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A Riviera la priorità è quella di rafforzare l'identità

Faccia a faccia tra il sindaco uscente Alberto Pellanda (Plr) e Ulda Decristophoris (Ppd), prima donna presente nell'esecutivo del Comune nato nel 2017

Ulda Decristophoris e Alberto Pellanda: 'C'è ancora tanto lavoro da fare' (Ti-Press/Bianchi)
16 marzo 2021
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Il Comune di Riviera è nato nel 2017 dall’aggregazione di Iragna, Cresciano, Osogna e Lodrino, ma nel frattempo ha già avuto due sindaci diversi: il primo è stato Raffaele De Rosa (Ppd) che però nel 2019 è stato eletto consigliere di Stato. A sostituirlo è così stato Alberto Pellanda (Plr), già sindaco di Osogna e copromotore della fusione. Oggi è in pensione dopo aver lavorato come funzionario dirigente all’Amministrazione cantonale. A subentrare in Municipio a De Rosa è stata la consigliera comunale Ulda Decristophoris (Ppd), prima donna nell’esecutivo del nuovo Comune. Attualmente è direttrice dell’Istituto scolastico comunale di Cadenazzo. Ambedue mirano ad essere riconfermati per poter continuare a contribuire allo sviluppo di Riviera. Infatti, entrambi sostengono che «il lavoro da fare è ancora tanto».

Si può già fare un primo bilancio dall’esperienza in Municipio nel nuovo Comune aggregato? E quali sono ora le priorità?

Ulda Decristophoris: In Municipio approfondiamo molti temi, cercando di trovare soluzioni che diano risultati tangibili. E questo anche grazie agli impulsi che provengono dal Consiglio comunale e alla collaborazione con le organizzazioni presenti sul territorio. Tuttavia, Riviera è un Comune giovane e la società è in continua mutazione. Ad esempio la pandemia di coronavirus ha modificato le necessità della popolazione. In ogni caso finora il bilancio è molto positivo, ma il lavoro da fare è ancora molto: innanzitutto bisogna investire per rispondere in maniera ancora più immediata a quelli che sono i bisogni della comunità in termini di servizi, anche se abbiamo già fatto molto. Inoltre, è necessaria un’armonizzazione dei piani regolatori, perché tutt’oggi ne abbiamo quattro distinti. Tutto sommato, intanto il bilancio è molto positivo.

Alberto Pellanda: Umanamente per me è stato un successo: i colleghi di Municipio sono seriamente impegnati e il Consiglio comunale è disposto a lavorare molto per trovare soluzioni. Questo ci porta a essere sempre più vicini anche alla popolazione. Concretamente, siamo riusciti a portare in porto tutte le richieste di credito per poter allestire il Programma d’azione comunale (Pac), stiamo portando avanti la variante di Piano regolatore per la nuova Scuola media e abbiamo allestito delle zone di pianificazione a livello industriale e residenziale. E questo sempre nell’interesse dei nostri concittadini, che vanno messi al primo posto. Il lavoro da fare è però ancora tanto, in particolare a livello organizzativo. Un’organizzazione a livello comunale più professionale permetterà infatti alla popolazione di sentirsi più partecipe e identificarsi maggiormente nel Comune di Riviera.

Nella regione della Riviera sono state più volte segnalate problematiche a livello edilizio, con alcune ditte che si permettevano di fare un po’ quello che volevano. È una questione risolta?

Decristophoris: Siamo consapevoli che in quest’ambito ci sono situazioni anche gravi. Posso però garantire che Municipio è si è attivato in questo senso, confrontandosi con i vari portatori d’interesse. Tuttavia, la situazione è spesso più complessa di quanto possa sembrare e di fronte a soluzioni all’apparenza banali bisogna invece seguire le procedure. A fronte di leggi e autorità superiori, occorre quindi confrontarsi anche con servizi cantonali. E tutto questo, oltre a mostrarci che le soluzioni di primo acchito logiche non sempre sono praticabili, dilata i tempi. In questo senso auspico che le linee guida del Pac ci permettano di portare un po’ d’ordine sul territorio.

Pellanda: Ogni volta che si prende una decisione si vanno a toccare anche interessi economici. E di questo ne teniamo conto. Dobbiamo apportare correttivi efficaci, senza però peggiorare la situazione a livello di edificazione e senza compromettere l’insediamento di nuove aziende sul territorio. La situazione dovrebbe migliorare con il Pac e poi con il Piano regolatore. In questo caso il problema riguarda la tempistica: ci vorranno almeno sei o sette anni. In ogni caso stiamo già apportando correttivi per migliorare la qualità del nostro territorio: siamo ad esempio in contatto con le Ferrovie federali per far sì che alcune aree del Comune diventino zone Sac [superfici per l’avvicendamento delle colture, ndr]. In questo modo contribuiremo in modo determinate a contrastare situazioni di uso improprio del territorio.

La pandemia ha avuto, e continuerà ad avere, un impatto a livello sociale, economico e sulle casse dei Comuni. Come viene gestita questa situazione?

Decristophoris: Siamo un Comune ancora relativamente piccolo e, grazie ai contatti diretti con le persone, riusciamo a capire quali sono i bisogni della popolazione. Il Municipio si è quindi mosso molto velocemente: il Consiglio comunale ha già approvato un messaggio che prevede aiuti alle aziende, alle famiglie e alle società sportive, culturali e così via. I formulari per le richieste sono disponibili e sono anche già stati erogati alcuni aiuti. Tengo a sottolineare che le società, le associazioni e le fondazioni sono molto presenti sul territorio e possono essere un vettore per rafforzare l’identità del nostro Comune che è in gran parte ancora confinata nei quartieri. In ogni caso la priorità è quella di sostenere il tessuto sociale, in particolare quello più fragile (persone che hanno perso il lavoro, famiglie monoparentali in difficoltà ecc.). E questo anche a livello morale, perché le conseguenze a medio-lungo termine possono anche essere gravi.

