Per Loris Bernasconi bisogna rendere più riconoscibili gli ostacoli non distinguibili in strada e migliorare la sensibilizzazione sul trasporto pubblico
Difficoltà sui trasporti pubblici e una segnaletica carente per quanto riguarda pali, scalini e altri ostacoli difficilmente individuabili da persone con un doppio deficit sensoriale. L’incontro con i media che si è tenuto oggi a Bellinzona in vista della Giornata della sordocecità che avrà luogo il 27 giugno, è stata l’occasione per Loris Bernasconi, una persona sorda e ipovedente, di spiegare al pubblico quali sono i maggiori ostacoli che incontra nella sua vita. Durante l’evento è anche intervenuto Danilo Forini, granconsigliere e direttore di Pro Infirmis Ticino: «Tutti noi abbiamo il diritto di essere messi nelle condizioni di esprimere nei migliori dei modi i nostri talenti e le nostre aspirazioni. Negare questa possibilità, significa discriminare profondamente l’essere umano», ha affermato.
Oltre a un cartellone con il quale si cerca di sensibilizzare la popolazione in merito a questo tema, il noce in Piazza Nosetto a Bellinzona è stato ricoperto con un’opera d’arte: un lavoro a maglia colorato realizzato da persone sordocieche che sembrerebbe voler sottolineare una delle problematiche segnalate da Bernasconi. Grazie a un’interprete della lingua dei segni ha infatti spiegato ai presenti quali sono per lui le maggiori difficoltà che incontra spostandosi nello spazio pubblico: quando vi sono ad esempio ostacoli (come uno scalino o un palo) dello stesso colore del terreno, fa molto fatica a individuarli. Per Bernasconi sarebbe quindi molto utile per le persone ipovedenti come lui segnalare questi ostacoli con un forte contrasto visivo (come un nastro colorato), cosicché possano essere individuati più facilmente.
Un’altra difficoltà riguarda i trasporti pubblici. Bernasconi ha raccontato di essersi spaventato più volte, ad esempio quando un controllore, non vendendolo reagire alle sue sollecitazioni, ha cercato di attirare la sua attenzione agitando la mano davanti al suo viso. In questi casi l’ideale è di farsi notare con un contatto fisico, ha spiegato. Bernasconi ha così deciso di prendere lui stesso l’iniziativa. Infatti ora porta sempre con sé un bigliettino con scritto: “Sono un sordo e ipovedente. Se volete comunicare con me, vi prego di avvertirmi prima con un tocco sulla spalla. Grazie”. E sul retro vi è la stessa scritta anche in tedesco. Ora se si trova ad esempio su un treno, cerca di appoggiarlo sul sedile adiacente, cosicché le persone possano immediatamente capire la sua condizione e comportarsi di conseguenza. Un’iniziativa che secondo Bernasconi può aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa tematica. E infatti consiglia a tutte le persone che si trovano nelle sue stesse condizioni di portare con sé un biglietto di questo genere, visto che in diverse situazioni può essere di grande aiuto.
Da parte sua Forini ha sottolineato che «l’ostacolo più importante per una persona con disabilità sono le barriere mentali delle altre persone: il pregiudizio di chi non ritiene possibile che una persona con delle difficoltà sensoriali possa veramente riuscire a prendere un bus, ad andare a teatro, frequentare una scuola, avere un lavoro, eccetera». Barriere mentali che sono «ben peggiori di quelle architettoniche e che di fatto aumentano l’handicap di molte persone». Se si riesce ad eliminare questi ostacoli, allora «buona parte dell’handicap che impedisce a molte persone di partecipare pienamente alla società e alla vita scomparirà», ha detto il direttore di Pro Infirmis.
La sensibilizzazione è proprio l’obiettivo di questa settimana di avvicinamento alla Giornata della sordocecità in programma il 27 giugno: lo scopo è quello di mettere sotto i riflettori i bisogni delle 57mila persone in Svizzera con problemi di udito e sordocecità, mostrando come l’inclusione possa avere successo. Un’azione di sensibilizzazione – denominata ‘Attraverso le maglie’ – che si sta svolgendo in otto città svizzere nelle quali sono state esposte ‘coperture artistiche’ per statue, opere d’arte, alberi, ponti o panche, realizzate da persone con questo tipo di disabilità.