Bellinzonese

Traffico parassitario a Monte Carasso: altro studio in arrivo

Rileverà i transiti su Strada Nòvo: i dati del 2019 indicano il 20% nelle ore di punta, troppo poco per introdurre divieti di circolazione. Lo sfogo di un abitante

Un incrocio ritenuto problematico da chi abita in zona (Regione)
10 settembre 2021
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«Lo scriva pure: se non ci saranno i miglioramenti che abbiamo sollecitato due anni fa, faremo un bel sit-in e bloccheremo la strada». Dalla sua abitazione di Monte Carasso situata all’incrocio fra Strada Nòvo e la viuzza Er Burg’ère Ferè, Loris Cappelletti afferma di vederne ogni giorno di tutti i colori, «non solo io ma l'intero vicinato», puntualizza. La situazione è quella che la ‘Regione’, intervistandolo, aveva già descritto il 28 settembre 2019. Titolo eloquente: ‘Basta traffico parassitario’. La settimana successiva, durante l’incontro con la popolazione del quartiere, il Municipio rispondendo al suo appello aveva garantito che si sarebbero effettuate verifiche sul carico viario e controlli di polizia sui veicoli pesanti che non rispettano il divieto di circolazione con l’eccezione per il servizio a domicilio. Compiti in effetti fatti da tecnici e polizia: «Ma nulla è cambiato e siamo ai piedi della scala», lamenta Cappelletti. In effetti una visita sul posto eseguita la mattina verso le 8 di un giorno feriale permette di farsi un’idea, seppure empirica, della portata del problema. «Che peggiora quando piove e il numero di chi si sposta in auto aumenta considerevolmente».

La valvola di sfogo

Strada Nòvo è la via di collegamento bassa, lunga circa un chilometro, fra la parte orientale di Monte Carasso e il confine occidentale con Sementina (via Pobbia in zona artigianale e via Chiblee sopra la casa anziani): percorrerla durante le ore di punta consente di evitare le colonne che si formano regolarmente sulle strade cantonali Bellinzona-Locarno e Sementina-Giubiasco. Una valvola di sfogo per svariate centinaia di veicoli che ogni giorno transitano lungo una via di quartiere con limite di velocità a 30 km/h, incroci con precedenza da destra e sopraelevati, più altre misure di moderazione. La stradina bi-direzionale Er Burg’ère Ferè, priva di marciapiede, parte da Strada Nòvo e sale in direzione della Scuola dell’infanzia per poi sfociare sulla cantonale in modo assai più rapido e comodo, per chi siede al volante, rispetto al giro lungo e tortuoso che è necessario compiere fino al campo di calcio, e oltre, se si vuole rimanere su Strada Nòvo. E proprio perché via Er Burg’ère Ferè conduce all’asilo, sono molti i bambini e i genitori che la percorrono a piedi con il disagio bene immaginabile quando nella strettoia s’inseriscono auto e furgoni in fuga dalle colonne. «Vedere per credere! Non da ultimo – rileva Cappelletti – da questo incrocio parte Carà di Sai, la stradina che porta sia al posteggio provvisorio ricavato in un prato e riservato nella bella stagione ai visitatori del frequentatissimo ponte tibetano, sia al sottopasso autostradale oltre il quale vi sono la pista golenale e la passerella sul fiume Ticino che a sua volta conduce ai campi da gioco delle Semine. Una stradina usata da molti bambini e ragazzi di Monte Carasso e lungo la quale la convivenza con veicoli di ogni genere è all’origine di situazioni rischiose».

Furgoni e rimorchi rumorosi

Il tutto è talvolta condito da camion e pullman che transitando su Strada Nòvo ma a un certo punto si vedono costretti a compiere lunghe retromarce e complicate manovre non riuscendo più a proseguire in direzione di Bellinzona a causa delle strettoie. E poiché sono diversi i furgoni in transito, con tanto di rimorchi carichi di materiale di ogni genere, il loro frequente passaggio agli incroci sopraelevati «genera molto fastidio ai confinanti». Ecco perché, insiste Cappelletti, «a due anni di distanza risollecitiamo l’implementazione di misure efficaci: per esempio il divieto generale di transito in determinate fasce orarie, come fatto a Gudo e a Quartino consentendo unicamente il servizio a domicilio. Dov’è stato introdotto i benefici si vedono. Un’altra possibile misura potrebbe essere un senso unico che impedirebbe d'imboccare Er Burg’ère Ferè in salita da Strada Nòvo».

20% troppo poco per chiudere al transito

Interventi che tuttavia rischiano di peggiorare la situazione altrove: ossia nelle altre stradine di Monte Carasso, dalle quali potrebbero levarsi lamentele, come pure sulla cantonale (Quartino insegna). Interventi che l’autorità cittadina approfondirà nuovamente – ha appreso la ‘Regione’ – dopo che avrà ripetuto i rilievi effettuati da uno studio d’ingegneria nell’autunno/inverno 2019/20 e dai quali emerge che il traffico parassitario su Strada Nòvo nelle ore di punta ammontava al 20% del totale, palesandosi specialmente in direzione di Bellinzona la mattina e in direzione di Locarno e Giubiasco la sera; mentre nelle altre fasce orarie si assesta attorno al 5-6%. Quantità troppo basse per introdurre misure di moderazione aggiuntive – che necessitano di solidità giuridica per poter superare eventuali scogli ricorsuali – a quelle realizzate nel decennio scorso dall’ex Comune di Monte Carasso: fra le ipotesi, che al momento rimangono tali, spicca il divieto di transito nelle ore di punta, con servizio a domicilio permesso, come già fatto due anni fa in via alla Chiesa a Gudo (ma si tratta di un tratto di strada breve e di un’area residenziale piccola) e alcuni mesi fa in via Industrie a Giubiasco dove addirittura nei periodi peggiori si creavano colonne.

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