Ma il Comune di Riviera e medico cantonale Giorgio Merlani ritengono necessari nuovi monitoraggi
“Tenere alta la guardia, monitorizzando nel tempo e approfondendo ulteriormente – da un punto di vista della salute pubblica – i dati del monitoraggio della qualità dell’aria e, in particolare, i risultati delle misurazioni dei Pak (idrocarburi policiclici aromatici, sostanze cancerogene, ndr.) che saranno effettuate nel corso del 2020”. È quanto chiede il medico cantonale Giorgio Merlani alla luce dei risultati diffusi dalla Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (Spaas) sulle emissioni della ditta AlpiAsfalt di Osogna. La presa di posizione di Merlani è inserita nella risposta del Municipio di Riviera all’ennesima interpellanza (risalente a ottobre) sull’azienda che nel corso degli anni ha sollevato a più riprese preoccupazioni tra i cittadini relative all’impatto ambientale, alla salute e alla qualità di vita. Gli interpellanti Patrizio Pellanda e Alessandro Moro (entrambi Plr) riferivano di “nausea, mal di gola, mal di testa e bruciore agli occhi” causati dalle emissioni puzzolenti dell’AlpiAsfalt. Ma il rapporto consegnato dalla Spaas al Municipio di Riviera pochi anni fa mette in dubbio la forte presenza di odore bituminoso.
L’ufficio cantonale ha fatto eseguire nel corso dell’autunno un monitoraggio dal Politecnico di Milano, “esperto (anche a livello europeo) per questo tipo di lavori riguardanti gli odori”. I dati sono stati raccolti attraverso un cosiddetto naso elettronico addestrato a sentire l’odore caratteristico di asfalto/bitume. “Durante i 35 giorni di esposizione solo il 4% del tempo è stato rilevato un odore ‘particolare’, di cui il 3% è stato definito ‘di bitume’”. Ovvero meno di un terzo del limite definito accettabile e sopportabile per un odore secondo le Raccomandazioni sugli odori dell’Ufficio federale dell’ambiente risalenti al 2015 (ovvero il 10% del tempo). Se da una parte – aggiunge la Spaas alla luce dei risultati del Politecnico – è stata trovata una buona correlazione tra l’odore rilevato dal naso elettronico e i momenti di produzione di asfalto, dall’altra i dati non hanno dato riscontri particolari a dipendenza del tipo di materiale prodotto (con o senza inerti di asfalto riciclato). E sottolineano: “Da un lato ci sembra strano che non ci sia una correlazione, ma dall’altro anche i sopralluoghi eseguiti in loco, a seguito di alcuni reclami, solo in pochissimi casi hanno confermato la presenza di odore di bitume (in tutti i casi solo lieve)”.
L’esecutivo rivierasco non commenta i risultati e si limita a sottolineare che – in aggiunta alle misurazioni annunciate dal Cantone nel corso della primavera – ha già preso contatto “con una ditta specializzata d’Oltralpe per avere un parere completamente indipendente rispetto alle emissioni, ai quantitativi e alla pericolosità delle stesse”. Nel frattempo ha dato seguito alla domanda di costruzione in sanatoria inoltrata dalla ditta per l’innalzamento del camino, che sarà presto esposta all’albo.