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Parco del Piano di Magadino: ‘Investimenti oculati e ragionati’

Il Consiglio di Stato chiede al parlamento cantonale di approvare due crediti per un totale di circa 2,72 milioni per il futuro del Parco

Il direttore della fondazione del Parco Giovanni Antognini
(Ti-Press)
5 ottobre 2021
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Due crediti per un totale di circa 2,72 milioni di franchi per gli investimenti e per la gestione del Parco del Piano di Magadino. Il Consiglio di Stato con un messaggio chiede infatti al parlamento cantonale di approvare tale somma per il periodo 2021-2024. Giovanni Antognini, direttore della fondazione del Parco del Piano di Magadino, precisa a ‘laRegione’ che tale credito quadro non sarà utilizzato per forza interamente, ma solo «per investimenti oculati e ragionati».

Se il messaggio sarà accolto dal Gran Consiglio, 2’231’400 franchi saranno messi a disposizione dal Cantone – pari al 38% delle spese previste fino al 2024 di circa 5,8 milioni di franchi a cui contribuiranno anche i Comuni presenti nel Parco (33%) e la Confederazione (33%) – per i futuri investimenti. Investimenti che si suddividono in otto settori: paesaggio, agricoltura, natura, svago, sinergie, mobilità, qualità ambientale e informazione. Le spese maggiori sono previste per “interventi sostanziali di valorizzazione e manutenzione dei biotopi del Parco e i loro collegamenti ecologici”, così come per “provvedimenti per la tutela di specie particolari”, si legge nel messaggio. Un esempio in questo senso è la sistemazione del biotopo Vigna Lunga a Gudo, proseguendo così la rinaturalizzazione di una zona che in passato è anche stata oggetto di depositi abusivi di mobili e affini. «L’intenzione è quella di ricreare zone a forte impatto naturalistico», spiega Antognini. «Per ogni intervento prevediamo di installare pannelli informativi e di migliorare le vie di accesso, ad esempio con passerelle. Zone che potranno anche essere utilizzate dalle scuole per fini didattici». È poi pure prevista la lotta alle neofite invasive: «Regolarmente diamo dei mandati ad aziende o enti esterni che si occupano di questa problematica importante».

Vedere e sentire in un ‘paesaggio sonoro’

I biotopi faranno quindi parte anche delle possibilità di svago che offre il Parco, un altro settore nel quale si vuole «investire in modo mirato, promuovendo la mobilità lenta». In questo senso «stiamo lavorando a un progetto di ‘paesaggio sonoro’: vorremmo installare all’interno del Parco sei piattaforme dove i visitatori potranno vedere e sentire (scansionando un codice Qr) le particolarità delle diverse zone. Alcune piattaforme saranno posizionate vicino a infrastrutture, come ad esempio all’aeroporto di Magadino, altre si troveranno in piena natura». Nelle diverse postazioni saranno anche a disposizione informazioni che riguardano la zona in cui ci si trovano. E infatti la cartellonistica è un altro aspetto che Antognini reputa «molto importante», visto che, oltre alle informazioni, permetterà anche di «segnalare in modo chiaro i vari punti d’interesse del Parco: visto che puntiamo molto sulla mobilità lenta, in questo modo il visitatore sarà incentivato a fermarsi e a prestare attenzione a quello che gli sta attorno».

E proprio nell’ambito della mobilità lenta l’intenzione è quella di «installare postazioni di bike sharing anche all’interno del Parco e completare la pista ciclabile». In questo senso «un altro progetto da sostenere è quello del Comune di Sant’Antonino che nei pressi della stazione vuole installare una porta di accesso al Parco. In questo modo si potrà quindi arrivare in treno fino a Sant’Antonino e poi accedere al Parco a piedi o in bicicletta, anche grazie a un’altra postazione bike sharing». Si tratta tra l’altro di una soluzione realizzabile anche per la nuova stazione di Gordola.

Conoscere meglio i prodotti del territorio

Per quanto riguarda il settore delle sinergie, «continueremo a proporre manifestazioni che permettono alla popolazione di conoscere meglio quanto viene prodotto sul territorio». Iniziative come «le visite in fattorie promosse e organizzate in collaborazione con l’Unione dei contadini ticinesi». Anche il ‘Piatto del Parco’ permette ad esempio di promuovere i prodotti agricoli locali, grazie alla collaborazione di esercizi pubblici della zona che propongono nel loro menù piatti con prodotti direttamente dal territorio. «L’intenzione è ora quella di estendere questa offerta coinvolgendo anche ad esempio ristoranti del Locarnese, della valle di Blenio o della Leventina», sottolinea Antognini. Sempre in quest’ambito, un appuntamento annuale importante che verrà riproposto è l’evento ‘Ti ho raccolto nel Parco’, durante il quale i partecipanti hanno la possibilità di visitare diverse aziende agricole, gustando anche le loro specialità. L’organizzazione regolare di una festa del Parco rientra, tra l’altro, nel credito di 488’860 franchi per le spese di gestione, di cui fanno anche parte gli stipendi, gli oneri sociali, la logistica e la gestione della rete di sentieri.

Attente valutazioni sul ‘Centro del Parco’

Un altro settore nel quale si vuole investire parecchio è infine l’informazione, «con una comunicazione più regolare nei media, nei social e negli uffici turistici». In questo contesto rientra anche la creazione di un ‘Centro del Parco’. Tuttavia, «prima di presentare un progetto concreto dobbiamo ancora valutare in modo attento come muoverci». In ogni caso, «l’idea di massima è quella di avere una struttura di riferimento che proponga informazioni sul Parco e che permetta anche di organizzare eventi, conferenze o mostre». Insomma, un progetto importante per il quale sono ancora necessarie delle valutazioni mirate che saranno effettuate nel prossimo quadriennio.

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