No del Municipio alla richiesta dei Verdi di favorire le comunità di autoproduzione e autoconsumo. Ce ne sono già 80
Bella idea quella di creare piccole comunità di autoproduzione e autoconsumo elettrico. Tuttavia puntando a massimizzarne l’autosufficienza energetica si rischia di raggiungere un’autarchia che il Municipio di Bellinzona ritiene poco in linea con la strategia energetica della propria Azienda multiservizi (Amb) responsabile della distribuzione di corrente e, in parte, anche della produzione nel comprensorio aggregato. Pollice verso dunque da Palazzo civico al consigliere comunale dei Verdi Marco Noi che indicando il test pilota lanciato a Lugaggia (frazione di Capriasca) dall'Azienda elettrica di Massagno in collaborazione con la Supsi, con un’interpellanza chiedeva se le Amb abbiano mai pensato di promuovere analoghi progetti e quali sarebbero le difficoltà prevedibili.
L’Esecutivo cittadino ritiene quello di Lugaggia un “interessante progetto pilota che persegue scopi molto simili a quelli intrapresi dall’Amb”. La quale tuttavia, considerando l’ottantina di comunità simili già sorte spontaneamente nella Turrita allargata, non intende promuoverne la creazione ritenendo che un’eccessiva autosufficienza dalla rete pubblica finirebbe per indebolirla: “La tendenza, di per sé positiva, crea infatti anche effetti negativi e problemi nella gestione della rete pubblica e potenzialmente potrebbe portare alla necessità di grandi investimenti per poter gestire i movimenti incontrollabili di produzione e consumo di elettricità”. Basti pensare che i flussi energetici provenienti da impianti fotovoltaici “dipendono in gran parte da fattori metereologici poco prevedibili”.
In soldoni la comunità di autoconsumo riunisce edifici che producono e si scambiano energia fra loro (solare, fotovoltaico, termopompa, cippato, ecc.) mediante regolari contratti di vendita e acquisto, con l’obiettivo di ottimizzare i consumi locali: “Un progetto quindi negli obiettivi e negli intenti simile a quello lanciato da Amb, ma che mira anche a massimizzare l’indipendenza energetica del gruppo stesso, quindi in sostanza a raggiungere un’autarchia rispetto alla rete e al resto della comunità”. A differenza del progetto Lugaggia, aggiunge il Municipio di Bellinzona, la visione di Amb “non mira a creare isole di autoconsumo indipendenti dalla rete, ma piuttosto all’utilizzo intelligente della rete di distribuzione pubblica quale ‘grande bacino di compenso’ per ottimizzare le produzioni e i consumi locali su una scala maggiore e quindi creare delle sinergie e delle efficienze energetiche che vanno oltre il proprio vicino di casa”.
Allargando il discorso alla strategia energetica 2050 lanciata da Confederazione e Cantoni, “il Comune e l’Amb ne sono convinti sostenitori”, anche perché “sta dando i suoi primi frutti verso una transizione dalle energie fossili alle energie rinnovabili”. Amb in effetti “investe da anni nelle energie rinnovabili, in particolare realizzando impianti fotovoltaici in proprio e microcentrali idroelettriche”. Basti pensare che nel 2021 “verranno messe in funzione cinque nuove microturbine associate al nuovo acquedotto della Valle Morobbia”. Tuttavia, evidenzia il Municipio, non solo Amb sta investendo nelle energie rinnovabili: il contributo dei privati ha permesso, nel giro di pochi anni, di portare gli impianti fotovoltaici dai 35 del 2012 agli 843 del 2020, con una potenza installata totale di 20,6 MW, cinque in più della potenza della centrale idroelettrica della Morobbia.
Proprio nell’ambito della strategia energetica 2050, a sua volta Amb ha lanciato progetti volti a migliorare l’utilizzo della corrente elettrica: con la Supsi e la ditta Hive Power con sede a Pianezzo, la stessa che segue il progetto pilota di Lugaggia, a inizio 2020 è stata lanciata la tariffa dinamica. Scopo della novità in Svizzera, ottimizzare i picchi di consumo sulla rete, in modo da ridurre i costi di gestione di cui in ultima istanza beneficia il cliente finale. Il nuovo schema tariffario mira a indurre il consumatore a utilizzare l’elettricità prodotta localmente in maniera intelligente ed efficiente. Il sistema definisce delle fasce di alta e bassa tariffa che variano giornalmente in base a fattori come precipitazioni, temperature, produzione locale e consumi. I clienti che scelgono volontariamente questa tariffa possono monitorarne l’evoluzione grazie all’App Amb o utilizzando un apparecchio denominato ‘semaforino’. Rispetto a un abbonamento standard, con la tariffa dinamica il divario fra le due fasce tariffarie passa da 2 a 7 cts/kWh: ad oggi più di 220 clienti Amb hanno aderito a questa nuova tariffa “contribuendo così a modellare il carico della rete elettrica e abbassando i picchi di consumo”.
Un altro problema in divenire è quello della ricarica delle auto elettriche e ibride plugin, il cui numero è in costante crescita: per evitare il collasso della rete specie la sera, Amb ha sviluppato un dispositivo da abbinare alle stazioni di ricarica domestica ‘emotì’ in grado di reagire autonomamente al cambio tariffa, permettendo così, senza alcun intervento esterno, di ricaricare sempre nei periodi in cui l’energia è prodotta in abbondanza sul territorio bellinzonese (dalla centrale Morobbia alle microcentrali fino ai pannelli solari). In questo contesto Amb mia a “sviluppare ulteriormente l’intelligenza collegata alla propria tariffa dinamica, con l’obiettivo di controllare apparecchi come boiler, termopompe o riscaldamenti elettrici”.