Il Municipio risponde a un'interpellanza dei Verdi sull'allagamento del centro rifiuti all'ex Birreria. Nel nuovo Mep previste misure di protezione
Lo scorso 3 ottobre un allagamento importante all’ecocentro dell’ex Birreria di Bellinzona aveva richiesto l’intervento dei pompieri poiché alcuni olii esausti, provenienti dalle economie domestiche, si erano riversati nell’acqua. Si sarebbe potuto evitare? Il Municipio, rispondendo a un’interpellanza (trasformata in interrogazione) di Ronald David e Marco Noi (Verdi) risponde che “l’evento meteo era effettivamente atteso, ma non nei tempi e nell’entità che si sono poi verificati in occasione della giornata di sabato 3 ottobre”. In quel caso, l’esecutivo spiega che l’allagamento era stato generato dall’acqua di ritorno del fiume Ticino che, raggiunta una quota superiore a quella dei piazzali dell’ecocentro, aveva riversato le proprie acque nel comparto ovest del rilievo autostradale tramite i tubi di scarico che lo attraversano. “Il veloce evolversi della situazione e le varie problematiche incontrate in quella concitata giornata non hanno permesso di adottare misure efficaci”, riconosce il Municipio. L’esecutivo fa anche presente che l’intervento dei pompieri ha permesso il recupero di gran parte degli oli fuoriusciti. Riguardo a un possibile inquinamento ambientale, il Municipio spiega che è stato dato incarico a uno studio specializzato per fare le necessarie verifiche, i risultati però non sono ancora noti.
In futuro, il comparto zona industriale/Mep struttura che accoglierà i magazzini comunali, l’ecocentro e la caserma dei pompieri, verranno separati idraulicamente dal Fiume Ticino tramite una paratia abbinata a un impianto di sollevamento. “L’innalzamento del terreno del nuovo ecocentro (in futuro si aggiungeranno i magazzini comunali) è sufficiente per assicurare una quota adeguata a fronte di possibili allagamenti”, spiega il Municipio. Nell’interpellanza i consiglieri comunali chiedevano anche come mai il Mep non fosse ancora stato ultimato e quali le cause del ritardo (secondo il messaggio municipale l’inaugurazione era prevista nella primavera del 2019). “I ritardi sono stati causati principalmente dalla necessità, imposta dal Cantone, di effettuare dei rilievi nel sottosuolo per poi procedere ai lavori di bonifica del terreno. A causare i ritardi è stata pure la situazione Covid e in parte il fatto che la tipologia di pavimentazione scelta richiedeva l’esecuzione a temperature adeguate (non in estate). I lavori sono ora in fase di ultimazione e dovrebbero concludersi entro fine anno, condizioni meteo permettendo. La data dell’inaugurazione deve ancora essere stabilita”, risponde il Municipio.
Riguardo ai costi, l’esecutivo fa sapere che la previsione di consuntivo prevede una spesa complessiva di 4,2 milioni circa a fronte di un preventivo di 3,9 milioni circa. Il superamento del credito, secondo le previsioni, è pari a 302mila franchi circa (+7,8%). Nei nuovi spazi il progetto considera la possibilità di realizzare attività come mercatini dell’usato o bancarelle dello scambio. “Al momento attuale il tema è stato discusso a livello preliminare con i responsabili della cooperativa Area che già svolgeva questa attività presso l’attuale ecocentro”, spiega l’esecutivo.