Continua il processo in appello all'istigatrice dell'assassinio. Secondo la pubblica accusa, durante gli interrogatori sono solo state omesse delle domande
La validità delle traduzioni effettuate dall’interprete durante i verbali in fase d’inchiesta ha segnato l’inizio della terza giornata di processo attualmente in corso a Giubiasco. Alla sbarra, ricordiamo, vi è la 41enne russa condannata in primo grado per aver istigato il marito all’assassinio dell’ex consorte a Monte Carasso. Il dibattimento in Appello era stato interrotto al secondo giorno tre settimane fa, proprio per permettere alla pubblica accusa di visionare e rispondere a una perizia di parte presentata dall’avvocato della difesa Yasar Ravi sul lavoro dell’interprete durante alcuni interrogatori.
«In nessun punto di questi tre verbali c’è un momento in cui l’interprete impone alla signora una risposta», ha fatto notare la procuratrice pubblica Chiara Borelli rispondendo all’imputata che a inizio processo aveva sostenuto questa tesi. «In linea di massima la traduzione è corretta, ci sono stati dei punti in cui l’interprete non ha tradotto, in particolar modo durante un verbale di confronto non traduceva le domande dell’avvocato Ravi. Non so il motivo per cui non l’abbia fatto, forse per stanchezza o disattenzione. Ma anche la perita italiana non è stata fedele nelle trascrizioni delle parti in italiano, non riportava l’integrale passaggio della conversazione», ha aggiunto la pp ricordando che l’interprete ha più volte chiesto all’imputata se avesse capito o se dovesse ripetere. Riconoscendo di aver parlato a tratti troppo in fretta durante gli interrogatori filmati che ha poi visionato, la pp ha spiegato di respingere in ogni caso le obiezioni contenute nell’analisi di parte.
«La giurisprudenza pone dei paletti e dei criteri quando vi è una persona che non capisce la lingua - è intervenuto l'avvocato Yasar Ravi -. È importante capire il senso, non parola per parola. Ma questo non è sempre stato facile in fase di interrogatorio, non solo per questioni di interprete ma anche a causa di verbali lunghissimi. Ad esempio nel verbale finale sono state lette in sequenza 70 pagine di sms senza connessione tra loro, per la durata di un’ora e 20». Spetterà alla Corte d'Appello presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will esprimersi in merito.