La ‘Porta del Ticino’ raccoglie un buon consenso nell’ambito dell’indagine promossa dalla Città. Ma non mancano i pareri contrari o scettici (16%)
Con 447 risposte pervenute alla Città si è concluso il sondaggio inviato a tutti i fuochi per dare la possibilità alla popolazione di esprimere la propria opinione sul futuro del comparto che attualmente ospita le Officine Ffs. Dopo l’esposizione allestita in Piazza del Sole per illustrare i risultati del Mandato di studio in parallelo (con 4‘500 visitatori in tre settimane), anche in questo caso la partecipazione è stata buona, permettendo di ottenere risposte da un campione significativo di persone, delle quali l’80% abita in Città e il 50% vi lavora. I risultati del sondaggio sono stati illustrati nell’ultimo numero di ’Bellinzona Informa’.
Il 65% dei partecipanti condivide la visione del progetto ‘Porta del Ticino – Urban Living Lab’ scelto dal collegio di esperti; il 40% si dice molto favorevole e il 25% piuttosto favorevole. Il 16% di risposte dà opinioni contrarie; gli altri esprimono invece riserve nei confronti del progetto. I dati sull’età dei partecipanti dicono che vi è maggior condivisione nella fascia compresa tra 18 e 39 anni, e maggior scetticismo tra gli over 60.
Il progetto per il futuro quartiere comprende un ampio ventaglio di contenuti che si prevedono di insediare nell’area delle Officine. Si spazia dalle residenze, agli uffici, ai commerci, alla fruizione culturale, alle scuole e al Parco dell’innovazione. Nel sondaggio sono pertanto stati toccati vari aspetti sui quali era richiesto di esprimere, su una scala da 1 a 10, la propria approvazione o disapprovazione, con la possibilità facoltativa di aggiungere commenti o suggerimenti puntuali.
Per quanto riguarda i commenti, la spinta a formulare osservazioni aggiuntive rispetto all’indicazione del consenso da 1 a 10 è stata decisamente più marcata tra contrari o scettici, rispetto ai favorevoli. Per tale ragione i commenti contengono soprattutto preoccupazioni o suggerimenti che in generale esprimono l’auspicio di uno sviluppo armonioso del nuovo quartiere, il quale dovrebbe rappresentare una continuazione del centro cittadino.
Dall’analisi delle osservazioni critiche emergono alcuni elementi ricorrenti come ad esempio un paventato sovradimensionamento del quartiere. C’è infatti chi teme la nascita di un insediamento eccessivo nei contenuti e nella dimensione degli edifici rispetto agli spazi verdi e al resto della Città, con conseguente aumento del traffico. Il numero e la tipologia delle costruzioni sono strettamente legati anche al timore di una gestione immobiliare troppo orientata alla redditività, in particolare alla luce della situazione del mercato immobiliare già sotto pressione, anche se il progetto punta espressamente a favorire la convivenza intergenerazionale e culturale, così come nuove forme di abitazione (cooperative a pigione moderata, residenze temporanee o condivise, ecc.).
Il mantenimento della Cattedrale è condiviso e il tema ha destato molto interesse: tra le svariate avanzate, in molti desiderano veder insediate attività culturali, quali ad esempio concerti, spettacoli, mostre, ma anche laboratori artigianali e workshop, in un contesto multifunzionale e aggregativo. Alla politica si chiede di definire obiettivi chiari circa il suo utilizzo. Per quanto riguarda il parco Almenda viene suggerito di inserire panchine e tavolini, punti di ristoro, fontane, specchi d’acqua e spazi dove si possano praticare attività sportive, ma anche culturali all’aria aperta. La richiesta è che si tratti di un parco aperto, fruibile da parte di tutti i cittadini.
Altri contenuti che vengono auspicati nel quartiere sono appartamenti adatti agli anziani, cooperative di abitazione a pigione moderata, strutture pubbliche dedicate all’istruzione e alla sanità, centri di ricerca in medicina e start up nelle nuove tecnologie, permettendo così la creazione di nuovi posti di lavoro. "Di fatto − si legge nel contributo pubblicato su Bellinzona Informa’ – tutti contenuti che sono ampiamente previsti e compatibili con la destinazione indicata nel progetto prescelto".
A livello ecologico e ambientale c’è la condivisione e interesse da parte dei partecipanti, sebbene alcune osservazioni esprimano dubbi sugli ipotizzati giardini verticali, tetti verdi e coltivazioni urbane, mentre viene chiesto ancora più impegno per quanto riguarda la sostenibilità energetica del comparto.
Le risposte al sondaggio saranno esaminate e valutate nell’ambito dei lavori di allestimento della variante di Piano regolatore, che sarà sottoposta al
Dipartimento del territorio per esame preliminare, in modo da giungere idealmente verso la fine dell’anno corrente, dopo un ulteriore momento di informazione pubblica, al voto in Consiglio comunale per la sua adozione. La variante dovrà poi essere approvata dal governo. Essa fungerà da base per la progettazione dei singoli lotti tramite concorsi d’architettura. La realizzazione del nuovo quartiere avverrà poi a tappe, sull’arco dei prossimi decenni, a partire dal 2026 quando è previsto che sia messo in esercizio da parte delle Ffs il nuovo stabilimento industriale a Castione.
Nel corso degli ultimi mesi, il nostro giornale ha dato spazio a svariate opinioni favorevoli e contrarie al progetto.