L'ex poliziotto in pensione avrebbe atteso che l'Osteria degli Amici si svuotasse per entrare e uccidere ex moglie e nuovo compagno, per poi suicidarsi
Un'inchiesta a tutto campo volta a ricostruire gli antefatti ed eventuali motivi di contrasto che non fossero già noti, il tutto interpellando familiari, conoscenti, amici, amici intimi, eventuali testimoni; e andando a scavare nei cellulari, nella corrispondenza, nelle carte bancarie, nelle eventuali decisioni pretorili adottate nell'ambito della procedura di separazione. Inquirenti al lavoro dunque sul duplice omicidio/suicidio che ha scosso domenica la comunità di Giubiasco quando in poco tempo si è diffusa la notizia del tragico gesto compiuto nella centralissima Osteria degli Amici da un ex agente della Polizia cantonale in pensione che con la propria arma d'ordinanza, rimasta in suo possesso una volta dismessa la divisa nei mesi scorsi, ha freddato l'ex moglie dalla quale si stava separando (cameriera nel locale) e il nuovo compagno di lei, direttore della vicina Cantina di Giubiasco (CaGi). Un'inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, che molto verosimilmente sfocerà in un decreto d'abbandono essendo l'autore del reato morto suicida dopo aver rivolto l'arma contro se stesso.
Lui, 64 anni, una lunga carriera irreprensibile nella Polizia cantonale, stando a quanto appreso dalla 'Regione' si è presentato nel bar verso le 14.10 quando questo era vuoto. Al suo interno c'erano solo la cameriera 47enne di origini ungheresi e il nuovo compagno di 60 anni. Non è dato sapere quando questi sia arrivato a farle visita. Una storia, la loro, che andava avanti da un anno e che rendeva il direttore della CaGi felice, come ci ha confidato il fratello. Cosa sia maturato nella mente dell'ex poliziotto, nessuno in questo momento sa dirlo. Ha sparato preso dallo sconforto per la delusione affettiva? O forse come reazione rancorosa a qualche decisione adottata a suo discapito nella procedura di separazione (leggi ad esempio l'ulteriore ripartizione del capitale di pensionamento, e questo dopo il primo matrimonio già sfociato in un divorzio)? Oppure, tutto insieme.
Di certo, ritornando agli istanti che hanno preceduto il dramma consumatosi nel locale, c'è che verso le 14 erano ancora parecchi gli avventori dell'Osteria degli Amici presenti. Avvicinandosi l'orario di chiusura (14.30) la cameriera lo ha reso loro presente e in pochi minuti il ristorante si è svuotato. Dopodiché è entrato l'ex agente. Il quale - raccontano ai media taluni frequentatori - nel recente passato è stato più d'una volta notato presentarsi all'osteria pochi istanti dopo l'arrivo nel locale del nuovo compagno della moglie. Pure coincidenze o pressione psicologica? Altri sostengono invece che recentemente non si sia più visto molto, all'osteria, al contrario del nuovo compagno che era invece un frequentatore abitudinario. Altri ancora sostengono di aver notato un certo nervosismo e agitazione nella donna, durante la mattinata di domenica. Quel che appare certo - in attesa dei riscontri d'inchiesta - è che l'omicida/suicida nel primo pomeriggio di avrebbe scelto il momento giusto per entrare in scena. Loro tre, soli. Voleva uccidere sin dal primo istante? O solo discutere e ne è nato un diverbio? Oppure, ancora, si erano dati appuntamento per risolvere insieme qualcosa (ma perché, se così fosse stato, portare con sé l'arma se non con l'obiettivo di uccidere e uccidersi?) e non c'è stato modo di trovare un accordo? Sono tante le domande che affollano le menti delle persone loro più vicine, increduli e scioccate per la tragica fine fatta da quelle che erano da tutti considerate brave persone.
Lo shock è ancora vivido all'indomani del fatto di sangue anche tra chi frequenta la piazza o vi abita. La notte è stata agitata per molti, ci viene raccontato. Oltre ai pensieri su quanto successo che affollavano nella mente, la polizia presente sul luogo del delitto illuminava a giorno l’Osteria degli amici. “Chissà se adesso cambiano il nome”, ci dice un abitante con il sorriso amaro. In tutti c’è l’incredulità che un episodio del genere sia potuto succedere a due passi da casa. Ed emerge anche la rabbia per il tragico destino della donna. “Proprio poche ore prima mi ha servito il caffè. Era gentile e riservata, non parlava molto. Provo un grande dispiacere per il fatto che una donna venuta in Svizzera alla ricerca di una vita migliore non possa essere libera di fare ciò che vuole”, sottolinea un cliente.