In attesa di novità sull’acquisto del Comune dello stabile che ospiterebbe la Casa della sostenibilità, Giovanni Pellegri illustra la visione dell’ateneo
«Non siamo ancora entrati in area di rigore, ma stiamo costruendo l’azione da gol». Traspare ottimismo dalle parole del sindaco Franco Pedrini sulla possibilità di portare nell’ex Posta di Airolo un’antenna dell’Università della Svizzera italiana (Usi). Negli scorsi mesi sono proseguite le trattative tra il Comune e l’ex regia federale volte a definire il costo dell’acquisizione dell’edificio da parte dell’ente locale (l’ipotesi di cifra non viene ancora svelata). Ciò che si vuole realizzare ad Airolo è una Casa dello sostenibilità orientata, in un contesto alpino come quello del Gottardo, allo sviluppo sostenibile: dai cambiamenti climatici alla produzione di energia, dai trasporti al turismo, fino all’aspetto della biodiversità e dell’architettura paesaggistica.
Per comprendere meglio come sarà struttura tale modalità innovativa di formazione (una prima per l’Usi), ci siamo rivolti a Giovanni Pellegri, responsabile de L’Ideatorio, servizio dell’Usi nato allo scopo di promuovere il dialogo tra la scienza e la società. «Oggigiorno – premette Pellegri, membro del gruppo di lavoro che sta approfondendo il progetto leventinese – la riflessione sul futuro sostenibile è inevitabile e coinvolge ogni settore della società. Quindi anche le università si sentono chiamate a svolgere il proprio ruolo in questo ambito. E quella di Airolo rappresenta un’occasione unica per osservare e toccare con mano i grandi aspetti di questo tema, in tutta la sua complessità, con interazioni che spaziano dei ghiacciai che si sciolgono fino alla politica energetica e dei trasporti, con aspetti ambientali, sociali ed economici. Le Alpi sono un luogo ideale per scoprire come le scelte personali e politiche permettono di creare un mondo che sia migliore per noi, senza dimenticare le generazioni future».
L’Usi individua nella regione leventinese un esempio virtuoso di sostenibilità. Si citano il Parco eolico e i numerosi progetti avviati dal Comune di Airolo puntando sull’efficienza energetica (l’ultimo in ordine di tempo la rete di teleriscaldamento dotata di nuova centrale termica alimentata a cippato di legno indigeno). Non sono poi da meno gli aspetti legati alla biodiversità (di particolare interesse risulta la regione della Val Piora con la Fondazione del Centro di biologia alpina) e all’architettura paesaggistica (progetto di risanamento ambientale del fondovalle di Airolo).
L’obiettivo dell’ateneo, spiega Pellegri, non sarà però quello di formare degli specialisti della sostenibilità, ma di fornire a tutti un’esperienza per accrescere la sensibilità verso il tema indipendentemente dalla facoltà di studi scelta dallo studente. «Oggi poco importa se si è informatici, teologi, medici o architetti. Tutti sono obbligati a confrontarsi col tema dello sviluppo sostenibile. Perciò confidiamo che tutte le matricole dell'Usi possano recarsi ad Airolo per svolgere un apposito seminario. Questo è il messaggio forte e innovativo dell’Usi. Speriamo davvero di riuscire a concretizzare il progetto: rettore e Comune ci credono molto. E per gli studenti sarebbe davvero una grande opportunità». Dalla presenza e dal dialogo con gli attori locali potranno nascere in futuro sinergie con il territorio e possibilità di sviluppare delle idee sempre nell'ottica dello sviluppo sostenibile. Come prossimo passo i promotori intendono realizzare uno studio di fattibilità per definire gli elementi essenziali del progetto, dai lavori di riattazione fino agli aspetti chiave per la futura gestione.
Nel frattempo l'Usi ha già iniziato a toccare con mano la realtà alpina leventinese con alcune iniziative. Tra fine settembre e inizio ottobre è stato infatti organizzato ad Airolo, con l'Ideatorio e il professor Massimo Filippini, un seminario che ha coinvolto 20 studenti di economia, alloggiati in una struttura ricettiva della regione. Due giorni nei quali – in linea con gli obiettivi futuri – non sono mancate le visite ai luoghi reputati di maggior interesse nell’ottica dello sviluppo sostenibile e il coinvolgimento della popolazione, invitata dall’ateneo per una serata pubblica che ha visto anche la proiezione di un documentario al Cinema Leventina. L'Ideatorio ha inoltre proposto a tutti gli allievi delle scuole comunali dell’Alta Leventina la visita a un planetario astronomico: «La comprensione della situazione cosmica è un primo elemento fondamentale per educarci alla fragilità del nostro pianeta. Oltre all’educazione e alla ricerca – continua Pellegri – l’università ha un terzo mandato che è rappresentato dalle ricadute che una presenza di un ateneo ha sul territorio. Siamo stati accolti molto bene dalla popolazione, che sembra apprezzare questo progetto. Siamo inoltre contenti per come gli studenti hanno vissuto l'esperienza», visitando peraltro il Parco eolico da poco attivato sul Passo del Gottardo. Sfumate, a causa delle condizioni meteo, le visite in Valle Bedretto con un glaciologo per osservare da vicino le conseguenze dei cambiamenti climatici sui ghiacciai e alla rinnovata capanna di Piansecco, ristrutturata seguendo criteri di efficienza energetica. Gli studenti hanno infine allestito delle presentazioni sui concetti chiave della sostenibilità. Per il 2021 l'Usi sta già lavorando a un nuovo seminario.
L'Usi non parteciperà all’acquisto dello stabile, ma s'impegnerà ad assicurare i contenuti della Casa della sostenibilità e la sua futura gestione. «Bisognerà trovare dei finanziamenti anche attraverso la scrittura di nuovi progetti e il sostegno di fondazioni. Un lavoro che comincerà quando lo studio di fattibilità confermerà la possibilità di realizzare l'antenna». Una prima indicazione di ristrutturazione elaborato dall’Usi indica la possibilità di creare spazi per seminari in grado di accogliere dalle 25 alle 80 persone, un’area espositiva di 154 metri quadrati, un dormitorio con 30 posti letto, una zona cucina e depositi per materiale.