La sinistra chiede chiarimenti al Municipio sui possibili impatti ambientali per il territorio confinante con Riviera, dove i partiti si sono già opposti al progetto
Non sono nel Comune di Riviera suscita perplessità l'intenzione della ditta Comibit Sa di Taverne di realizzare ad Iragna, nella zona industriale Piretta, un nuovo impianto di produzione di miscele bituminose in sostituzione dell'asfaltificio attuale. Alla contrarietà al progetto espressa attraverso un'interpellanza interpartitica dalle quattro forze politiche del Legislativo di Riviera – le quali ritengono che vi siano sufficienti elementi per negare la licenza edilizia –, si aggiungono ora i dubbi provenienti dal paese limitrofo di Biasca. Attraverso un'interpellanza è il gruppo Insieme a Sinistra in Consiglio comunale a esporre le proprie preoccupazioni e a chiedere chiarimenti al Municipio guidato dal sindaco Loris Galbusera.
Pur considerando “apprezzabile” l'intenzione della ditta di mantenere il sito di produzione in località Piretta, aumentarne la capacità e “progredire verso processi produttivi più sostenibili (con uso di granulato d'asfalto riciclato)”, per la sinistra di Biasca “il persistente bisogno di edificare una torre di evacuazione di dei fumi dell'altezza di 38 metri, può suscitare qualche legittimo interrogativo”. Consapevoli che l'interpellanza non riguarda un progetto sul territorio comunale di Biasca, gli interpellanti ritengono però che in questo caso il tema sia di interesse generale. Al Municipio si chiede quindi se sia stato interpellato per la questione di eventuali impatti ambientali che il progetto potrebbe avere a Biasca; se non ritiene che queste specifiche domande di costruzione siano da trasmettere anche ai Comuni limitrofi e come intende tutelarsi nei confronti dei propri cittadini in caso di problemi futuri.
La precedente domanda di costruzione, risalente al 2015, era stata bocciata dall’allora Municipio di Iragna, dal Consiglio di Stato e nel 2019 anche dal Tribunale amministrativo cantonale espressisi su alcune opposizioni: nei primi due casi non accettando proprio che la torre per l’evacuazione dei fumi raggiungesse l’altezza di 38 metri (un palazzo di dieci piani) ossia quasi quattro volte il limite massimo ammesso di dieci metri sancito dalle Norme d'attuazione del Piano regolatore. Il Tribunale amministrativo aveva invece dato luce verde alla torre applicando la deroga prevista per i corpi tecnici e impianti speciali, ma aveva tuttavia ravvisato un mancato rispetto della distanza minima dal bosco (10 metri).
In base alla nuova domanda di costruzione pubblicata all’albo comunale di Riviera fino a metà luglio e affiancata dal Rapporto d’impatto ambientale, l’asfaltificio risalente al 1982 verrebbe completamente demolito e sostituito da uno tutto nuovo che permetterebbe di raddoppiare la produzione (quindi non più solo aumentarla di un terzo) passando dalle attuali 30-54’000 tonnellate all’anno a 50-75’000.