Tutto da rifare nell'assegnazione dell'appalto da 12 milioni per la ‘Residenza 100 anni’: occorre un concorso internazionale. Si valuta un'alternativa
Una sentenza molto attesa, non da ultimo perché destinata a fare giurisprudenza sul piano nazionale chiarendo quale via debbano imboccare le Fondazioni di diritto privato, ma costituite da enti pubblici, nel realizzare infrastrutture che richiedono onerosi mandati di progettazione e realizzazione. Un sentenza ora arrivata dal Tribunale federale (Tf) il quale, come appreso dalla ‘Regione’, basandosi anche su sentenze emesse dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, ha respinto il ricorso della Fondazione Focus di Arbedo-Castione presieduta dal sindaco Luigi Decarli e patrocinata dall’avvocato Filippo Gianoni. Ricorso risalente a ben tre anni or sono e che contestava la decisione del Tribunale cantonale amministrativo (Tram) favorevole a una delle tre imprese generali invitate dalla Fondazione a presentare un’offerta per l’edificazione della 'Residenza 100 anni', stabile con 32 appartamenti a pigione moderata e a misura di anziani e disabili. Casa Focus che verrebbe realizzata, con un valore di quasi 12 milioni, sul terreno parrocchiale situato in zona Prati di Mezzo a Castione, in via Corogna proprio di fronte alla Migros.
Confrontata con la recente decisione della massima istanza giudiziaria a lei sfavorevole, la Fondazione – costituita ormai cinque anni fa – in questi giorni ha avviato una riflessione sul da farsi per poter concretizzare l’atteso progetto. La sentenza del Tf d’altronde parla chiaro: la via del concorso a invito, scelta quattro anni fa dalla Fondazione dopo essersi confrontata con l’Ufficio cantonale dei lavori sussidiati e degli appalti, in questo caso non può essere percorsa e nel rispetto del Concordato intercantonale sugli appalti pubblici (Ciap) andrebbe invece organizzato un concorso pubblico di progettazione essendo la Fondazione non un committente privato bensì un’istituzione di diritto pubblico. Ma non solo: essendo la cifra dell’investimento superiore agli 8,7 milioni, il concorso dovrebbe essere di portata internazionale. Ciò che comporterebbe un problema non da poco per la Fondazione, ossia l’onere organizzativo (allestimento del concorso e sua gestione nelle varie fasi, istituzione di una giuria di specialisti, ecc.) e l’onere finanziario (stimabile fra i 500mila franchi e il milione) necessario ad assicurare il corretto avanzamento dell’iter. Senza contare tempistiche assai lunghe, che andrebbero a sommarsi a quelle sin qui sopportate nelle varie fasi ricorsuali. Un’opzione, pure al vaglio, è quella di trasformare l’impresa prescelta dalla Fondazione, ossia la Savioni Sa di San Vittore, nel promotore dell’intero progetto o in misura preponderante.
La battaglia legale davanti al Tram, ricordiamo, era stata avviata dall’impresa Antonini & Ghidossi che si era vista scavalcare dalla Savioni nonostante l’offerta di quest’ultima fosse di 3,5 milioni di franchi più onerosa. Una decisione presa a fine 2016 dal Consiglio di Fondazione contro il parere del gruppo di sostegno al committente che sulla base di sette differenti criteri aveva indicato come preferibile il progetto presentato da Implenia (10,9 milioni), seguito da quello della Antonini & Ghidossi (9,1 milioni) e infine da quello della Savioni (13,3 milioni). Terza classificata balzata in testa in virtù di un progetto che il Consiglio di Fondazione aveva ritenuto migliore dal profilo architettonico. Quanto ai costi, la ditta Savioni era stata invitata a contenerli presentando una versione aggiornata del progetto. Esercizio eseguito e riuscito. Se non fosse che la Antonini & Ghidossi l’ha poi spuntata davanti al Tram. Ciò che tuttavia non le dà il diritto di aggiudicarsi l’incarico ultramilionario (né lei né Implenia), proprio per il fatto che la procedura del concorso su invito è stata ritenuta irregolare sia dal Tram sia dal Tf. Secondo i quali l’intera procedura concorsuale è dunque da rifare. Da notare che l’Ufficio cantonale dei lavori sussidiati e degli appalti, chiamato a esprimersi dal Tf, non lo ha fatto limitandosi a dichiarare di condividere totalmente il ragionamento della Fondazione. Che ora dovrà peraltro sborsare 10’000 franchi di spese giudiziarie e altrettanti a favore della Antonini & Ghidossi.
Nel frattempo, ricordiamo, è pendente in Comune una domanda di costruzione (è la seconda, dopo che il ricorso interposto a suo tempo dall'Associazione per il miglioramento ambientale di Castione è stato accolto in autunno dal Consiglio di Stato per un errore di calcolo in materia di superficie) depositata dalla Fondazione stessa sulla base del progetto Savioni.