I collaboratori risultati positivi al virus sono stati il 20%. Il capodicastero Soldini: 'Piena fiducia nel direttore amministrativo'
"Purtroppo presso la Casa per anziani a Sementina il coronavirus è entrato in modo prorompente". Rispondendo a un'interpellanza delle consigliere comunali Mps, il capodicastero Servizi sociali Giorgio Soldini ha aggiornato sui dati finora conosciuti. "Ad oggi si registrano 21 decessi riconducibili al Covid-19. Per quanto attiene invece al personale si precisa che il numero di collaboratori risultati positivi al contagio è del 20%, ossia 24 positivi su 120 collaboratori. A questi si aggiungono 10 collaboratori del Centro Somen, su un totale di 195 dipendenti, per una percentuale complessiva per le due strutture di Sementina del 15,3%". Nessuno, tra i collaboratori, ha avuto un esito letale della malattia.
L'interpellanza Mps puntava il dito contro vari aspetti, tra cui quello comunicativo. "Il Municipio non si è mai sottratto per quanto possibile al dovere di informazione, al contrario, per ben tre volte quando è stato interpellato (dal nostro giornale, ndr.) e da ultimo tramite comunicato stampa del 26 aprile", ha spiegato Soldini. Tale competenza, ha aggiunto, non era della direzione amministrativa.
Per sapere se le direttive emanate durante le varie fasi della pandemia siano state rispettate bisognerà attendere l'esito delle verifiche richieste dall’Autorità di vigilanza, tuttora in corso. Soldini ha comunque ribadito che nella gestione dell’emergenza Coronavirus nelle case anziani sono state rispettate ed applicate tutte le direttive e le misure emanate dalle competenti autorità federali, cantonali, comunali e dell’Associazione dei direttori delle case per anziani della Svizzera italiana (Adicasi). "Inizialmente le direttive superiori non prevedevano l’esecuzione del tampone o la messa in quarantena a persone che non presentassero sintomi, quali tosse persistente e/o febbre superiore a 38.0°C”. Anche l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è avvenuto secondo le norme e le disposizioni ricevute, ha assicurato. Riguardo le visite dall'esterno "per tutto il Settore Anziani di Bellinzona da martedì 10 marzo è stato imposto il divieto di accesso dei famigliari, in ossequio rigoroso della direttiva cantonale emanata il 9 marzo", ha continuato il capodicastero. Uno degli aspetti sollevati dalle famiglie di residenti che si sono ammalati e sono deceduti per coronavirus riguardava i pasti consumati in comune. "Non vi sono direttive in merito alla sospensione del servizio in mensa comunitaria se non il rispetto rigoroso della distanza sociale e delle misure in materia di igiene - ha risposto Soldini -. Dopo che si sono registrati i primi casi Covid-19 (domenica 22 marzo ), e che questi sono stati immediatamente isolati in camera, Direzione amministrativa e sanitaria si sono adoperate per garantire la consumazione dei pasti all’interno dei singoli reparti e nelle camere dal 25 marzo".
Per quanto riguarda i dipendenti, l'11 marzo è stata emanata la raccomandazione di evitare di recarsi all’estero per viaggi e vacanze, mentre il divieto di recarsi in patria per i frontalieri non è mai entrato in vigore. Alla luce del decreto emanato dal governo italiano l'8 marzo, la Direzione Amministrativa aveva effettuato una pre-riservazione di alcune camere in un albergo a Bellinzona per il soggiorno dei collaboratori ma, come detto, il confinamento per il personale sanitario frontaliere non è mai stato messo in pratica.
Alle critiche rivolte al direttore Silvano Morisoli, Soldini ha risposto che "è ritenuta persona assolutamente competente e gode della fiducia del Municipio. Per tutto il 2017 gli è stato affidato l’incarico ad interim per la gestione delle quattro strutture per anziani del Comune e dall'inizio del 2018 gli è stata assegnata la funzione definitiva. "Come è avvenuto per tutti gli altri direttori di Settore della nuova Città, anche il direttore delle case anziani è stato sottoposto ad assestment nell’ambito del processo aggregativo. L’assegnazione a nuova funzione è stata pertanto decisa dal Municipio, nell’ambito delle proprie competenze dettate dal decreto del Gran Consiglio sull’aggregazione".