Azione di sensibilizzazione del sindacato a Sant’Antonino. Migros Ticino collabora con l’azienda, ma auspica un contratto collettivo in tempi brevi
Il malcontento dei ‘driver’ di Smood sta crescendo in tutta la Svizzera a causa di condizioni di lavoro ritenute inadeguate. Oggi, 18 novembre, il sindacato Unia ha quindi organizzato un’azione di volantinaggio per evidenziare queste problematiche in tutta la Confederazione. In Ticino l’azione di sensibilizzazione è avvenuta a Sant’Antonino, all’esterno della Migros, che collabora con Smood. L’obiettivo di Unia è, da un lato, sensibilizzare la popolazione su questa tematica e dall’altro cercare di indurre Migros a fare pressione sull’azienda di ‘delivery’, affinché si risolva questa situazione. Da parte sua Luca Corti, responsabile del servizio comunicazione di Migros Ticino, da noi raggiunto, sottolinea che “l’azienda per il tramite dei colleghi della Cooperativa Migros Ginevra [che è azionista di minoranza di Smood, ndr] ha verificato le condizioni di lavoro che Smood offre ai suoi collaboratori. Ci risulta siano corrette, tuttavia abbiamo chiesto che queste vengano formalizzate nel quadro di un contratto collettivo. Verificheremo che ciò avvenga in tempi stretti: in qualità di azienda responsabile, Migros Ticino lavora solo con imprese che operano rispettando determinati standard sociali e ambientali”.
Smood è un’azienda che consegna a domicilio pasti provenienti da ristoranti della regione o la spesa. Per farlo impiega dei corrieri, i cosiddetti ‘driver’. Questi ultimi sottostanno tuttavia a condizioni di lavoro di certo non ottimali, tanto da indurli a scioperare: in Romandia le proteste sono iniziate a Yverdon lo scorso 2 novembre. Proteste che nelle ultime due settimane hanno coinvolto altre località della Svizzera francese. «In Ticino i corrieri di Smood (circa 45) condividono le stesse preoccupazioni che ci sono nel resto della Svizzera», afferma a ‘laRegione’ Chiara Landi di Unia. A far crescere questo «malcontento diffuso» sono in particolare «ore di lavoro non pagate, rimborsi spese insufficienti, cambi turno costanti, una ripartizione delle mance non trasparente e un sistema di penalità da noi ritenuto abusivo che viene utilizzato per mettere pressione ai ‘driver’», spiega la sindacalista. ‘Driver’ che «utilizzano i loro veicoli privati per effettuare le consegne». Il problema è che percepiscono «rimborsi minimi che non sono sufficienti a coprire i costi, come quelli dell’assicurazione o del carburante». Inoltre, «la pianificazione del lavoro viene definita ‘disumana’ dagli stessi collaboratori, visto che viene modificata all’ultimo minuto a seconda delle esigenze dell’azienda». E ancora: «Con le evidenze in nostro possesso possiamo dire che i corrieri non ricevono tutte le mance lasciate loro dai clienti». Non da ultimo vengono applicate «penalità salariali in caso di ritardo nella consegna, anche se ciò non dipende dal corriere (come il traffico)». In Ticino non si parla ancora di sciopero, ma «non possiamo escludere che ci possa essere qualche reazione, visto che le problematiche sono condivise».
A ciò si aggiunge poi il fatto che Smood sembra non voler discutere con Unia: «Da subito – prosegue Landi – abbiamo sollecitato Smood affinché si sedesse al tavolo con noi per discutere di queste problematiche. Tuttavia, l’azienda si è rifiutata anche solo di risponderci. Per questa ragione abbiamo deciso di organizzare questa azione di sensibilizzazione in tutta la Svizzera». La sindacalista ricorda che nella Confederazione vige la libertà sindacale e che quindi non si possono ignorare le rivendicazioni dei lavoratori che hanno scelto di farsi rappresentare da Unia. Il sindacato ha inoltre lanciato una petizione: firmandola si appoggiano le richieste del personale di Smood (ovvero che il salario, i rimborsi e gli orari di lavoro siano stabiliti in modo corretto) e si chiede all’azienda di sedersi al tavolo delle trattative con Unia.
Va detto che vi è un altro sindacato coinvolto in questa storia: syndicom sta infatti negoziando dallo scorso gennaio con Smood per concludere un contratto collettivo di lavoro. Un “dialogo costruttivo” che Migros Ticino “saluta con gioia”. “Questa discussione – rileva Luca Corti – è stata fortemente incoraggiata da Migros e i negoziati si sono rivelati molto costruttivi e sono prossimi alla conclusione, il che è un’ottima notizia per tutti”. Inoltre, “queste conversazioni dimostrano che Migros ha saputo assumersi il proprio ruolo e le proprie responsabilità con la serietà richiesta in un contesto, quello dell’home delivery, che è molto competitivo anche alle nostre latitudini”.