Pellanda: A dipendenza delle esigenze, il Municipio è pronto ad attuare anche altre misure. In un periodo di difficoltà, è anche giusto utilizzare le riserve per far fronte a queste emergenze. Bisogna però anche dire che le misure attuate a livello federale e cantonale hanno aiutato molto. Il Municipio si è tuttavia attivato per aiutare ancora di più chi si trova in difficoltà. E questo con una politica mirata: ad esempio, se sono adempiuti precisi criteri, una famiglia può ottenere 250 franchi per ogni figlio fino ai 15 anni; per le associazioni senza scopo di lucro sono disponibili 30mila franchi a fondo perso e alle aziende abbiamo dimezzato la tassa base rifiuti 2020. In questo periodo di emergenza bisogna anche intervenire con messaggi positivi, per far fronte alle eventuali difficoltà psicologiche. Insomma, il Comune si indebiterà un po’, ma è più importante aiutare la popolazione.

In Leventina e in Valle di Blenio si sta sempre più puntando sul turismo. È un obiettivo anche per il Comune di Riviera?

Decristophoris: Principalmente la Riviera è conosciuta per il canyoning [torrentismo, ndr] e per bouldering [arrampicata su grossi massi senza imbragatura con dei tappetoni messi a terra per sicurezza, ndr]. Abbiamo poi anche diverse pozze inserite in luoghi preziosi e speciali. Si tratta dunque più che altro di un turismo di giornata: in gran parte non sono persone che pernottano nella regione. In ogni caso il potenziale c’è: le nostre riflessioni si concentrano quindi sul potenziamento dei collegamenti tra le due sponde del fiume Ticino (prevediamo di partire con i lavori nei prossimi tre anni), inserendosi in un discorso di mobilità lenta, come il miglioramento delle vie ciclabili. Mobilità lenta che va di pari passo con quella scolastica: in quest’ambito abbiamo già cominciato con degli interventi, in particolare in termini di sicurezza. D’altro canto ci stiamo battendo per la riapertura della fermata ferroviaria Osogna-Cresciano, che ci sembra essenziale in particolare per promuovere il turismo del weekend. Ci sono progetti in fase embrionale che andrebbero a valorizzare peculiarità che abbiamo sul territorio. I generale, l’idea è quella di generare più possibilità per fermarsi, ampliare il servizio su gomma, promuovere la mobilità lenta anche attraverso nuove passerelle sul fiume e mettere in risalto luoghi che hanno un valore culturale importante.

Regolarmente, purtroppo, in particolare nell’ambito del canyoning si verificano incidenti anche mortali. Cosa si può fare per aumentare la sicurezza?

Pellanda: Punteremo maggiormente sull’informazione, sui sistemi di allarme e sulla messa in sicurezza dei torrenti. La nostra regione è molto conosciuta in quest’ambito: è risaputo che i torrenti di Iragna, Cresciano, Lodrino e Osogna sono tra i più belli a livello mondiale, e si trovano inoltre tutti in uno spazio ristretto. Si tratta dunque di un’attrazione importante e infatti le persone che praticano questo sport sono in continuo aumento. Gli incidenti sono accaduti non perché le persone erano inesperte o impreparate, ma perché non hanno valutato in modo oggettivo il pericolo. Si tratta di solito di torrentisti individuali, che non fanno capo a nessuna società presente sul territorio che promuove e organizza questa attività. Avevamo quindi pensato di permettere di fare canyoning solo se ci si affida a una di queste aziende. Ovviamente questo, però, non è possibile perché la montagna è di tutti e porre divieti non servirebbe a niente. Possiamo dunque solo consigliare di rivolgersi a queste società, sottolineando che in questo modo la sicurezza è assicurata. In generale l’obiettivo è far conoscere meglio le caratteristiche del territorio che potrà diventare più attrattivo ad esempio grazie alla rinaturazione del fiume Ticino e alle nuove passerelle (ne prevediamo tre).

Biasca, con circa 6’000 abitanti, è il Comune più popoloso del Distretto di Riviera. Un’eventuale aggregazione potrebbe essere un’opzione in futuro?

Pellanda: Siamo arrivati alla situazione attuale anche perché Cresciano, Osogna, Lodrino e Iragna hanno caratteristiche molto simili. Questo è quindi il progetto che stiamo portando avanti e, per ora, un’eventuale aggregazione con Biasca non è nei nostri piani. Infatti, ora stiamo facendo i primi passi e stiamo lavorando bene. In questo momento non sento quindi la necessità di fare una riflessione in questo senso. Ovviamente in futuro potremo rifletterci.

Decristophoris: Noi dobbiamo ancora strutturarci. Abbiamo margini di miglioramento a livello organizzativo, a livello di identità e abbiamo dei grandi progetti da portare avanti. Questo non vuol dire che diventare più grandi precluderebbe tutto ciò. Ma ora la priorità è quella di rafforzare questi aspetti, trovando in particolare un’identità di comunità aggregata in termini di relazioni umane e di progetti comuni. Mi sembra quindi prematuro riflettere su un’eventuale aggregazione con Biasca, anche se per il futuro non escludo nulla. Insomma, attualmente abbiamo molte altre priorità sulle quali dobbiamo continuare a lavorare.