Bellinzonese

Un impianto fotovoltaico sul muraglione A2 di Camorino

Amb e Ustra intendono realizzarlo dopo aver scartato l'ipotesi dei nuovi pannelli fonoassorbenti previsti sul tratto autostradale cittadino più a nord

17 agosto 2021
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Non sui nuovi pannelli fonoassorbenti previsti nel tratto autostradale bellinzonese di oltre un chilometro fra il cavalcavia di via Lepori e l’area autostradale di Bellinzona Nord, bensì sul muraglione di calcestruzzo sorto negli anni recenti allo svincolo dell’A2 di Camorino. È qui che l’Azienda multiservizi di Bellinzona (Amb) e l’Ufficio federale delle strade (Ustra) intendono posare un nuovo impianto fotovoltaico. Lo spiega il Municipio cittadino rispondendo a un’interrogazione della consigliera comunale Lisa Boscolo (Unità di sinistra) che a sua volta riprendeva analoghe sollecitazioni portate avanti l'anno scorso dal consigliere nazionale Bruno Storni e anche dal Ppd sul piano cantonale. Amb – scrive l’esecutivo – è convinta che talune tratte sull’asse autostradale siano idonee alla posa d'impianti solari e d’intesa con Ustra intende considerare questa possibilità già in fase di progettazione di eventuali future nuove tratte di ripari fonici. Scartato – per vari motivi che diremo dopo – il tratto cittadino, l'opzione Camorino prevede la posa su mezzo chilometro di una fila di moduli fotovoltaici per una potenza totale di circa 180 KWp. Al momento Amb sta verificando gli aspetti formali con Ustra (permessi, limitazioni, ecc.) per poter procedere “appena possibile” con la sua realizzazione. A ogni modo Municipio e Amb ribadiscono la “volontà, dati i criteri di efficienza, di sostenere proattivamente lo sviluppo dell’energia fotovoltaica sul territorio”.

Criticità insormontabili

Quanto al chilometro abbondante di nuovi pannelli fonoassorbenti, Amb l’anno scorso ha svolto uno studio di fattibilità. Come scrivevamo lo scorso 17 aprile evidenziando il pollice verso, nella parte centrale il confine fra la proprietà Ustra e il Consorzio correzione fiume Ticino è in corrispondenza delle pareti foniche, mentre nella parte iniziale e finale la proprietà Ustra si estende oltre la parete fonica. Perciò era stata ipotizzata la posa dei moduli in verticale per 650 metri, mentre per i rimanenti 450 i moduli sarebbero stati posizionati con un’inclinazione di 60 gradi comportando una sporgenza di 112 centimetri. Lo studio, riassume il Municipio, ha evidenziato diverse criticità: l’orientamento delle pareti foniche non è ideale da un punto di vista dell’irradiazione solare, in particolare nel caso di una posa verticale; l’allacciamento dell’impianto alla rete elettrica, previsto in corrispondenza di due distinti punti di consegna, comporta la realizzazione di una nuova tratta di rete in bassa tensione, in quanto Amb non dispone nelle vicinanze di infrastrutture adatte; rispetto a un impianto installato sul tetto di un edificio, l’impossibilità di scegliere inclinazione e orientamento ottimali dei moduli penalizza la produzione annua a parità di potenza nominale installata; inoltre lo sviluppo su una lunghezza superiore a un km implica una ridotta densità energetica, con conseguente maggiore lunghezza e complessità dei cablaggi. E soprattutto il consorzio reputa che l’installazione dell’impianto risulti d’intralcio sia per le operazioni di sfalcio, sia per il ripristino degli argini a seguito dell’erosione del fiume o di forti precipitazioni; operazioni effettuate con l’ausilio di macchinari di grandi dimensioni che comporterebbero di conseguenza un elevato rischio di danneggiamento dei moduli.

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