Scesi 1000-1200 metri cubi di materiale. La geologa cantonale: 'Non potevamo prevederlo. Ci sono ancora detriti che potrebbero scendere ma il grosso è sceso'
Nel corso della notte, verso le 2, le precipitazioni hanno causato uno scoscendimento che ha reso necessaria la chiusura di via Al Sasso Grande a Gudo. Come confermatoci dal servizio stampa della polizia cantonale si tratta della stessa zona, situata sulla collina di Gudo, che lo scorso 5 dicembre era stata interessata da una frana, con il crollo di 800 metri cubi di detriti e massi. I massi che si erano staccati erano scesi a valle finendo nei giardini e su via Sasso Grande. Blocchi importanti e che in taluni casi raggiungevano i 5-10 metri cubi di volume. I crolli avevano reso necessario l’allontanamento di due famiglie, una di queste per quasi tre mesi. Lo scoscendimento avvenuto questa notte ha portato invece all’evacuazione di tre abitazioni e nove persone. Il materiale sceso è di circa 1000-1200 metri cubi ed è costituito anche in questo caso da grossi massi, alberi, tronchi, materiale terroso e fango. «Il grosso è sceso, ma ci sono ancora delle placche detritiche che potrebbero scendere», fa presente la geologa cantonale Lorenza Re. «Finché la situazione meteorologica non si sarà stabilizzata e il materiale colmo d’acqua non si sarà seccato la situazione per noi rimane critica», commenta. Il servizio stampa della polizia cantonale da noi raggiunto ci spiega che le famiglie evacuate non rientreranno nelle loro abitazioni almeno fino a quando non sarà garantita la sicurezza. La geologa cantonale e l’ufficio tecnico di Bellinzona nelle prossime ore perlustreranno la zona di distacco con l’aiuto di droni per valutare la situazione e capire se vi è ancora materiale che potrebbe staccarsi. Il crollo avvenuto questa notte, caratterizzato da massi, fango e piante, ha danneggiato dei giardini e una vettura. Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia cantonale, i pompieri di Bellinzona, una geologa dell'Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti e addetti Amb.
La zona interessata dallo smottamento è dunque la stessa toccata da una frana lo scorso dicembre. L’area era sotto controllo, come è dunque possibile che si sia verificato ora un evento simile? A risponderci è la geologa cantonale Lorenza Re: «Si tratta della stessa zona ma che è stata interessata questa volta da un fenomeno diverso. Lo scorso dicembre si era distaccata una porzione della parete rocciosa, una parte di questo distacco, quello che noi chiamiamo ‘accumulo di frana’ si era fermato ai piedi della parete sul versante. Ciò che è successo è che le piogge di questi giorni hanno probabilmente saturato questo materiale, quindi è franato l’accumulo di frana dello scorso dicembre». La parete rocciosa infatti, fa presente la nostra interlocutrice, era monitorata e da lì non si è staccato nulla. «Il materiale si è staccato dall’accumulo di frana, ma un suo franamento era molto difficile da prevedere. Era in una posizione che avevamo ritenuto stabile e non avevamo valutato che quel materiale potesse scendere in queste condizioni, ma chiaramente la natura è imprevedibile».
Attualmente il tratto di strada comunale (via Al Sasso Grande) interessato dal deposito è stato chiuso e lo sarà fino a nuovo avviso e oggi un’impresa si occuperà di mettere in sicurezza la zona. Come ci viene spiegato dalla geologa vi sono infatti ancora delle placche di materiale dell’accumulo sul tratto di versante sotto la parete che sono rimaste un po’ instabili e che bisognerà prima mettere in sicurezza.
Difficile per ora prevedere quando verrà riaperta la strada. Ci sono diverse proprietà da cui si accede da quella strada, che non sono in pericolo, ma la via di accesso non è sicura. Per ora sono state evacuate alcune famiglie, una di queste era già stata evacuata in dicembre per quasi tre mesi. Un’altra abita in una casa che si trova immediatamente sotto la strada, ma il materiale a causa dell’acqua ha oltrepassato la strada comunale raggiungendo l’abitazione.
Per stabilire quando le persone potranno rientrare nelle loro abitazioni, la geologa spiega che sono necessarie valutazioni più approfondite che verranno effettuate verosimilmente nei prossimi giorni di tregua dal maltempo, poiché ora recarsi nella zona di distacco sarebbe troppo pericoloso.