Ultimata la tappa 2 al Parco urbano. Il Municipio sta invece approfondendo il costo del ristoro per non superare il tetto massimo di 1,4 milioni
Pronti i giochi d’acqua, si aspetta il Café du Parc. Con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, è stata ultimata nei giorni scorsi la tappa 2 del Parco urbano di Bellinzona, per la quale il Consiglio comunale aveva stanziato nel giugno dell’anno scorso – senza l’adesione di Ppd, Mps, Lega e Udc – un credito di 1,9 milioni di franchi. I primi spruzzi alti fino a due metri e caratterizzati da luci colorate iniziano a rallegrare il vasto spazio pubblico proprio accanto all’albero del vento (progetto didattico nel campo eolico inaugurato nel 2019), ai campi da calcio e all’area che accoglierà la tappa 3, quella del ristoro previsto con un investimento di 1,4 milioni di franchi. Il cui credito era stato accordato sempre dal Cc insieme a quello della tappa 2 che include anche l’illuminazione dell’area multifunzionale e quella dei giochi d’acqua. Questi ultimi, attualmente in fase di prova, saranno a tutti gli effetti funzionanti e accessibili alla popolazione dopo l’inverno.
Inizialmente la realizzazione del Café du Parc era stata indicata dal Municipio nel corso del 2020, poi era slittata al 2021, ma quest’anno è stata posticipata al 2022, mentre ora si apprende che “difficilmente” il cantiere potrà prendere il via l’anno prossimo; perciò molto probabilmente il primo colpo di piccone avverrà nel 2023. Tempi lunghi insomma per il piccolo edificio che farà da ristoro pubblico in un’area voluta quale offerta aggregativa per tutta la popolazione. È quanto ha comunicato nei giorni scorsi il Municipio alla Commissione della gestione del Consiglio comunale che sta approfondendo il Preventivo comunale 2022 caratterizzato da un disavanzo di 3,45 milioni. A pesare sulla tempistica della tappa 3 sono i costi, com’era già chiaro lo scorso 22 maggio quando la ‘Regione’ aveva pubblicato la notizia del posticipo al 2022, ben presto confermata dal Municipio rispondendo a un’interrogazione del Ppd indicando l’avvio dei lavori per febbraio-marzo dell’anno prossimo. In quella circostanza l’Esecutivo aveva assicurato che i costi “non sono assolutamente lievitati rispetto al credito approvato dal Cc che è considerato il limite di spesa da rispettare”.
Un punto fermo, questo, dopo i sorpassi per 5 milioni registrati nel 2020 sui cantieri dello Stadio cittadino, del Policentro della Morobbia e dell’Oratorio di Giubiasco. E proprio la necessità di non sforare anche col Café du Parc sta caratterizzando i lunghi tempi gestionali del progetto. Nei giorni scorsi il Municipio ha infatti spiegato alla Gestione, rispondendo per iscritto a una serie di domande, che il Dicastero opere pubbliche (Dop) sta proseguendo la verifica dei costi esecutivi rispetto al preventivo di 1,4 indicato nel messaggio votato dal Cc. Nel frattempo lo studio di progettazione ha consegnato al Dop il dossier utile per la domanda di costruzione, con tanto di aggiornamento del preventivo. Il Municipio non chiarisce però se superi o no il milione e 400mila franchi. Stando a nostre informazioni, no. Molto dipenderà a questo punto dall’evoluzione dei costi realizzativi, specie quelli riferiti ai materiali edili quali metallo, beton ecc. sui quali ha influito la crisi pandemica con prezzi di fornitura lievitati.
Per evitare il superamento sarà dunque anticipata la richiesta delle offerte con tanto di allestimento e pubblicazione degli appalti principali che rappresentano i quattro quinti del costo complessivo. L’analisi delle offerte di mercato permetterà così al Municipio di farsi un quadro più preciso del costo finale. Qualora la previsione finisse per superare il limite di 1,4 milioni, la Gestione verrà subito informata. Partirebbe allora una valutazione allargata sul da farsi: o ridimensionare l’edificio o aumentare il credito. Se sarà il caso, solo successivamente potrà essere depositata la domanda di costruzione nell’ottica di rilasciare la licenza edilizia e deliberare le opere. A ogni modo l’Esecutivo ribadisce per ora che il credito di 1,4 milioni dovrà corrispondere al tetto massimo di spesa.