Sotto il Valegion rimarrà solo una ditta. Il Cantone e la Confederazione pronti a stanziare 3 milioni di contributi di delocalizzazione
Dopo l'iniziale volontà di restare, la Betra Sa iontende la zona industriale di Preonzo, minacciata dalla frana del Valegion, per spostarsi ad Arbedo Castione. Di conseguenza in questi giorni il Consiglio di Stato ha licenziato un messaggio per complessivi 3,05 milioni quali sussidi di delocalizzazione (1,09 milioni di fondi cantonali e 1,96 di fondi federali).
Per il progetto iniziale del 2013, ricorda il governo in una nota, erano stati messi a disposizione 9 milioni per le sette aziende operative nella zona industriale sotto la frana (Artisa Group Holding SA, Premel SA, Carrozzeria Della Cassina SA, Capannone del Comune, Gerre SA, Ecotecnology SA e Betra SA). "L’Ecotecnology SA e la Betra SA non avevano aderito alla proposta di delocalizzazione e preferito gestire la loro attività con le probabili sospensioni del lavoro a dipendenza dei movimenti della parete rocciosa e della problematica dei flussi di detrito presenti lungo il pendio – scrive il governo –. Ora, dopo avere rivalutato a lungo termine la situazione, l’azienda Betra SA, ha richiesto di delocalizzare la sua attività e di poterla trasferire in un’altra zona industriale del Cantone e più precisamente nel Comune di Arbedo Castione. Con questa ulteriore partenza rimarrà ancora operativa un’unica azienda nella zona industriale di Preonzo, ossia la Ecotecnology SA".
Sulla zona industriale di preonzo incombono ancora decine di migliaia di metri cubi. Dopo il crollo di 300 mila metri cubi di materiale nel 2012, i movimenti registrate dai sensori installati dal cantone fanno pensare a "un prossimo nuovo crollo frontale" quantificato in circa 30-50 mila metri cubi. "L’eventuale situazione d’emergenza viene sempre gestita, con il supporto del sistema di monitoraggio messo in campo e in collaborazione con la Sezione forestale cantonale, dal Gruppo tecnico frana Roscioro del quartiere di Preonzo istituito da parte del Comune di Bellinzona".
Come per la prima delocalizzazione, "la tipologia d’aiuto è stata stabilita di comune accordo con la Confederazione (maggiore finanziatore). Per quest’operazione si prevede un indennizzo nella misura del 70% dei costi riconosciuti".