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Crollo di Daro, il Municipio chiama in causa l’impresa

Individuate ‘lacune esecutive nelle opere di sostegno’. Non si conoscono i tempi di ripristino. E qualcosa, dopo le 18 opposizioni, si muove in via Malmera

Crollo di via ai Ronchi: oggi, a distanza di sette mesi, la situazione si presenta così (foto Regione)
15 marzo 2021
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Problema di lungo corso quello dello stato di salute delle strade collinari fra Daro e Artore, complicato dal numero di cantieri, abitazioni, veicoli pesanti e leggeri, dall’elevata pendenza del terreno, dallo scarso spazio a disposizione, dall'usura e dalle lungaggini nelle fasi di progettazione e messa in opera confrontate con immancabili opposizioni. Rispondendo a due recenti interpellanze dei consiglieri comunali Tiziano Zanetti (Plr) da una parte e Marco Noi e Ronnie David (Verdi) dall’altra, il Municipio di Bellinzona fa il punto alla situazione. Partiamo dal caso più eclatante di via ai Ronchi, dove metà carreggiata la scorsa estate è crollata nel terreno sottostante per una trentina di metri all’altezza di un cantiere gestito da un’impresa edile privata. “Al momento non è possibile fornire indicazioni attendibili sui tempi di ripristino”, spiega l’Esecutivo aggiungendo che si sta facendo il possibile per assicurare la riapertura prima possibile. “Oltre ai tempi esecutivi veri e propri (cantiere impegnativo), risultano determinanti i tempi tecnici e procedurali per raggiungere un accordo tra le parti e/o per forzare la procedura”, essendoci una divergenza di opinioni fra Comune e impresa sulle responsabilità dell’accaduto. “Indipendentemente dagli interessi in gioco e dalla vertenza in corso sulle responsabilità dei vari attori coinvolti (ndr: in primis impresa di costruzioni e Azienda multiservizi Amb), occorre comunque una procedura per giungere alla messa in cantiere degli interventi di ripristino, in parte da eseguire su terreno privato”.

‘Abusiva la sottomurazione del 2015’

Su quali interventi abbiano preceduto il crollo e se fossero conformi alle leggi, con particolare riferimento a una sottomurazione risalente al 2015 che non sarebbe stata autorizzata dal Municipio, quest’ultimo la ritiene abusiva poiché “eseguita senza aver preventivamente avvisato, coinvolto, ottenuto il consenso del Comune in qualità di proprietario del fondo e del muro preesistente”. Fari puntati in particolare sull’opera di sottomurazione della strada ceduta, continuazione verticale del muro di contenimento costruito nel 2015 su suolo pubblico: a questo punto “necessità ed entità delle possibili sanzioni saranno valutate in una fase successiva, risultando ora prioritario definire la procedura di ripristino”. Ma sei anni fa i servizi comunali non hanno vigilato a sufficienza sulla costruzione e l’idoneità dell’opera di fortificazione del suo manufatto? Il Municipio risponde affermando di “non potersi assumere la responsabilità per interventi non conformi eseguiti da terzi”. Peraltro il crollo sembra aver comportato conseguenze anche per altre parcelle situate a ridosso del cantiere, e in effetti “alcuni privati hanno preso contatto con i servizi della Città segnalando problematiche diverse. I nostri servizi sono a disposizione per fornire a tutti il necessario supporto o per gestire problemi puntuali e, nel limite del possibile, per limitare i disagi; non viene quindi scaricato nulla sui privati”. Per contro i problemi legati a eventuali indennizzi o risarcimenti per danni generati dal cantiere del promotore, “sono e restano temi del diritto privato”.

‘Non necessario’ uno studio geologico sulla zona

Nel frattempo gli accertamenti peritali volti a comprendere come sia avvenuto il cedimento sono terminati e sono stati trasmessi alle parti per presa di posizione. Dal canto suo il Municipio, affidatosi a un legale esterno, in una recente lettera ai confinanti attribuisce la responsabilità del crollo a “lacune esecutive delle opere di sostegno dello scavo fatte dai promotori”. L’assistenza legale è stata ritenuta necessaria “in parte per l’atteggiamento delle altre parti coinvolte, ma anche perché si è ritenuto opportuno adottare una linea comune con Amb che aveva già da subito coinvolto lo stesso legale incaricato dal Municipio. La collaborazione con il supporto legale esterno è appena stata avviata; il costo del mandato potrà essere precisato solo ulteriormente e il Municipio conta sulla possibilità di recuperare tale spesa nell’ambito delle discussioni che seguiranno anche con le assicurazioni”. Quanto al rischio che altre situazioni simili possano ripetersi, l’Esecutivo non ritiene necessario uno studio geologico per attestare la tenuta della zona, “essendo tutti i problemi conosciuti finora in qualche modo sempre collegati ad attività antropiche”. Inoltre “non risultano indicazioni nel piano delle zone di pericolo, non sono conosciuti fenomeni di collasso in corso e/o segni premonitori rilevanti”.

Un iter lungo diversi anni

Capitolo via Malmera: sono passati diversi anni dallo stanziamento del credito di 2,84 milioni per la sua sistemazione completa, ma poco o nulla è stato fatto. A fronte di 18 opposizioni inoltrate, l’avvio dei lavori “è determinato dalle varie procedure di approvazione dei progetti e dall’evasione delle opposizioni. Una prima parte d'interventi, che interessa la parte alta, è nel frattempo stata messa in cantiere. Parallelamente sono state svolte le procedure di selezione per l’incarico al progettista che si occuperà della fase esecutiva e di direzione lavori; prossimamente è prevista la pubblicazione degli appalti, in attesa dell’approvazione dei piani”. A far discutere è anche via Sasso Corbaro, e meglio l’asfalto deteriorato in zona Madonna nel tratto che porta al castello. L’intervento è previsto nel credito quadro per la manutenzione strade 2020-23, ricorda il Municipio. Tuttavia l’attuale situazione viaria, che obbliga l’utenza a utilizzare il percorso da via Sasso Corbaro e via alla Predella in alternativa alla via ai Ronchi bloccata, “non permette l’inizio dei lavori sul tratto in oggetto”. Approfittando della momentanea chiusura delle attività “si è comunque rifatto il raccordo al posteggio di Sasso Corbaro”. E fanno discutere anche le bordure che delimitano il campo stradale di via Predella, essendo in molti casi inesistenti o cedute e finite nei prati sottostanti: qui il Municipio parla d'interventi puntuali di sistemazione, ma per la messa in cantiere della maggior parte di questi “è necessario attendere fino alla riapertura di via ai Ronchi. Limitatamente a dove possibile, alcune riparazioni/aggiustamenti sono già state eseguite o saranno messe in cantiere a breve termine”.