Il Municipio replica alle critiche riportate in un'interpellanza sul controllo di polizia effettuato il 27 ottobre davanti a una banca in centro città
È stata un’azione repressiva contro la libertà d'espressione? Il Municipio di Bellinzona rispedisce al mittente le insinuazioni critiche espresse dai consiglieri comunali Ronnie David (Verdi) e Alessandro Lucchini (Unità di sinistra/Pc) – e in seconda battuta anche dal coordinatore del Forum Alternativo Giancarlo Perfetti che aveva ribattuto a un commento pubblicato in prima pagina dalla ‘Regione’ – sul controllo effettuato dalla Polizia comunale la mattina del 27 ottobre nei confronti di due attivisti del Forum che stavano effettuando un volantinaggio davanti alla Banca Cler in centro città. Alla richiesta dei documenti per un “banale controllo dell’identità”, scrive l’Esecutivo rispondendo all’interpellanza, il comportamento dei manifestanti “non è stato propriamente collaborativo, ma finanche provocatorio”.
Peraltro – come la ‘Regione’ aveva correttamente riportato nel riferire l'accaduto, al contrario di quanto fatto dal Forum Alternativo nel suo comunicato e dai due consiglieri nella loro interpellanza ‘suggerita’ – il Municipio specifica oggi che “il responsabile dei Servizi esterni della Polizia comunale è immediatamente intervenuto per dirimere la situazione, ciò che è avvenuto a piena soddisfazione degli interessati, sebbene l’interpellanza ometta di riferirlo”. Vero è, aggiunge l’Esecutivo, che “la situazione ha inizialmente portato a un certo inasprimento degli animi, la qual cosa nulla ha però a che vedere con i termini roboanti utilizzati dagli interpellanti” e riferiti al timore di vedere limitata l’espressione dei diritti democratici fondamentali, come quello di manifestare.
Nel dettaglio, viene spiegato che “l’intervento è stato richiesto dalla centrale cantonale d’allarme e che la pattuglia della Polcom è intervenuta per comprendere quanto fosse in atto”. Peraltro il porticato davanti alla Banca Cler, banca oggetto delle critiche, “è in principio proprietà privata; in ogni caso il volantinaggio non dev’essere insistente/aggressivo e in generale non deve infastidire persone non interessate. Chiarita la situazione, il volantinaggio è proseguito regolarmente”. Quanto alla richiesta di documenti, “non si ritiene che un atto d'identificazione sia gravemente lesivo dei diritti costituzionali fondamentali; sulla questione vi è del resto una consolidata giurisprudenza”.
Gli agenti che intervengono, prosegue il Municipio, “devono valutare la situazione e agire di conseguenza. I dati raccolti sono iscritti nel rapporto giornaliero. Nulla a che vedere con qualsivoglia schedatura, per il che il richiamo a situazioni che nulla hanno a che vedere con la presente fattispecie appare del tutto fuori luogo”. A scanso di equivoci, infine, viene anche specificato che “qualsiasi cittadino ha il diritto di richiedere l’intervento della Polizia e si spera ciò configuri un principio accettato anche dagli interpellanti. La polizia valuta ogni caso a seconda della reale situazione e non in base a chi ne richiede l’intervento”.