Bellinzonese

Problemi con un cantiere: il Centro Pro Natura chiude prima

I lavori ai bagni e alle docce sono stati segnati da ritardi e un grosso imprevisto. La stagione si concluderà il 30 settembre per cercare di contenere le spese

Il centro ad Acquacalda (Ti-Press)
19 agosto 2020
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Il Centro Pro Natura Lucomagno situato ad Acquacalda quest’anno chiuderà anticipatamente. La struttura, che come ogni estate offre un vasto calendario culturale, gite e attività nella natura oltre che ristorazione, pernottamenti in camera e campeggio, chiuderà i battenti il 30 agosto, ovvero circa un mese e mezzo prima rispetto al solito. Per aiutarci a capire il perché di questa decisione ci siamo rivolti al direttore Christian Bernasconi, il quale spiega che si tratta di una serie di motivi legati tra loro. «All’inizio dell’anno abbiamo iniziato un cantiere nel piano seminterrato, al fine di ristrutturare i gabinetti utilizzati dal campeggio e dal ristorante e le docce del campeggio», spiega. I lavori - preventivati in 300mila franchi - si sarebbero dovuti concludere nel giro di circa cinque mesi. Ma così non è stato. Oltre ad alcuni ritardi dovuti al fatto che lavorare ad alte quote non è logisticamente sempre facile d’inverno, il cantiere ha subito un arresto forzato durante il blocco dell’edilizia a causa della pandemia.

«È stato accumulato un ritardo importante che ci ha fatto riflettere sulla fattibilità o meno di aprire per l’estate. - aggiunge Bernasconi -. Oltre all’incertezza che regnava in primavera sulla gestione del ristorante e dell’albergo dal punto di vista sanitario, volevamo evitare che la continuazione del cantiere si sovrapponesse alla stagione estiva, come poi è successo». Le riflessioni hanno portato l’associazione che gestisce la struttura ad aprire comunque, ma solo a partire da luglio. «Poiché bagni e docce non erano pronti, ci siamo visti costretti a rinunciare all’uso di una parte delle camere d’albergo per poter mettere a disposizione i relativi servizi a campeggio e ristorante, secondo le prescrizioni», e di conseguenza la quarantina di posti letto nelle camere non era a disposizione per prenotazioni. «È vero che avremmo potuto rinunciare al campeggio ma per la nostra associazione si tratta di un tassello importante, in particolare in un anno come questo in cui c’è una grande affluenza sulle montagne. Il campeggio è stato creato negli anni 80 per poter gestire il flusso di persone e gli accampamenti selvaggi nella zona protetta e nella zona palustre. Il nostro core business non è infatti il turismo, anche se ce ne occupiamo, bensì la tutela della natura», ricorda il direttore del centro.

Imprevisto sul cantiere

Invece di riuscire a concludere i lavori e tornare alla normalità durante l’estate, il cantiere ha però subito un ulteriore stop a causa di impreviste infiltrazioni d’acqua. Un brutto colpo per l’associazione, che vedrà verosimilmente lievitare il costo: il tutto andrà a sommarsi a tutte le spese annue di gestione. Sono proprio queste a pesare in particolar modo sulla situazione finanziaria attualmente difficoltosa. «Nei mesi di attività del centro dobbiamo riuscire a coprire tutte le spese annue e con soli due mesi di apertura ciò non è possibile. Ma non avendo la garanzia che settembre portasse sufficienti ospiti abbiamo deciso comunque di chiudere», aggiunge Bernasconi. Chiudere il 30 agosto significa perciò contenere in parte le perdite del 2020, ma anche avere il tempo per concludere la ristrutturazione di bagni e docce, imprevisti compresi, per non farsi trovare impreparati durante la primavera 2021.

Questi mesi, aggiunge il direttore, serviranno all’associazione anche per riflettere sul futuro del Centro Pro Natura, che quest’anno ha compiuto 10 anni e che in alta stagione impiega una quindicina di dipendenti (in parte a ore). «Pro Natura non sta pensando di vendere il centro o di tenerlo chiuso a lungo - assicura il nostro interlocutore. L’intenzione di continuare c’è. Pro Natura ha investito qui diversi milioni in questo decennio perché crede nella regione e nel territorio. La chiusura anticipata è stata pensata proprio per non pregiudicare il futuro del progetto».

Buona affluenza

La decisione sofferta è giunta dopo due mesi di attività intensa caratterizzati da una meteo favorevole e una buona affluenza, in particolare da parte di visitatori confederati e ticinesi. «Abbiamo riscontrato più interesse del solito per la montagna in generale», spiega Bernasconi, che aggiunge: «Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno visitato e sostenuto, così come tutti i collaboratori che si sono impegnati al massimo malgrado la situazione difficile». Dopo la chiusura della parte ricettiva, da settembre in avanti sul posto sarà comunque possibile fare capo alle attività del centro, come le visite guidate per gruppi nella  riserva forestale Selvasecca. «La nostra offerta didattica non è legata all’apertura dell’edificio. Possiamo fare capo ad altre strutture, come il Campra Alpine Lodge&Spa, per quanto riguarda ad esempio la ristorazione». Questo genere di collaborazioni sarà la chiave anche per il futuro, sostiene Bernasconi.