Bellinzonese

Continua il braccio di ferro tra Biasca, AlpTransit e Ffs

Il Municipio non desiste né sul passaggio di proprietà di alcune infrastrutture né sul progetto ‘Zeb’. Luce verde, invece, al tetto del Cmi

Chiamati in causa Commissione federale di stima e Tribunale amministrativo federale (Ti-Press)
11 gennaio 2021
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Continua il braccio di ferro tra il Municipio di Biasca e AlpTransit Gotthard Ag in merito al passaggio di proprietà dei sottopassi e delle strade sterrate adiacenti alla linea ferroviaria toccate da lavori negli scorsi anni. Opere di proprietà di AlpTransit che l’ente locale non intende ritirare a causa dei problemi di ordine strutturale. Nella zona industriale, era stato l’allagamento del sottopasso e dei terreni adiacenti – avvenuto nell’estate del 2017 a causa di violente precipitazioni – a far sorgere un dubbio ai servizi comunali poco prima di firmare la convenzione per il passaggio di proprietà delle infrastrutture. Il Municipio aveva quindi deciso di commissionare un’indagine esterna dalla quale erano emerse lacune nel sistema di drenaggio alla base di tutto il rilevato ferroviario del tratto di binari tra Osogna e Pollegio. 

Le discussioni avviate in primavera non hanno fin qui dato esito positivo, ed ora la questione è pendente davanti alla Commissione federale di stima del 13esimo circondario. Chiara la richiesta del Comune ad AlpTransit: sistemare l’evacuazione delle acque dell’intero rilevato ferroviario.

Trovato l'accordo per la copertura del Centro manutenzione intervento

Durante la primavera del 2020 il Comune di Biasca si era anche opposto a due progetti delle Ffs. Positivo l’esito delle discussioni per quanto riguarda la costruzione di una grande tettoia da oltre 20mila metri quadrati a copertura del piazzale del Centro manutenzione intervento (Cmi) ubicato in via alla Centrale, che insieme a quello di Ersfeld rappresenta una delle due basi per il personale addetto alla manutenzione nella galleria ferroviaria di base del San Gottardo. Resosi necessario al fine di proteggere gli operai dopo gli scoscendimenti osservati a più riprese negli ultimi anni, il progetto aveva visto l’opposizione del Comune che, pur riconoscendo la necessità dell’opera, giudicava eccessivo il numero di ancoraggi e pali che sarebbero filtrati nel terreno, rilevando un pericolo di interferenza ed eventuale inquinamento delle acque di falda oltre ad un inserimento dell’imponente struttura poco armonioso e rispettoso del paesaggio. Pochi giorni fa è giunta la conferma da parte dell’Ufficio federale dei trasporti del progetto nel frattempo rivisto dalle Ffs sulla base delle indicazioni giunte da Biasca. Ridotte drasticamente le perforazioni nel terreno previste, con il tetto del Cmi avrà dunque un minore impatto dal punto di vista ambientale. 

Sulla realizzazione dei nuovi scambi si attende la decisione del Taf

Se per la copertura del Cmi i lavori potranno dunque iniziare, è invece ancora fermo al palo il progetto ’Zeb’ che prevede di realizzare nuovi scambi per il collegamento ai binari di ricovero per permettere ai treni viaggiatori della linea ad alta velocità di superare i treni merci. Lavori mai avviati in passato nonostante fossero previsti dalle pubblicazioni originali di AlpTransit del 1995, 1997 e 1998. Ora le Ffs sono intenzionate a deviare i treni merci dopo la galleria di base del San Gottardo ed immetterli sulla vecchia linea ferroviaria che attraversa il centro abitato di Biasca, per poi reinserirli nella linea ad alta velocità alla fine del paese. Da qui – dopo la conferma del progetto delle Ffs da parte dell’Ufficio federale dei trasporti – il ricorso al Tribunale amministrativo federale (Taf) del Municipio, che spinge affinché il terzo binario (previsto unicamente tra Bellinzona e Giubiasco) venga esteso a tutta la tratta della linea veloce che collega la galleria di base del San Gottardo con Bellinzona, giudicata fortemente trafficata e ormai praticamente satura. 

Un altro aspetto del progetto che non trova d’accordo il Municipio è la prevista realizzazione a nord della stazione, nell’area a est di via Giovannini, di camminamenti con allacciamenti d'acqua per manutenzione leggera e pulizia dei convogli momentaneamente fermi. Nei piani del Municipio c’è infatti l’idea di riqualificare tale area.

In attesa anche del verdetto sul sedime delle Officine a Castione

Sempre dal Taf, ricordiamo, si attende ancora la decisione in merito al ricorso del Municipio di Biasca contro la riservazione per l’esercizio ferroviario del sedime di Castione dove è prevista la costruzione delle nuove Officine Ffs.