Bellinzonese

Terzo binario a Bellinzona, ci sono 240 stabili da peritare

Cifra record per l'opera già contestata da 21 opposizioni. Due studi d'ingegneria dovranno analizzare lo stato di salute di edifici, strade e manufatti

In cerca di crepe e difetti negli stabili confinanti (Ti-Press)
18 settembre 2020
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Una cifra record di 240 stabili, più un buon numero di strade pubbliche e private, sarà peritata a futura memoria nell’ambito della realizzazione del previsto terzo binario a Bellinzona. Un’azione necessaria per “rilevare la situazione di fatto prima dell’inizio dei lavori, allo scopo di disporre di una base probatoria sufficiente in caso di danni e di notifiche di pretese”. Come appreso dalla ‘Regione’ l’istanza cui compete la gestione di questa fase – ossia il 13° circondario della Commissione federale di stima presieduto dall’avvocato Filippo Gianoni – ha intimato ieri sera la propria decisione a 180 proprietari. La procedura, avviata dalle Ffs, prevede l’esecuzione di un’accurata analisi di tutti i manufatti presenti nel raggio di 50 metri dall’asse del cantiere, ossia il terzo binario che le Ferrovie intendono realizzare a nord dei due binari esistenti aggiungendo anche una fermata dietro piazza Indipendenza e un secondo tunnel sotto la roccia di Montebello che andrà ad affiancarsi a quello storico presente da fine ’800. Già nell’ambito del cantiere per il ‘Corridoio 4 metri’ fra Basilea e Chiasso, negli anni scorsi sono stati modificati il tunnel Svitto 1 e il ponte del Dragonato (strada che sale all’ospedale): in quel contesto le prove a futura memoria avevano coinvolto una cinquantina di edifici; e attualmente davanti alla Commissione federale di stima sono aperti alcuni contenziosi riguardanti presunti danneggiamenti subiti (crepe, ecc.). Numero che rischia di essere assai più elevato a seguito del cantiere del terzo binario che si svilupperà lungo un tratto ferroviario di 1,6 chilometri fra il portale nord del tunnel Svitto 1 e il ponte del Tombone, da cui parte il già realizzato terzo binario che porta alla stazione Ffs di Giubiasco. A incidere particolarmente potrebbe infatti essere l’esecuzione della nuova galleria tramite avanzamento classico con dinamite. Le vibrazioni generate dalle detonazioni e la conformazione della roccia potrebbero comportare sgradite sorprese agli stabili situati nelle immediate vicinanze (si pensi al Castello di Montebello e alla Collegiata). Idem per le fasi di lavorazione che prevedono la demolizione di alcuni stabili espropriati e l’esecuzione del secondo tunnel anche sotto il ponte del Dragonato. 

Sei mesi di analisi

Due gli incarichi affidati dall’avvocato Gianoni per l’esecuzione delle perizie: si tratta dello studio d’ingegneria di Bruno Lepori a Tesserete e dello studio di geomatica Lehmann-Visconti di Malvaglia. I loro tecnici, per un lasso di tempo stimato di circa sei mesi, busseranno alle porte dei proprietari effettuando minuziose valutazioni dello stato di salute degli stabili e dei loro corpi annessi, nonché delle strade comunali e private e di quegli oggetti (cabine elettriche, cappelle votive, oratori, chiese, ecc) che dovessero trovarsi nell’area interessata. Fra i proprietari, oltre ai privati vi sono anche enti pubblici come la Città di Bellinzona, la Posta, le stesse Ffs, la Confederazione, il Cantone Ticino e il suo Istituto di previdenza, la Parrocchia cittadina e quella di San Biagio a Ravecchia, nonché varie fondazioni, società anonime e associazioni proprietarie di stabili. Nessuno di questi si è opposto all’esecuzione della prova a futura memoria (è nel loro interesse accettarla per poi vedere coperti i costi di riparazione a seguito di eventuali danni subiti) mentre due avvocati hanno chiesto alla Commissione di stima di aggiungere all’elenco altri stabili. Dal canto loro i periti avranno la facoltà di aggiungerne qualora ritenessero necessario estendere il raggio d’azione. A statuire sulle eventuali pretese di risarcimento, come nel caso del ‘Corridoio 4 metri’, sarà ancora una volta la Commissione federale di stima. Da notare che pendenti davanti all’Ufficio federale dei trasporti vi sono ancora le 27 opposizioni contrarie al terzo binario, inoltrate nel giugno 2019 in occasione della pubblicazione dei piani da parte delle Ffs.