente quella di garantire alla popolazione degli eventuali ex Comuni più piccoli la giusta attenzione da parte delle autorità. Bisogna insomma essere ovviamente presenti su tutto il territorio, mantenendo almeno gli stessi servizi che c’erano prima anche in quelli che diventeranno dei cosiddetti quartieri. Attualmente si percepisce infatti ancora una certa paura nella popolazione di perdere la propria identità a seguito di un’aggregazione. Una paura che sembrerebbe tuttavia attenuarsi nelle nuove generazioni, più mobili e più aperte. Grazie a loro, forse, sarà quindi più facile mandare in porto i progetti aggregativi.

L’input per un’aggregazione dovrebbe venire piuttosto dall’alto (ovvero dal Cantone) o dal basso (dai Comuni)?

Idealmente sarebbe auspicabile che venisse da entrambe le parti. Da un lato il Cantone ha una visione più ampia e quindi potrebbe proporre soluzioni ragionevoli. Dall’altro, però, una fusione deve anche essere condivisa e accettata dai Comuni. Se un progetto viene costruito assieme è più facile realizzarlo. L’importante è condurre un dialogo costruttivo e non affrettare le cose.

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