Bellinzonese

Delitto di M. Carasso: l'Accusa chiede il carcere a vita

La 41enne russa, ha sottolineato la pp Borelli, si è sposata per soldi e l'ex moglie rappresentava solo un ostacolo per lei

Ti-Press
29 settembre 2020
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«Assassina e mendace». Così la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha definito l'imputata durante la sua requisitoria per il processo in Appello alla 41enne russa accusata di aver istigato il marito a uccidere l'ex moglie inscenando un suicidio. «Non c’è nulla di più grave della soppressione di una vita, nulla di più abietto di farlo per denaro», ha detto la pp chiedendo la conferma della pena, ovvero il carcere a vita. Leggendo in aula alcuni sms scambiati tra l'imputata e le sue amiche, Borelli ha sottolineato che la donna mirava a un matrimonio d’interesse e puntava in particolare a uomini ricchi. Una volta conosciuto il suo attuale marito si era accorta subito di poterlo convincere a fare tutto ciò che desiderava per poter fare viaggi, shopping, aperitivi, ecc., ha detto la procuratrice. «Quando è arrivata in Svizzera sapeva cosa voleva, ha deciso di rimanervi perché voleva essere mantenuta, ha deciso che la situazione di lui sarebbe stata adattata alla sua. Un lavoro non l’ha mai cercato, un lavoro non era l’alternativa all’assassinio dell'ex moglie», ha continuato. Ex moglie a cui l'uomo doveva versare degli alimenti che gli venivano detratti dallo stipendio.

'Sono pronto a dare la mia vita per la tua'

«Si è trattato di una madre che ha eliminato un'altra madre a due ragazzi che conosceva e ai quali diceva di voler bene solo per poter fare le passeggiate con le amiche, fare viaggi, ecc. senza dover lavorare. Ha fatto in modo di togliere tutti gli ostacoli tra lei e i suoi desiderata. Ha tolto ai figli della coppia la loro unica ancora, ha tolto la loro l’unica forma d’affetto. E in aggiunta sapendo che sarebbe stato il figlio a trovare la madre dissanguata. È lei che fra tutti ha beneficiato della sua morte, la morte dell'ex moglie l’ha resa entusiasta e ha cercato di costruirsi un'immagine di vittima dicendo che il marito la perseguitava», ha spiegato la pp. L'uomo, che sta attualmente scontando 16 anni di carcere dopo la condanna di primo grado, era completamente succube della nuova moglie, al punto che in un messaggio inviato a San Valentino le aveva scritto "Sono pronto a dare la mia vita per salvare la tua", ha ricordato la procuratrice. Mentre lui «perdeva il suo baricentro a favore di ogni desiderio della moglie, lei lo martellava dapprima per il permesso e poi per le finanze e se non otteneva quello che voleva faceva i capricci». Per darle più soldi rinunciava a mangiare sul lavoro e cercava un secondo impiego. Una coppia che, ha aggiunto la pp, «basava il quotidiano sulla vuotezza, lui sulla bellezza e giovinezza di lei, la donna sui piaceri effimeri e sulla ricerca del piacere».

Lei avanza l'idea del sicario

L'autore materiale dell'assassinio, un ex pompiere di 51 anni, come emerso dalla perizia giudiziaria citata dalla pp aveva una personalità che dipende dagli altri per la maggior parte delle decisioni importanti, che subordina i propri bisogni a quelle della persone da cui dipende. La procuratrice pubblica ha risposto a un aspetto che la difesa aveva sollevato durante il procedimento di primo grado, ovvero che durante l'inchiesta era stato incostante nelle sue dichiarazioni e aveva mentito in più occasioni. Quando era andato in polizia a confessare il delitto non aveva infatti detto che l'idea era stata della consorte: un elemento emerso solo più tardi. "Lo scenario lo abbiamo preparato insieme", aveva confidato alla perita giudiziaria, spiegando che la nuova moglie gli aveva detto "Se fossimo in Russia potremmo ingaggiare un sicario". Sul tentativo dell'uomo di escludere dalla vicenda la sua amata, la pp ha sottolineato che l'uomo ha mentito solo per farla rimanere in Svizzera, mentre sulle versioni non lineari di quanto commesso (in particolare i dettagli su quanto fatto prima e dopo il delitto quel 19 luglio 2016) la Borelli ha detto: «È stato traballante a descrivere i compiti decisi da lei». L'idea di tagliarle le vene dopo averla tramortita con una manipolazione sul collo, ha aggiunto «è un'idea prettamente femminile, se fosse stata una sua idea non avrebbe pasticciato sbagliando il braccio». Un dettaglio che non era sfuggito al figlio, ma il caso era comunque stato archiviato come un gesto estremo.

'Una donna avida e senza scrupoli'

L'imputata, ha spiegato nel suo intervento oggi la legale dell'accusatore privato Deborah Gobbi, quando ha capito la mal parata si è rivolta a un poliziotto di sua conoscenza per chiedere come fare e poi ha proceduto alla cancellazione di tutti gli sms scambiati con il marito nel 2016. Messaggi che sono stati per la maggior parte recuperati, e dai quali emerge un profilo che si discosta totalmente dall'ex consorte assassinata, ha aggiunto l'avvocato. «Una donna, anche madre, senza scrupoli e avida come poche, la quale ha deciso assieme al marito che poter disporre di 3500 franchi in più al mese fosse più importante della vita di quella donna che in realtà ha sempre preteso il minimo con umiltà». «Confido che parte della vita venga sottratta al suo libero arbitrio, con la speranza che l'espiazione del carcere possa aiutarla a comprendere l'importanza del dono della vita», ha aggiunto Gobbi.