Iniziativa popolare chiede di ripristinare la vecchia gestione di ingombranti e verdi
Dalla gratuità, o pressoché tale, di un servizio comunale all’introduzione del suo pagamento il passo è breve e può non di rado suscitare pareri discordanti. Lo ha capito la popolazione di Sant’Antonino che da gennaio, come buona parte dei Comuni sottocenerini che ne erano sprovvisti, è chiamata a pagare il sacco dei rifiuti solidi urbani. Cogliendo l’occasione del balzello, voluto dal Cantone per tutto il territorio ticinese, e dell’entrata in servizio del nuovo ecocentro realizzato vicino al campo sportivo, l’autorità locale ha anche messo mano al Regolamento comunale dei rifiuti (decisione adottata dal Legislativo verso la fine del 2019) e alla relativa Ordinanza che fissa le cifre (competenza, questa, del Municipio). Le novità introdotte, sempre da gennaio, non toccano però solo il sacco ma anche altre componenti del vasto settore rifiuti. Ciò che ha indispettito alcuni abitanti che hanno così lanciato un’iniziativa popolare comunale volta a modificare le regole fresche di applicazione. “L’interesse è stato ben presto elevato, tanto che attualmente abbiamo superato le 400 firme e miriamo a raccoglierne almeno 500”, spiega alla ‘Regione’ il primo firmatario Francesco Pedrelli: “Ben oltre quindi il minimo richiesto di circa 200 firme. Il 5 maggio, termine per la consegna, ci conteremo ma già ora posso dire che l’operazione rappresenta un successo”.
Dapprima i rifiuti verdi: mentre in precedenza li si poteva depositare gratuitamente in una piazza dedicata in via Martinello, poco oltre la linea ferroviaria, ora all’ecocentro è possibile consegnare settimanalmente al massimo due sacchi da 100 litri, sempre gratuitamente; l’eccedenza, a pagamento, va invece portata privatamente alla ditta Tricomix di Cadenazzo. “Una soluzione scomoda, come scomode sono le due piccole e alte benne presenti all’ecocentro”, annota Pedrelli: “Perciò chiediamo che si ripristini la gratuità totale, senza limiti di quantitativi, con un migliore accesso a benne più capienti all’ecocentro oppure in un luogo vicino, dove poter scaricare facilmente quantitativi più importanti di due sacchi da 100 litri. Da notare peraltro che il centro Tricomix il sabato è chiuso”. Secondo punto, gli ingombranti: rispetto a prima, quando non vigevano limiti, attualmente è possibile effettuare ogni anno al massimo venti consegne (per un totale massimo di 20 metri cubi) con volumi non superiori al metro cubo ciascuna; dopo venti consegne, il servizio da gratuito diventa a pagamento con l’obbligo di rivolgersi a ditte del ramo; inoltre la relativa tessera di riconoscimento e registrazione - che va presentata ogni volta pena il... rifiuto della consegna - se persa va sostituita al prezzo di 40 franchi. “Anche queste disposizioni vanno annullate”, annota Pedrelli: “La conseguenza di queste disposizioni è che qualcuno ha pensate bene di abbandonare degli ingombranti sul Piano di Magadino”. Secondo gli iniziativisti va anche eliminato il pagamento del servizio di raccolta a domicilio per gli anziani; per questa fascia d’età va garantita la gratuità”. L’iniziativista, affiancato dai co-firmatari Gianni Bognuda e Ali Güclü, rileva inoltre che sul nuovo Regolamento alcune criticità sarebbero già emerse lo scorso autunno in fase di valutazione del messaggio municipale, ma che alla fine il Consiglio comunale ha optato per l’accoglimento della proposta. Ora, se il testo dell’iniziativa sarà ritenuto ricevibile, la Commissione delle petizioni del Cc e il Municipio dovranno sottoporre al Legislativo le rispettive relazioni/osservazioni; dalle valutazioni potrebbero scaturire un ‘niet’ all’iniziativa, uno o più controprogetti, oppure ancora l’invito ad accoglierla. Se il plenum del Cc dovesse bocciarla, gli iniziativisti avrebbero la facoltà di chiedere la votazione popolare, nell’ambito della quale potrebbe non mancare un controprogetto.