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Il terzo binario a Bellinzona 'non porterà più treni merci'

Le rassicurazioni del Municipio, sulla base delle informazioni Ffs, in risposta agli aspetti critici evidenziati dai Verdi in Consiglio comunale

A destra la linea ferroviaria, a sinistra la palestra delle Scuole sud toccata dall'inquinamento elettromagnetico (Ti-Press)
15 giugno 2020
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In attesa di conoscere il destino delle 27 opposizioni interposte un anno fa da più privati ed enti all'Ufficio federale dei trasporti contro il progetto di terzo binario a Bellinzona con tanto di nuova fermata in piazza Indipendenza, il Municipio di Bellinzona risponde alle... 26 domande sottopostegli dai consiglieri comunali Verdi Marco Noi e Ronnie David. Ribadendo di aver a sua volta impugnato due punti del progetto (il superamento del limite di elettrosmog nella palestra delle Scuole sud e gli 800'000 franchi proposti dalle Ffs per indennizzare la Città proprietaria dell'edificio sede del Dicastero opere pubbliche e ambiente, destinato alla demolizione, a fronte di una stima comunale che indica una cifra di 1,93 milioni) l'Esecutivo difende il progetto volto ad assicurare il potenziamento dei collegamenti regionali Tilo (con una cadenza ogni 15 minuti verso Locarno e Lugano) costretti a convivere con il traffico merci. Quest'ultimo, viene ribadito, "non aumenterà a causa del terzo binario". In base alle garanzie fornite dalle Ferrovie, "indipendentemente dalla realizzazione del terzo binario completo tra Bellinzona e Giubiasco, in nessun caso saranno aggiunte tracce per i treni merci oltre a quelle già esistenti con le gallerie di base del San Gottardo (già aperta) e del Monte Ceneri (dal 2020)" completate con l'adattamento del resto dell’infrastruttura ferroviaria nazionale in base al concetto di Corridoio 4 metri. Opere che nel loro insieme "determinano il limite tecnico della ferrovia".

Aspettando la circonvallazione sul Piano

Detto in altre parole, l'incremento del traffico merci sud-nord che per ora passa ancora dal centro di Bellinzona, "è legato all'apertura delle due gallerie di base Gottardo e Ceneri e al completamento del Corridoio 4 metri" che ha già conosciuto una tappa anche a Bellinzona con l'adeguamento della galleria di Svitto sotto Montebello e sotto il riale Dragonato. Tutto questo fintanto che AlpTransit non verrà completata con la prevista circonvallazione del Bellinzonese da 2,5 miliardi di franchi inserita dalla Confederazione nel Piano settoriale dei trasporti con messa in esercizio "ipotizzata soltanto a lungo termine". E questo malgrado il Municipio lo confermi essere "un obiettivo da perseguire inderogabilmente e più volte lo abbia perorato, e ancora lo farà a ogni occasione utile, presso le autorità cantonali e federali". Quale il risultato ottenuto? "Il Consiglio di Stato - spiega il Municipio - ha inserito la circonvallazione nelle proprie richieste sull'ultimo piano di sviluppo della rete ferroviaria nazionale e, ultimamente, anche il Consiglio federale parrebbe mostrare una certa apertura, anche se le risposte alle ultime sollecitazioni in Consiglio nazionale parrebbero focalizzarsi sul tratto a sud di Lugano". A ogni modo "per decisioni prese a livello federale diversi anni fa e ancora con l’ultima adozione del Programma di sviluppo strategico dell’infrastruttura ferroviaria 2035, i relativi crediti per procedere alla sua realizzazione non sono ottenibili prima del 2040". Da qui "la volontà di cogliere l’opportunità, finanziata dalla Confederazione, di già riuscire a potenziare nel breve periodo la linea per il trasporto pubblico regionale, senza influire sulla disponibilità di tracce per i treni merci".

Le soluzioni per l'elettrosmog

Quanto agli interrogativi posti dai Verdi su questioni puntuali, il Municipio ricorda che le Ffs hanno assicurato di poter fa rientrare nei limiti di legge - grazie ad accorgimenti tecnici e di schermatura - l'elettrosmog previsto dalla nuova linea di contatto per il terzo binario. Oltre alla palestra delle Scuole sud sono toccate da questo problema, nel tratto fra Bellinzona e via Saleggi, altri sette luoghi cosiddetti 'a utilizzazione sensibile' per i quali è richiesto il rispetto dei limiti.

Mura di Montebello e vicinanze sorvegliate speciali

Altro punto sensibile, le mura protette di Montebello (patrimonio Unesco) che si ergono appena sopra la galleria di Svitto già adeguata al corridoio 4 metri e quella nuova, parallela, che verrà realizzata accanto. Mentre alcuni anni fa molti dubbi erano emersi in seno al Club Unesco Ticino, che aveva sollecitato approfondimenti, ora viene ribadito che il rapporto geologico, sondaggi, altre indagini e la verifica allestita da un perito indipendente, "non hanno riscontrato elementi inadeguati nella parte di progetto della galleria". Questa prima fase "ha portato all’allestimento di un articolato Rapporto d’impatto monumentale di concerto tra Ffs, Città, Cantone e Confederazione con il coinvolgimento dell’Ufficio cantonale dei beni culturali e dell’Ufficio federale della cultura, poi sottoposto all’Unesco che lo ha preavvisato positivamente tramite il proprio Consiglio internazionale su monumenti e siti". Per i monumenti Unesco e per gli altri edifici limitrofi al progetto, iscritti nell’inventario cantonale dei beni da salvaguardare, le Ffs "hanno inoltre allestito uno specifico concetto di sorveglianza, che prevede un monitoraggio costante durante i lavori, con differenti livelli d’intervento a seconda della necessità".

Cinque anni e mezzo di cantiere

Nella fase di scavo del secondo tunnel di Svitto lungo 300 metri - aggiunge il Municipio - sono da prevedere nell'arco di un anno otto microbrillamenti al giorno; non sarà invece usata alcuna fresatrice, essendo la galleria troppo corta. Perizie gestite dalla Commissione federale di stima hanno peraltro escluso danni alle proprietà causati dall'adeguamento del primo tunnel; monitoraggi saranno eseguiti anche prima, durante e dopo il cantiere per il secondo. Cantiere la cui durata sarà complessivamente di 5 anni e mezzo, nuova fermata inclusa. Il via-vai di camion sarà contenuto in 16 movimenti giornalieri su una strada, via Lugano, che già registra quotidianamente circa 10mila passaggi di veicoli. Il materiale di scavo non sarà perciò evacuato via treno o nastri trasportatori, come suggerito dagli interpellanti.